Alla sosta emerge un dato che rivoluziona la storia del Mondiale: le nostre moto, Ducati soprattutto, ma anche Aprilia, stanno dominando, mentre le giapponesi, padrone per mezzo secolo, arrancano. Honda e Suzuki non pervenute o quasi, Yamaha ¨¨ solo Quartararo?
Si parte per le ferie. La met¨¤ della stagione ¨¨ stata superata, visto che in Finlandia non si correr¨¤ e sono gi¨¤ stati disputati 11 dei 20 gran premi in programma. E se la classifica suggerisce che Fabio Quartararo resta lontano e grande favorito nonostante la caduta di domenica ad Assen, uno sguardo un poco pi¨´ dall¡¯alto ci fa notare un¡¯Italia come non l¡¯avevamo mai vista. L¡¯Italia dei costruttori prima ancora che dei piloti, pur tenendo ben in conto le 6 vittorie complessive tra Enea Bastianini e Pecco Bagnaia. E¡¯ come se il mondo si fosse ribaltato: in un campo in cui per anni ¨¨ stato sempre e solo Giappone e poi Giappone contro Ducati, all¡¯improvviso il potere dei giapponesi ¨¨ come se si fosse di colpo contratto. Ridotto da una forza italiana debordante, non pi¨´ della sola Ducati, ma col contributo via via sempre pi¨´ preponderante di Aprilia, senza dimenticare l¡¯altra europea, l¡¯austriaca KTM.?
Sei vittorie rosse
¡ª ?Qualche numero per renderci conto. Il pi¨´ semplice, quello delle vittorie che salta subito all¡¯occhio: Ducati 6, Yamaha 3, Aprilia e Ktm 1. La Honda e la Suzuki ne hanno tante quante¡ la Kawasaki che, come tutti sanno, il Mondiale non lo fa pi¨´ (da 14 anni): cio¨¨ zero, nemmeno una. La prima obiezione potrebbe riguardare il numero delle Ducati in pista, certamente: sono otto, pi¨´ di qualsiasi altra marca. Ma per anni sono state sei senza tante soddisfazioni. Vero ¨¨ che altri piloti, oltre ai due ufficiali, hanno materiali di prima scelta, ma il risultato resta ed ¨¨ eccellente, come quello, ancora pi¨´ eclatante, delle pole: Ducati 8, Aprilia 2, Yamaha 1. Suzuki, e soprattutto Honda, zero, ancora non pervenute. E attenzione: quando si dice Yamaha in realt¨¤ si intende solo Fabio Quartararo. Per il quale la casa lavorer¨¤ certo col massimo dell¡¯attenzione, tanto da pennellare la M1 su di lui. Ma vedendo il poco o spesso nulla che riescono a combinare gli altri Yamahisti, il dubbio che Fabio ci metta molto del suo e che senza di lui chiss¨¤ cosa succederebbe c¡¯¨¨.?
Ducati A due soli podi dal record
¡ª ?Spiega perfettamente il concetto la disamina degli 11 podi fin qui celebrati. Sui 33 posti disponibili la Ducati se ne ¨¨ presi 16. Cio¨¨ dopo appena 11 GP ¨¨ gi¨¤ a soli due podi dal suo record di 18 stabilito nel magico 2007 di Casey Stoner. Certamente: allora contribuivano a conquistarli i due soli ufficiali, Stoner e Loris Capirossi, e adesso sono invece tanti di pi¨´. Cos¨¬ come ¨¨ eclatante che infatti Marco Bezzecchi domenica ad Assen sia stato il sesto ducatista a salire sul podio nel 2022. Prima di lui: Enea Bastianini, Jorge Martin, Jack Miller, Pecco Bagnaia e Johann Zarco. L¡¯Aprilia sempre in Olanda, con Maverick Vinales, ha fatto il suo piccolo en-plein, due su due sul podio. Come peraltro anche la KTM, almeno relativamente agli ufficiali, Miguel Oliveira e Brad Binder. E siamo al Giappone. La Yamaha, di gradini del podio se n¡¯¨¨ presi 6, come detto solo con Quartararo. La Suzuki, peraltro al conto alla rovescia delle gare da correre, giacch¨¦ a fine anno chiuder¨¤, ne ha un paio con Alex Rins. Significa che il campione del Mondo 2020 Joan Mir finora il podio non l¡¯ha ancora visto. A onor del vero va aggiunto che ha tre quarti posti, ma medaglie zero. Mentre la Honda, la corazzata Honda, il gigante delle moto, la casa da battere, salva la faccia in questa graduatoria con il terzo posto conquistato da Pol Espargaro nel primo GP di stagione in Qatar. Il quale Pol, tra l¡¯altro, da l¨¬ in avanti non ha mai pi¨´ fatto meglio del nono posto. Insomma: un disastro. Culminato con il Sachsenring, gran premio horribilis in cui la Honda non ¨¨ andata a punti, come non succedeva dal 1984.?
Quaterna d'ITalia
¡ª ?Un dato che fa spavento. E stride tanto di pi¨´ se si confronta con quanto sta ottenendo l¡¯Italia. A Le Mans abbiamo visto un podio tutto nostro, con le Ducati di Bastianini e Miller ai primi due posti scortate dalla Aprilia di Aleix Espargaro. E domenica scorsa ad Assen abbiamo fatto ancora di pi¨´, ancora meglio. Quattro moto italiane ai primi quattro posti: l¡¯uno-due Ducati, primo posto di Pecco Bagnaia e secondo di Marco Bezzecchi, terza l¡¯Aprilia di Maverick Vinales. Col quarto posto capolavoro di Aleix Espargaro. Per ritrovare una quaterna italiana ¨¨ toccato tornare indietro di cinquant¡¯anni giusti, al 21 maggio 1972, Gran Premio delle Nazioni di Imola. Prime le due MV Agusta, quella immancabile di Giacomo Agostini seguita da quella del fido Alberto Pagani. Terzo posto per Bruno Spaggiari, quarto per Paul Smart, tutti e due Ducati. Ma c¡¯¨¨ un per¨°. Spaggiari, buon terzo, ha finito doppiato¡ Nessuno se ne lagn¨°, perch¨¦ quello fu il primo, storico, podio di Borgo Panigale nella classe principale, in 500. E Smart, che ci crediate o no, ¨¨ rimasto a due giri (!). Erano altri tempi: a dominare era la MV, i giapponesi erano agli esordi, e tutti gli altri guardavano da lontano. Adesso ci sono due case italiane che stanno oscurando il sol levante. Il sole del Giappone regnante per mezzo secolo.
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