Phil Read, nato a Luton il 1 gennaio 1939, morto il? 6 ottobre 2022 a Canterbury, ¨¨ il baronetto. Detto? ¡°fil di ferro¡±, sette volte campione del mondo (di cui due di fila in 500, nel 1973 e 1974), duro, ironico e di lingua tagliente, ¨¨ da considerare mito fra i miti delle corse dei ¡°Giorni del Coraggio¡±. Con Mike Hailwood e Giacomo Agostini, Read fa parte del tris d¡¯assi assoluto di quel motociclismo da incorniciare, prima dell¡¯arrivo di Jarno Saarinen. In ogni situazione, sugli altari o nella polvere, Phil ha sempre mantenuto il proverbiale aplomb inglese, con gli stessi occhi birbi e fulminanti, lo stesso sorrisino beffardo di chi ne ha appena combinata una delle sue, la stessa indomabile voglia di superarsi e di stupire. Non legato a sentimentalismi imperiali, ma con il chiodo fisso della "corona iridata", Read ¨¨ sempre stato per tutti i suoi avversari e anche per le grandi Case per cui ha gareggiato un campione scomodo in pista per come correva, a dir poco implacabile, e fuori, sempre a gettar benzina sul fuoco delle polemiche. Read ¨¨ stato un duro in pista, un incassatore ingrugnito quando non riusciva a tagliare per primo il traguardo, un ammaliante suonatore che dava fiato alle sue trombe quando saliva sul gradino pi¨´ alto del podio, nell¡¯empireo, non di rado con una strafottenza pari al suo talento. Per alcuni versi, il Marc Marquez della sua epoca. Read ¨¨ nell¡¯Olimpo del motociclismo di tutti i tempi per i risultati ottenuti, per le sue qualit¨¤ tecniche e agonistiche, per come interpretava la corsa, da "corsaro", l¡¯opposto di Agostini, gran manico pulito, fuoriclasse anche di saggezza. Entrambi erano uniti da tre passioni: corse, soldi, donne. Per Phil Read l¡¯unico obiettivo era quello di tenere le ruote della sua moto davanti a tutti. "I miei sette titoli mondiali ¨C diceva orgoglioso Phil ¨C nelle 125, 250, 500 e nel TT-F1 750 me li sono guadagnati di manico, mai di fortuna". Gi¨¤.
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