Ben McLemore e Ray McCallum, i due nuovi eroi di SacramentoUsa Today Sports

Uno dei due è cresciuto in condizioni da povertà tali da chiedersi, in certi giornate, dove avrebbe rimediato il prossimo pasto. L’altro è il figlio di un coach che, da giocatore, ha frequentato lo stesso liceo: la sua maglia è stata ritirata e pende dal soffitto dell’impianto da basket della scuola. Ben McLemore e Ray McCallum, così diversi sotto molti punti di vista, adesso si ritrovano nello stesso backourt: i Sacramento Kings sperano che questo sodalizio possa durare molti anni. Nel giorno in cui è iniziato il mercato dei free agent Nba, Sacramento ha presentato ufficialmente le sue scelte del draft: il club ha descritto McLemore e McCallum come due giocatori con una forte personalità e con uno straordinario potenziale che contribuiranno a gettare le fondamenta per la "nuova era della franchigia", che si preannuncia ancora più prossima se Tyreke Evans, che è restricted free agent, deciderà di lasciare i Kings. Due giorni fa il nuovo proprietario dei Kings, Vivek Ranadive, ha invitato entrambi i giocatori a cena con le rispettive famiglie e amici: il ricco imprenditore della Silicon Valley ha spiegato che McLemore e McCallum lo hanno favorevolmente impressionato quasi più dal punto di vista umano che professionale, o almeno altrettanto.

DALLA POLVERE AL PARQUET — L’ormai nota ascesa di McLemore, cresciuto in un quartiere desolato di St.Louis per diventare una stella a Kansas, si conclude finalmente nella Nba, una lega che il nuovo giocatore dei Kings si limitava a immaginare durante la sua infanzia nella casa più piccola di Wellston Avenue. McLemore ha scelto la maglia numero 16 perché è uno dei sei figli di Sonya Reid – ma anche perché la somma dei due numeri è 7, come la posizione in cui è stato scelto nel draft. "La storia di Ben è quasi leggendaria – ha spiegato Ranadive, che può immedesimarsi nella perseveranza di McLemore: l’imprenditore, partito da umili origini in India, si è laureato al MIT e a Harvard e poi ha fondato la TIBCO Software -. Questa è la storia del trionfo del duro lavoro sulle avversità, e di un successo inizialmente impronosticabile: un classico copione da film”. McLemore ha ricordato quando lui e suo fratello minore, Kevin, cercavano di darsi da fare in tutti modi – ad esempio tagliando prati, pulendo auto e buttando via i rifiuti – per guadagnare qualche dollaro per sfamarsi. La loro madre si divideva tra impieghi di basso profilo – quando era abbastanza fortunata da trovarne uno – e nella loro casa da 50 metri quadri erano ospiti altri 10 parenti. Il coach di Kansas Bill Self ha dato un’opportunità a McLemore, che però è stato costretto a saltare tutta l’annata 2011-12 visto che la Ncaa aveva giudicato solo parzialmente accettabili i suoi requisiti accademici. In quell’anno McLemore ha lavorato per diventare eleggibile e ha sfruttato al meglio la sua unica stagione a Lawrence: è stato inserito nel secondo quintetto All-American e ha battuto il record di Danny Manning per punti segnati da un freshman. McLemore ha chiuso l’annata con una media di 15.9 punti, 5.2 rimbalzi e 2 assist in una squadra che ha collezionato un record di 31-6 e ha vinto il suo nono titolo consecutivo nella Big 12: il nuovo giocatore dei Kings ha tirato quasi con il 50% dal campo e con il 42% dall’arco. Adesso McLemore non avrà solo l’opportunità di vivere il suo sogno sul parquet, ma anche di aiutare i suoi cari che finora hanno spesso vissuto tra molte difficoltà. "Per me è molto importante – ha spiegato McLemore, che ogni giorno ripensa al suo motto "sii umile, sii affamato" -. Sono una persona a cui piace restituire quello che ha avuto, ed è per questo che spero di restituire qualcosa alla comunità. Riuscire a prendermi cura della mia famiglia è un sogno che diventa realtà".

FIGLIO D'ARTE — La formazione cestistica di McCallum è uno dei motivi per cui al nuovo coach dei Kings, Mike Malone, piace molto il suo nuovo playmaker: McCallum ha partecipato al McDonald’s All-American, la partita tra i migliori liceali degli Stati Uniti –è stato la stella della Detroit Country Day School, liceo frequentato anche da Chris Webber – ed ha respinto le offerte di UCLA e Arizona per restare nel Michigan e giocare da playmaker per suo padre, Ray McCallum Sr, a Detroit. "Ho fatto questa scelta per una questione di fiducia, e per una forma di rispetto per chi ha chiaramente più interesse nei miei confronti", ha spiegato McCallum. Malone, figlio dell’esperto coach e attuale assistente dei Kings Brendan Malone, ha spiegato che McCallum usa l’intelligenza e la furbizia – per non citare le sue doti nel controllo di palla e il suo atletismo – per compensare la sua statura e il suo peso (191 cm per 86 kg) che sono leggermente inferiori rispetto agli standard Nba. Nel weekend Malone è riuscito anche a svolgere una seduta di allenamento con entrambi i giocatori: per McCallum non è sempre stato facile giocare per suo padre. Come ricordato dal playmaker, i due si sono spesso scontrati: del resto la pressione esercitata da suo padre nei suoi confronti non era paragonabile a quella di un altro coach. Ma c’è comunque spazio per dei ricordi speciali: McCallum ha spiegato che la vittoria di Detroit contro Valparaiso, che è valsa il titolo 2012 della Horizon League nel giorno del compleanno di suo padre, resterà sempre nei loro cuori. "Se avessi scelto di giocare per un’altra squadra non sarei riuscito a centrare un traguardo così importante", ha dichiarato il giocatore. McCallum e McLemore hanno ammesso di avere una grossa opportunità per giocare insieme ai Kings, che a maggio stavano per essere ceduti e trasferiti a Seattle, e di unire ancora di più una comunità appassionata di basket: "Le parole non bastano per esprimere la mia felicità – ha spiegato McLemore -. Cerco di godermi questo momento con la mia nuova famiglia, i Sacramento Kings, e questo progetto che cercheremo di costruire tutti insieme".