MILANO, 14 giugno 2011 - Tutto sulle città, e nello specifico sugli stadi di Euro 2012. Gazzetta.it , quando il conto alla rovescia supera i 365 giorni dal calcio d'inizio, vi porta - partecipando al Tour Uefa (one year to go) che ha invitato giornalisti da tutta Europa - In Polonia ed Ucraina, i Paesi che ospiteranno l'Europeo a partire dall'8 giugno prossimo. Fischio d'inizio a Varsavia, finalissima il primo luglio a Kiev. Abbiamo visitato 8 città, 4 per Paese (Leopoli, Donetsk, Kharkiv e Kiev per l'Ucraina, Varsavia, Breslavia (Wroclaw, Poznan e Danzica per la Polonia), in 6 giorni: centro, stadio, infrastrutture, impianti d'allenamento. Il bilancio specifico, città per città, lo leggete nel blog sulla Nazionale e lo potete vedere grazie alle immagini raccolte in due clip video, una per l'Ucraina, l'altra per la Polonia.

bilancio — Il bilancio generale, invece, racconta la storia di due Paesi nel pallone, ma nel senso buono. Gli stadi polacchi sono già a buon punto: Poznan pronto, Danzica quasi, Breslavia in dirittura d'arrivo, e Varsavia non preoccupa più di tanto. Qualche affanno sullo stato delle strade, ma chi ha visitato il Sudafrica per la Confederations Cup 2009, un anno prima del via del Mondiale 2010, sa che a 12 mesi dal via di una manifestazione così grande, c'è sempre ancora tanto da fare. E questo non significa che poi il torneo non sarà organizzato al meglio. Al confronto, adesso, la Polonia è avanti anni luce. Polonia che deve tenere sott'occhio anche il pericolo hoolingans, e che ha potuto contare sui finanziamenti dell'Unione Europea. Per chi non conoscesse le varie città, qualche dritta: Danzica è una chicca, splendida, Varsavia ha il piglio di una capitale europea, la Piazza del Mercato di Breslavia e Poznan non sono niente male. L'Ucraina ha problematiche diverse: le grandi distanze, la differenza evidente dal punto di vista sociale tra Kiev e soprattutto Leopoli e le città più vicine, come distanze e cultura alla Russia,: Donetsk e Kharkiv. Le prime offrono bellezze storiche e artistiche (Leopoli è deliziosa), ma sono indietro come infrastrutture (gli stadi - anche se alla fine ce la faranno, vedrete -, e Leopoli stenta pure come nuovo aeroporto), le seconde hanno delle gemme come stadi/impianti d'allenamento, mentre le città come attrattive sono così così, ad essere generosi. Gli investitori privati sono stati qui decisivi nel finanziare i progetti sportivi, ma si muovono fin troppo da padri-padroni delle città. Una magagna che accomuna tutte le sedi ucraine è il poco inglese parlato da tutti, in loco, che rende difficili le comunicazioni: il cirillico poi ci mette del suo. Ma, in assoluto, l'entusiasmo è palpabile ovunque (si sono intravisti solo in piazza a Leopoli degli isolati cartelli di protesta), il rischio dell'Ucraina di perdere l'Europeo è svanito grazie ad un cambio di marcia nei lavori, e ci sono i presupposti per un Europeo diverso, ma affascinante quanto lo è stato il primo Mondiale africano.