Nba, Chicago e Lakers non sbagliano: per Belinelli 6 punti, che show Noah

I Lakers regolano senza problemi i Timberwolves, i Clippers, invece, superano i Pacers. Chicago batte Philadelphia con 6 punti di Belinelli.

Indiana-Los Angeles Clippers 91-99
Privi del loro centro Roy Hibbert, appiedato dalla Nba con un turno di squalifica dopo gli spintoni e la mezza rissa durante la gara contro i Warriors martedì, i Pacers (+36-22) non assomigliano nemmeno lontanamente alla squadra in grado di conquistare cinque successi consecutivi con un margine di ben 23.8 punti e si fanno superare dai Clippers (42-18). La compagine di Los Angeles approfitta della mancanza di centimetri sotto canestro da parte della squadra di casa e con le penetrazioni di Chris Paul e le giocate nella zona pitturata di Blake Griffin porta a casa un meritato successo. Dopo un primo tempo equilibrato, chiuso con gli ospiti avanti di due lunghezze, i padroni di casa perdono contatto con i Clippers nella terza frazione. Paul e Griffin si rimboccano le maniche, i californiani così arrivano al +9 e il solo David West non basta a Indiana. I Pacers faticano in attacco e all’inizio dell’ultimo periodo incassano il parziale di 13-3 che sembra chiudere definitivamente il match. Paul e compagni, infatti, scappano al +17 a 7’05’’ dalla sirena. Un paio di triple di Paul George però accendono i Pacers che ritrovano entusiasmo e regalano speranze al pubblico della Bankers Life Fieldhouse. Indiana si avvicina e spaventa la squadra di LA tornando al -4 a 2’45’’ dalla fine. Chris Paul però prende in mano la situazione e con tre canestri consecutivi mette al sicuro da qualsiasi sorpresa i Clippers che così portano a casa il loro terzo successo consecutivo.
Indiana: West 22 (4/13, 1/1), George 20, Stephenson 16. Rimbalzi: Pendergraph 7. Assist: George 5.
Los Angeles Clippers: Paul 29 (10/15, 1/3), Crawford 23, Griffin 18. Rimbalzi: Griffin 14. Assist: Paul 8.

Kobe Bryant, leader e trascinatore dei Lakers. Afp

Los Angeles Lakers-Minnesota 116-94
Continua la rincorsa alla zona playoff per i Lakers (29-30) che superano senza nessun problema i sempre più rimaneggiati Timberwolves (20-35). Con un roster già ridotto all’osso dagli infortuni, gli ospiti nel primo quarto perdono anche il loro centro titolare Nikola Pekovic e tenere il passo della squadra californiana diventa così un’impressa titanica. JJ Barea e Luke Ridnour provano a far galleggiare gli ospiti ma bastano le accelerazioni di Kobe Bryant e le triple della coppia Blake-Meeks ai Lakers per tenere a distanza di sicurezza i T-Wolves. Il quinto successo nelle ultime sette gare porta così la truppa di Mike D’Antoni a due gare di ritardo da Houston, la squadra che attualmente occupa l’ottava posizione nella Western Conference.

Contro Minnesota i Lakers partono con i piede giusto e arrivano ben presto al vantaggio in doppia cifra. La produzione di Barea a cavallo tra la fine del primo quarto e l’inizio del secondo riporta in scia gli ospiti che però non riescono a rallentare Bryant nel finale del primo tempo. La squadra di casa allunga con le triple di Kobe all’inizio della ripresa e con un parziale di 12-4 arriva al +15. Ricky Rubio delizia il pubblico dello Staples Center con alcuni assist dei suoi ma Minnesota non riesce a restare in scia e la squadra di casa mette al sicuro il risultato nei primi minuti dell’ultimo quarto. Jamison e Meeks puniscono le disattenzioni della difesa dei Timberwolves, LA così arriva al +21 a 7’50’’ dalla fine e fa partire i titoli di coda su di un match nel quale il risultato non e’ mai stato in discussione.
Los Angeles Lakers: Bryant 33 (9/14, 4/8), Meeks 16. Rimbalzi: Howard 13. Assist: Nash 7.
Minnesota: Barea 20 (6/11, 2/3), Ridnour 19, Williams 15. Rimbalzi: Williams, Rubio 8. Assist: Rubio 13.

Marco Belinelli contro la difesa dei Sixers. Epa

Chicago Bulls-Philadelphia 76ers 93-82
Chicago (33-25) supera Philadelphia (22-34) con un’ottima prova difensiva, condannando i Sixers alla settima sconfitta di fila. Per i Bulls è stata una vera vittoria di squadra, anche se a fine partita tutte le attenzioni sono giustamente per Joakim Noah, autore di una mostruosa tripla doppia con 23 punti, 21 rimbalzi e 11 stoppate. Per Marco Belinelli, partito in quintetto al posto dell’infortunato Hamilton, c’è invece un’altra serata storta al tiro, però nel quadro di una partita più che discreta. Soprattutto in difesa.

mvpE’ tornato Rose? No. E’ il coro con cui lo United Center ha celebrato la favolosa partita di Joakim Noah. Il Francese chiude con 23 punti, 21 rimbalzi, 11 stoppate e 3 recuperi, scatenando l’entusiasmo collettivo appena il tabellone elettronico conferma che la decima stoppata gli è stata effettivamente attribuita. Per i feticisti della cifre, era dai tempi di Artis Gilmore, annata 1977, che un Bull non collezionava una tripla doppia con le stoppate. Per chi invece si accontenta di vivere al presente, è stata una prestazione eccezionale, ancora più importante perchè decisiva per la vittoria. Non una cosa da poco, visto il momento difficile che la squadra sta attraversando. Finisce con una lunghissima ovazione, e il sopraccitato coro. Sembrano lontanissimi, ma sono passati solo 4 anni, i tempi in cui ogni suo possesso scatenava una selva di “buuuh” da parte dei suoi sostenitori.

allungoNel terzo quarto, i Bulls prendono il controllo della partita con un allungo progressivo, costruito possesso su possesso. Fino a ritrovarsi sul +16 (64-48) con una tripla di Hinrich su assist di Belinelli, che regala il massimo vantaggio a 3’ dalla fine del parziale. Ma il parziale arriva soprattutto grazie alla difesa, molto più fisica e continua di quella esibita nell’ultima uscita contro Cleveland. Tenendo gli avversari attorno al 40% e controllando la situazione a rimbalzo, Chicago può permettersi di comandare comodamente nonostante il pessimo 37% dal campo. Anche perchè, a differenza di altre volte, i Bulls eseguono, coinvolgendo i lunghi e guadagnando tanti viaggi in lunetta (11/12 per il solo Boozer). Tradotto nel gergo di Thibodeau, è l’esempio principe del “cavarsela anche quando si gioca male”. A inizio ultimo periodo Philadelphia si riporta a -4 (71-75) con una scarica di Jrue Holiday e il solido lavoro di Spencer Hawes, ma viene prontamente ricacciata indietro.

quintetto beliL’altra notizia, almeno per noi italiani, è che dopo oltre due mesi – l’ultima volta il 25 dicembre contro i Rockets – Marco Belinelli è tornato in quintetto base. A spalancargli le porte dello starting five sono i dolori alla schiena di Rip Hamilton, che lo costringono al forfeit pochi minuti prima della palla a due. Marco sfrutta l’occasione con un buon inizio, condito da un paio di pregevoli entrate con la mano sinistra. Poi, nel terzo quarto, raffredda notevolmente la mano, incorrendo in un’altra serata dalle basse percentuali. Questa volta, però, c’è un buon lavoro difensivo a fare da contorno, in marcatura contro Nick Young. “Ho cercato di rendermi utile con gli assist e con la difesa. Il tiro non sta entrando, ma continuerò a essere aggressivo” è il suo commento a fine partita.

Chicago: Belinelli 6 (3/7 da 2, 0/4 da 3, 3 rimbalzi, 2 assist, 2 recuperi in 27’), Noah 23, Boozer 21. Rimbalzi: Noah 21 (11 stoppate), Boozer 12. Assist: Hinrich 6.
Philadelphia: Holiday 22, Hawes 20, Turner 12. Rimbalzi: Hawes 15, Young 9. Assist: Turner 4.