L'Italia al lavoro, Chiellini accanto a Pirlo. LaPresse

Giorgio Chiellini a tutto campo. A tre giorni dall’amichevole di Bologna contro San Marino e a dieci dalla gara per la qualificazione al Mondiale di Praga contro la Repubblica Ceca, che precederà di due giorni la partenza della Nazionale per il Brasile (Confederations Cup dal 16 giugno: debutto contro il Messico a Rio de Janeiro), il fedelissimo di Cesare Prandelli ha parlato di tutto. Nazionale, Juve, mercato, il prossimo campionato.

osvaldo — Partendo dall’attualità, ovvero la fresca esclusione di Osvaldo: "Quella del codice etico è una strada, giusta, intrapresa da tre anni: dispiace sempre quando manca un compagno, ma noi rispettiamo le scelte dell’allenatore e della federazione. Codice etico troppo duro? E' una strada intrapresa da tre anni dalla federazione e dal mister. Abbiamo una grande responsabilità perché rappresentiamo tutta l'Italia e siamo punti di riferimento per migliaia di persone soprattutto bambini. Osvaldo lo aspettiamo a braccia aperte se Prandelli riterrà opportuno richiamarlo". Intanto il giallorosso non ci sarà in Brasile, mentre il 7 a Praga contro la Repubblica Ceca non ci sarebbe stato comunque, in quanto squalificato: "Quella partita può far svoltare il girone e consentirci di ipotecare la qualificazione. Ma se dovesse andar male, si tornerebbe nel mischione: ecco perché è un crocevia troppo importante".

la confederations — Un po' come sarà la successiva Confederations Cup per l’Italia: "Quattro anni fa non fu il modo migliore per preparare il Mondiale dell’anno successivo: pagammo lo scotto inevitabile per aver affrontato la manifestazione non con la stessa concentrazione che si mette di solito per un Europeo o un Mondiale".

la juventus — Ma un po’ anche come sarà la prossima stagione per la sua Juventus: "Ora viene il difficile, perché migliorare uno standard alto è sempre dura. Vale per la Nazionale, varrà anche per la Juve. Un ricambio sarà inevitabile, ma credo che al nostro gruppo non servano stravolgimenti, ma ritocchi. Il top player che vorrei? Dico Messi, così evitiamo speculazioni... Scherzi a parte: non è facile prendere un giocatore importante da un giorno all’altro, tanto più se ci sono in ballo limiti economici che ogni club deve affrontare. Non è più tempo di follie, è tempo di un percorso di crescita del gruppo che c’è già, di crescita personale dei giocatori che ci sono già, senza pensare di passare da zero a tutto in un amen. E sarebbe sbagliato dimenticare che due anni fa non eravamo neanche in Europa e quest’anno, dopo aver vinto il girone arrivando davanti anche al Chelsea, siamo usciti solo perdendo con il Bayern, un’armata incredibile, che ha distrutto noi, ma anche il Barcellona. Il progetto c’è: inizialmente, dopo due settimi posti consecutivi, è stato più simile a quello del Borussia Dortmund; ora si va più verso una situazione stile Bayern: non vendiamo i nostri campioni, mentre il Borussia lo sta facendo, e ai suoi rivali storici".

le rivali — E le rivali in Italia? «Credo sarà più facile il compito di Mazzarri rispetto a quello di Benitez. L’Inter può diventare molto pericolosa, come noi l’anno scorso: Mazzarri è preparato, maturo, pronto per vincere qualcosa, anche se noi speriamo di no... L’Inter aveva bisogno di un uomo di esperienza come lui. Per Benitez non sarà facile fare meglio di Mazzarri: significherebbe vincere lo scudetto e arrivare perlomeno ai quarti di Champions. Sono curioso di vedere come farà, dopo un’esperienza tutto sommato ingiudicabile come fu quella all’Inter nell’immediato post Mourinho".

su moratti e strama — "Credo che a Massimo Moratti sarà pianto il cuore nel rimangiarsi la parola". L'esonero di Stramaccioni ha mosso il cosiddetto valzer delle panchine, per Chiellini un po' a sorpresa. "Credo che Moratti fosse convinto di tenerlo, poi si è presentata l'occasione di Mazzarri. Ha difeso Stramaccioni per un mese contro tutto e contro tutti, ma purtroppo nel calcio come nella vita succede di dover far scelte brutte, all'insegna del cinismo. Non ho mai sentito parlare male nessuno di Moratti, ma certo spiace per Stramaccioni: rimani, rimani, rimani, e poi vai via...".

razzismo — Tema caldo è anche quello del razzismo: "Bisogna distinguere il razzismo dalle questioni personali. I cori contro li prendiamo tutti, è normale. Ma il razzismo deve rimanere totalmente fuori. Quando si parla di razzismo non esiste colore o rivalità, va abolito a prescindere. Se sento un coro contro Mario (Balotelli, ndr) che non tocca il razzismo è sbagliato ma va accettato, altro discorso se il coro è razzista, ma non si può decidere di uscire dal campo, lo hanno detto tutti. Ci sono persone preposte a decidere, ma c'è grande volontà di debellare il razzismo e la violenza, temi su cui focalizzarsi e che non si devono vedere negli stadi. La violenza è un discorso a parte, è un lato brutto che dispiace: come è capitato di dire anche al nostro allenatore, in alcune trasferte della Juventus sembrava di andare in guerra. Una partita dovrebbe essere sempre un piacere. Invece...".