GP Roma, via al progetto

Presentato ieri in Campidoglio lo studio di prefattibilità della corsa. Il sindaco Alemanno: "Si può fare, evento straordinario". Ricadute per un miliardo di euro e flusso di 330mila turisti

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ROMA, 15 maggio 2009 - "Il GP di Roma di F.1 si può fare e avrà una straordinaria ricaduta economica e di immagine per la città". Parola del sindaco Gianni Alemanno, in Campidoglio, in sede di illustrazione dello studio di prefattibilità della corsa, alla presenza del senatore Andrea Augello, che ha raccolto i dati, e di Maurizio Flammini, ideatore del progetto. Obiettivo 2012, se non prima, forse ad agosto. Il sindaco ha detto "si può fare" e non "si farà", perché, prima dell’omologazione Fia della pista e del placet di Ecclestone "servirà la costituzione di un comitato promotore che coinvolga Regione, Provincia, istituzioni cittadine e che lanci, compatto, la candidatura ufficiale". Questione di tasselli, non proprio formali, anche se i passi principali per realizzare il sogno di Enzo Ferrari — "Fu nell’84 che mi chiese di fare un GP a Roma", ricorda Flammini — paiono compiuti.

LA PISTA — Caduti i veli del tracciato, che si snoderà attorno all’Eur, quartiere scelto come punto di rilancio della zona e della città: oltre 160 milioni di euro di investimenti privati per la prima edizione, che dovrebbero produrre 1 miliardo di euro di ricaduta sull’intero Paese, 10 mila nuovi posti di lavoro permanenti e un flusso di 330 mila turisti. Il tracciato sarà di 4.669 metri, si percorrerà in 1’34" circa e avrà una media stimata di 177 km/h. Sarà a impatto zero, con gli standard di sicurezza della Fia e concepito grazie ai suggerimenti di Tilke, braccio destro di Ecclestone nel design dei più recenti circuiti di F.1. "Il nostro obiettivo è di garantire almeno 4-5 edizioni della corsa. Noi vogliamo una pista veloce — ha detto Flammini —, con una media importante e senza i compromessi degli altri tracciati cittadini. Mi entusiasmano il disegno con ben tre punti per sorpassare, il risvolto altimetrico e l’affascinante collocazione che ha fatto già dire a Tilke che "è il circuito più bello del mondo". Un ex pilota di F.1, il romano Pirro, l’ha trovato "non banale e tecnicamente interessante per il mix fra rettilinei e parte guidata"". Si contano, però, cinque curve a gomito. Forse un po’ troppe.

MAI SENZA FERRARI — Entusiasmo, orgoglio e cifre rilevanti per un progetto che "è in sinergia, non antitesi con Monza", come ha detto Flammini, ma che potrebbe fare i conti con la scissione della F.1, capeggiata dalla Ferrari. "Montezemolo era perplesso — dice Flammini — poi mi ha garantito che verrà. E per vincere. È chiaro che la F.1 ha bisogno della Ferrari e viceversa: si troverà una soluzione". "Un GP di Roma senza la Ferrari — rilancia Alemanno —, è inconcepibile". Paiono vinte, infine, le resistenze degli ambientalisti "Abbiamo studiato tutto — chiude Flammini —: il GP avrà un asfalto ecologico che produrrà energia al passaggio delle vetture". Il motore del GP di Roma è stato ufficialmente messo in moto, ora bisognerà scalare con decisione le marce fino al definitivo "Yes" di Ecclestone. Come cantano i Matia Bazar: "Arrivederci Roma".