Barry Sheene (Londra 11 settembre 1950, Gold Coast Australia 10 marzo 2003) ¨¨ stato uno dei pi¨´ grandi e amati campioni di motociclismo di tutti i tempi. Barry era andato a vivere in Australia per domare il male, per fermare la dama nera che con la sua sciabola l¡¯aveva spesso sfiorato in pista, rinviando il conto finale. Lui era cosciente che quella corsa l¡¯avrebbe persa: ¡°La cosa ¨¨ breve¡± aveva confidato poche settimane prima a Giacomo Agostini. Una straordinaria carriera, quella di Sheene, illuminata da tante giornate gloriose ma anche segnata da incidenti e cadute a ripetizione, alcune anche gravi. Un bottino comunque straordinario: due volte campione del mondo della 500 nel 1976 e 1977, 23 Gran Premi vinti, altri titoli mancati e tante gare buttate via per quella voglia di esagerare che Barry aveva dentro, pi¨´ per sfidare se stesso che gli avversari, peraltro sempre di altissimo livello, fra i pi¨´ grandi in assoluto. Straordinario, soprattutto, era lui come pilota e come persona, dotato di acuta intelligenza e capacit¨¤ di ascoltare e rispettare chiunque: giovane con la folta capigliatura e di bell¡¯aspetto, dal carattere aperto caratterizzato da una ironia mai fine a se stessa, la corse al centro di tutto (al secondo posto dopo la sua splendida bionda amata moglie Stephanie, star dentro e fuori del paddok) ma intese come strumento per affrontare la vita fuori dal passo della gente comune. L¡¯obiettivo era raggiungere quel successo non fine a se stesso ma condizione per appagare il suo desiderio di arrivare pi¨´ in alto possibile e prima possibile, come se presagisse una scadenza assai vicina e inevitabile. Dunque grandi corse, grandi vittorie, grandi show, grandi eccessi. Quindi campione carismatico e di gran talento, grande personaggio show-man, capace di parlare anche in italiano, francese e tedesco, socievole e pieno d¡¯allegria che attaccava anche agli altri, avversari compresi, esempio per i tanti nelle corse e fuori che volevano una ¡°vita spericolata¡±, senza badare alle conseguenze. Ancora oggi non ¨¨ facile capire se Barry sia stato pi¨´ pilota o pi¨´ personaggio: da quando, unico con la tuta di pelle bianca in una mare di tute nere e il casco con l'adesivo di Paperino incollato, si portava allo start sorridente con la sua Gauloises accesa magari dopo aver scolato una bottiglietta di brandy o di quando arrivava in pista con la sua Rolls Roice targata BS7 fra due ali di folla, auto sostituita poi dal suo elicottero, pilotato personalmente, all¡¯epoca una eccezione. A quei tempi Barry viveva in Inghilterra in un suo castello che apriva a chiunque bussava, magari solo per un saluto e un autografo. Amava i Beatles e da loro veniva ricambiato. E come i Beatles era un Baronetto di Sua Maest¨¤, onorificenza mai ostentata ma di cui andava fiero. Con James Hunt, pilota di Formula 1, Sheene formava una coppia mondiale di vizi e anticonformismo. Barry, genio e sregolatezza, il Nuvolari ribelle degli anni 70, anni in cui si diceva: ¡°Le ragazze vogliono stare con Barry Sheene e i ragazzi vogliono essere Barry Sheene¡±.
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