Alonso ha un asso in più
contro la doppia coppia

Lo spagnolo della Ferrari può sfruttare i duelli in seno agli altri team, che molte volte nella storia della F.1 hanno deciso a favore di terzi la lotta iridata, e ha il vantaggio di poter avere un alleato nel compagno Massa, che i suoi rivali Hamilton-Button (McLaren) e Webber-Vettel (Red Bull) non hanno

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Alonso e Massa: segnali di alleanza? Afp

ROMA, 14 settembre 2010 - Una doppia coppia e un asso. A cinque giri dalla fine, ecco le carte in mano a chi si gioca il Mondiale di F.1. Un poker, in cui non si può più bluffare e che ha visto il rilancio di Alonso, riaffacciatosi prepotente nella partita iridata. La vittoria di Monza, finalmente splendida per lo spagnolo, perché ottenuta con un pressing da fuoriclasse in pista e un eccelso lavoro di squadra alle spalle, fa di Fernando l'asso che potrebbe sparigliare il tavolo verde, in cui deve vedersela con la doppia coppia di piloti McLaren (Hamilton e Button) e Red Bull (Webber e Vettel).

sandiwich — In classifica Alonso, con 166 punti è l'ingrediente centrale di un sandwich: negli strati più alti ci sono Webber (Red Bull) con 187 punti e Hamilton (McLaren), a 182; in quelli più bassi Button (McLaren) con 165 e Vettel (Red Bull) a 163. Bisogna guardare avanti e provare a scalare ancora le gerarchie. La concorrenza è forte, il gap di punti è comunque consistente (-21), la rossa non in tutti i circuiti fa faville come a Monza - e deve centellinare i motori per il raggiunto limite di unità nuove da poter utilizzare -, ma ha evidenziato nel GP di casa una compattezza di scuderia, ancor più confortante se Massa dovesse confermarsi capace di coprire le spalle di Alonso. E questa è una situazione privilegiata che gli altri due team in lotta per il titolo, McLaren e Red Bull, non possono vantare. Anzi.

sfruttare la lotta altrui — Una delle chiavi di volta di questo mini-Mondiale in 5 tappe, dando per scontata l'efficienza della rossa e la perfezione di guida di Alonso, senza quegli errori che lo hanno finora rallentato, risiede nella capacità di sfruttare le lotte intestine in seno agli altri team, con i compagni che possono portarsi via punti a vicenda. E visto che in Red Bull la guerra è aperta, con Webber che in pista ha conquistato galloni da prima guida che il team, invece, continua a conferire a Vettel, e non pare che l'autoscontro della Turchia abbia portato consiglio, e che in McLaren Hamilton vola, ma esagera e non è riuscito a scrollarsi di dosso Button, il quale con pazienza e acume è sempre lì, i margini di speranza per Alonso e la Ferrari aumentano. E i precedenti, sono un'iniezione di fiducia.

Il podio del GP di Monza. Ansa

i precedenti — In innumerevoli casi, infatti, il titolo mondiale in F.1 è stato assegnato con il più classico del "Fra i due litiganti (dello stesso team), il terzo gode". Vediamone alcuni. Stagione 1981, la Williams vola con la coppia Jones-Reutemann, ma già al secondo GP dell'anno, in Brasile, scoppia la scintilla che si rivelerà fatale. Dai box chiedono a Reutemann, in testa, di dare strada al compagno Jones, secondo, ma l'argentino non obbedisce e vince. Jones, 2°, si rifiuta di salire sul podio e inizia una guerra con il compagno che il team non volle risanare. Con i due in lotta aperta, fra di loro e per il titolo, ad approfittarne è Piquet, con la Brabham. All'ultimo GP, a Las Vegas, con il brasiliano e l'argentino a giocarsi il titolo, la Williams vince il GP con Jones, ma perde il mondiale con Reutemann, scavalcato di un solo punto da Piquet. Stagione 1986, ancora la Williams protagonista in negativo: Mansell e Piquet dominano con Prost sempre in agguato, e il team li lascia liberi di combattere fra loro. All'ultimo GP, ad Adelaide, un'esplosione della gomma di Mansell mette k.o. l'inglese e non c'è Piquet ad approfittarne, ma Prost, con la McLaren, che vince il suo secondo Mondiale. Più di recente, nel 2007, è stato Raikkonen, proprio con la Ferrari, a ringraziare la lotta fratricida in casa McLaren fra Alonso e Hamilton, con il pasticcio al box in Ungheria fra i due e lo strisciante favoritismo del team per l'inglese. Fino al clamoroso ultimo GP, in Brasile, con Hamilton che ne combina di tutti i colori, fra uscite di pista e errori con i pulsanti del volante e Alonso che gongola sul podio nel vedere Raikkonen festeggiare il titolo. Senza dimenticare, però, che in passato, nel 1974, fu Regazzoni a lamentarsi apertamente dello scarso apporto della Ferrari, più vicina a Lauda, nel titolo perso all'ultimo GP contro la McLaren di Fittipaldi.

massa la chiave — Esempi e precedenti che possono far sperare Alonso, soprattutto se i nervi di qualcuno - Vettel a Spa, Hamilton a Monza - dovessero non reggere alla pressione e se l'ambiente del Cavallino, superlativo anche ai box a Monza, riuscirà centrare sempre la strategia e spronare a dovere Massa, il cui positivo - due podi e due quarti posti - rendimento negli ultimi quattro GP potrebbe essere determinante. Provare a utilizzare il brasiliano, un po' come nel ciclismo, come uomo da lanciare in qualche fuga, per far poi lavorare il gruppo e far uscire allo scoperto gli altri, potrebbe essere un asso in più in mano alla Ferrari, e ad Alonso, per sbaragliare il tavolo verde iridato.