Briatore al contrattacco
Sentenza da annullare

L'ex team manager della Renault, radiato dalla Formula 1 per il falso incidente di Piquet jr al GP di Singapore 2008, vuole anche un risarcimento da un milione di euro. Il suo ricorso sarà esaminato a Parigi il 24 novembre

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LONDRA (Gran Bretagna), 12 novembre 2009 - “Accecati da un personale desiderio di rivincita” e, quindi, chiaramente intenzionati a farlo fuori: questa la tesi su cui poggia il ricorso che Flavio Briatore presenterà al Tribunal de Grande Instance di Parigi il prossimo 24 novembre, contro la decisione del Consiglio della FIA, presieduto da Max Mosley, di radiarlo dalla Formula Uno per il famigerato crashgate di Singapore 2008.

Max Mosley (a sinistra) con Flavio Briatore. Ansa

un milione di euro di risarcimento — Non solo. Leggendo i documenti che il Guardianpubblica oggi in esclusiva, si apprende che l’ex manager della Renault vuole il totale annullamento della precedente sentenza, nonché un milione di euro come risarcimento per i danni causati alla sua immagine da tutta questa brutta storia. E, a quanto pare, nella sua ricerca della verità Briatore non sarà solo, perché anche Pat Symonds, l’ex ingegnere capo del team francese, ha deciso di seguirlo nell’appello, sperando di vedersi cancellata la squalifica di 5 anni che gli è stata comminata dopo le dichiarazioni di Nelson Piquet jr. secondo cui il team (che lo ha licenziato lo scorso agosto) gli avrebbe imposto di andare a sbattere durante il GP di Singapore del 2008 per permettere la vittoria al compagno di squadra, Fernando Alonso.

Pat Symonds, ex ingegnere capo della Renault. Epa

anche symonds con lui — Una cospirazione che Briatore ha sempre negato con decisione, mentre Symonds non ha escluso che l’idea dell’incidente possa essere stata dello stesso pilota brasiliano. Secondo il manager italiano, le procedure adottate durante le indagini preliminari come pure nell’udienza di settembre (dove si decise la sua messa al bando dalla F1) avrebbero violato il regolamento Internazionale della FIA e le stesse leggi francesi (che ha giurisdizione sulla federazione), impedendo così un processo equo, come conferma poi l’obbligo di boicottaggio nei confronti di Briatore che non rientra fra le sanzioni autorizzate dal regolamento sportivo. “La sanzione più grave è la squalifica – fa notare il professor Didier Poracchia, esperto di diritto sportivo dell’Università Aix-Marseille – che imponga il ritiro della licenza della parte colpevole. Ma essendo Briatore un manager e un agente di piloti, per lui la licenza non era necessaria”.

Bernie Ecclestone, 79 anni. Epa

le accuse a mosley ed ecclestone — Nelle carte che Briatore presenterà in tribunale, l’ex manager indica chiaramente Max Mosley come il deus-ex-machina dell’intera vicenda, ma nemmeno Bernie Ecclestone pare uscirne tanto bene. “La decisione di iniziare un’indagine e di portarla poi davanti al Consiglio Mondiale è stata presa dalla stessa persona, ovvero Max Mosley – dichiara Briatore – che si è assunto così il ruolo di colui che denuncia, di investigatore, di pubblico ministero e di giudice”. Insomma, un comportamento che, a detta dell’italiano, viola i diritti umani stabiliti dalla Convenzione Europea. Nel documento si fa poi menzione anche di tutte le dispute “estremamente violente” che ci sono state fra lo stesso Briatore, in qualità di rappresentante dei Team di Formula Uno, e Mosley. “A nome dei costruttori, Briatore aveva minacciato la FIA e la FOM di istituire un campionato parallelo, organizzato in autonomia”.

"un personale desiderio di rivincita" — E sarebbe stata proprio questa controversia a far abbandonare a Mosley i suoi piani di ricandidarsi alla presidenza della FIA e ad obbligare Ecclestone a offrire condizioni economiche più favorevoli ai costruttori. “Ecclestone – continua il documento – ha preso parte alla votazione del Consiglio Mondiale ed era direttamente interessato a far sì che la Renault non venisse sanzionata, perché questo avrebbe significato l’addio alle corse della casa francese ed era anche ostile al signor Briatore per le prese di posizione da lui assunte nell’anno precedente, nella disputa con i costruttori”.