Febbre da free agent?
Paul non la pensa così

Chris Paul, nato il 6 maggio 1985. Reuters

Presto, qualcuno tiri fuori un nome accattivante. Ormai è diventata una tradizione. Il "Dwightmare" del 2011-12, il "Melo"-dramma della stagione precedente. E, prima ancora, mesi e mesi di attenzioni dedicate a una sola persona: "L'Estate di LeBron". Chris Paul continua a dire di non aver bisogno di un titolo che descrivi la sua estate da free agent. Nessun nome accattivante, non fa per lui. I prossimi nove mesi non saranno una sequela di mal di testa per i tifosi, con i media a scervellarsi sul destino del giocatore e con i Clippers che avranno le ore contate per trovare un accordo o rimanere a mani vuote. A meno che Paul non abbia qualcosa da dire sulla faccenda. "A fine stagione valuterò tutte le opzioni, ma non è un segreto, tutti sanno che amo stare qua - dice -. Voglio bene alla squadra e mi piace come stanno andando le cose". Anche se queste parole non zittiranno tutte le voci, sicuramente diraderanno molti dubbi. La loro importanza è rilevante viste le voci del 2010, in cui il giocatore, quando era agli Hornets, propose un brindisi al matrimonio di Carmelo Anthony, che lasciavano presagire una campagna per far giocare Anthony, Amar'e Stoudemire e Paul insieme ai Knicks. Paul ha già visto molti dei suoi amici affrontare lo stesso copione: ultima stagione prima di diventare free agent e poi andarsene alla caccia di un contrattone altrove. Anthony e Stoudemire ci sono riusciti con New York, mentre James ha convinto Miami.

amici — Paul sa che è possibile fermare questa follia prima che inizi ed è quello che spera di fare. "La situazione degli altri è diversa - dice Paul durante un momento di pausa alle strutture di allenamento dei Clippers -. Personalmente, provo a non pensarci. Ho così tante cose da fare giorno dopo giorno da non poter pensare a cosa succederà a fine stagione. Adesso penso solo a rimettere il pollice operato in salute, a trovare la giusta chimica di squadra e a cosa ci aspetta in questa stagione". Uno dei presenti in sala ha chiesto al giocatore se avesse già parlato della questione con i suoi amici che hanno già affrontato questa fase. "Non parlo con loro di queste cose perché non è il mio caso - risponde il giocatore - e nemmeno è il momento". Anche se si sbaglia, questo è il momento giusto.

new orleans — La stagione prima di diventare free agent corrisponde quasi sempre all'arrivo della follia. La pressione arriva da tutte le parti, sia direttamente sia in maniera più subdola. Questo può dare atto a un accordo più vantaggioso se si rifirma con la squadra invece di accettare un taglio salariale chiudendo un contratto con un'altra squadra. La girandola di voci comincia a girare, le distrazioni diventano tante. Ovvio che questo sia il momento giusto. "In un certo senso ho vissuto una situazione simile l'anno scorso a New Orleans", Paul parla del 2010-11, ultima stagione con gli Hornets. Le voci su un suo desiderio di andarsene erano diventate una costanza, le distrazioni si sono accumulate l'una sull'altra finché la dirigenza non si è arresa. "Già visto, già fatto. Io non ci do più di tanta attenzione e non avrei nemmeno mai pensato che un giorno mi avreste fatto questa domanda. Credo che questo la dica lunga sulla nostra squadra e su tutto quello che succede qua. Non pensiamo minimamente a queste cose".

estate — Il giocatore ha anche un piano. Quando gli è stato chiesto "Cosa crede che succederà l'1 di luglio?", Paul ha risposto "1 luglio?" come se per lui fosse una data insignificante. "Quando?", dice. "L'estate prossima" risponde il giornalista. "Non lo so - dice Paul -, bella domanda. Cosa farò l'1 luglio, non lo so. Cos'è, il primo giorno del mercato dei free agent?". Certo, un cestista all'ottava stagione in Nba e membro del sindacato giocatori che non sa cosa accada in quella data. "Non sapevo - dice Paul -, davvero. L'1 luglio. Spero di essere pronto a firmare un nuovo contratto". Questa è la sua speranza, come quella dei Clippers è quella che lui rifirmi con loro. Mentre quella di tutti è che non vengano affibbiati nomignoli alla scadenza contrattuale e allo status di free agent di Paul. Speriamo di non averne bisogno.