E' la tipologia di carena a creare la divisione fondamentale nel mondo dello yachting. Ma si assiste allo sviluppo di una terza categoria, quella delle semiplananti. Facciamo ordine
Come per le auto, anche le barche a motore si dividono in varie tipologie: tra storiche e recenti quasi una ventina. Ma la divisione fondamentale ¨¨ quella tra?imbarcazioni plananti e dislocanti, due famiglie (ne sta nascendo una terza di cui parleremo in seguito) con caratteristiche diverse e se vogliamo due pubblici differenti, al di l¨¤ del budget. Partiamo dalla barca planante: riceve una spinta idrodinamica che la solleva dall¡¯acqua "modificando" il proprio peso rispetto alla massa di acqua che sposta. Ecco perch¨¦ si dice che uno yacht planante 'scivola' sulla superficie dell¡¯acqua, con il notevole vantaggio di poter raggiungere velocit¨¤ pi¨´ elevate dal momento che la carena - a V classica o con gli step, i gradini che ultimamente fanno tendenza - presenta una minore resistenza all¡¯avanzamento. Allo stesso tempo, le barche plananti sono in linea di massima meno confortevoli nelle lunghe navigazioni, essendo pi¨´ esposte verso il mare agitato e beccheggiando di pi¨´ quando sono all¡¯ancora. In pi¨´, la gestione dei pesi influenza in maniera sensibile le prestazioni e la "marinit¨¤" dello yacht. In definitiva la sicurezza. Della famiglia delle plananti fanno parte le barche pi¨´ veloci per antonomasia:?fast-commuter, motoscafi day-cruiser, weekender e walkaround.
PROGETTARE NON ¨¨ FACILE
¡ª ?Una barca dislocante si apre la rotta nell¡¯acqua e sposta una quantit¨¤ d¡¯acqua pari al suo dislocamento. Semplificando invece di 'scivolare' sopra l¡¯acqua, la sposta ai lati quando avanza. Sono generalmente unit¨¤ pensate per le lunghe navigazioni. Su uno scafo dislocante si pu¨° aumentare il peso di carico senza andare a incidere in modo sostanziale sulle performance di navigazione e di stabilit¨¤. In questo caso, la famiglia comprende?imbarcazioni pensate per le lunghe navigazioni e per resistere a condizioni meteo-marine anche molto avverse:?motor yacht classici, trawler, explorer e navette. Va sottolineato che in entrambe le tipologie, la progettazione di una carena ¨¨ piuttosto delicata: si sta trovando sempre pi¨´ un compromesso tra prestazioni, tenuta di mare e manovrabilit¨¤. Ovviamente sia la tipologia d¡¯uso dell¡¯unit¨¤ sia le volumetrie abitative interne hanno il loro peso nel definire le linee d¡¯acqua.
la via di mezzo
¡ª ?Come dicevamo, c'¨¨ un interesse non secondario per la categoria ibrida, quella delle barca semiplanante (o semidislocante) che combina le diverse caratteristiche per trovare un compromesso. Un'imbarcazione del genere ha una V abbastanza profonda nella parte anteriore, che si ammorbidisce gradualmente verso la parte posteriore. La barca pu¨° quindi navigare in posizione semicurva, grazie alla sua prua che taglia le onde, mentre le forme poppiere offrono comunque una buona portanza. Il fondo dello scafo ¨¨ dotato di una chiglia lunga e poco profonda per migliorare la manovrabilit¨¤. Da qui una buona tenuta di mare anche con onde alte, e discrete velocit¨¤, chiaramente inferiori a quelle di una barca planante. Non ¨¨ un caso che queste carene siano utilizzate in particolare per le imbarcazioni di salvataggio ma oggi si possono trovare anche su grandi yacht in quanto consentono di conciliare prestazioni e abitabilit¨¤, pur sostenendo dislocamenti elevati che rappresentano sempre un limite per navigare veloci. Riusciranno a rompere in futuro l'eterno dualismo planante-dislocante?
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