Bagnaia, Martin e Bezzecchi gareggiano con strutture diverse, ma senza alcun impedimento. Una differenza rispetto al passato, quando il marchio giapponese ¨¨ stato spesso accusato di favorire il team "ufficiale" contro le altre formazioni
Il Mondiale MotoGP 2023 ¨¨ un affare in casa Ducati. Francesco Bagnaia, Jorge Martin e Marco Bezzecchi si stanno giocando il titolo guidando per team diversi e in contesti particolari. Il primo ¨¨ in sella alla GP23 della squadra factory, quella direttamente controllata dall'azienda, mentre lo spagnolo e l'altro italiano corrono per formazioni "satellite", rispettivamente Pramac e Mooney VR46. Il marchio italiano assicura comunque il pieno supporto a tutti, anche di fronte all'eventualit¨¤ di un successo da parte di un team non "ufficiale". Una novit¨¤, tenendo conto di quanto accaduto in passato. Infatti non tutto ¨¨ filato liscio in casa Honda nei derby tra il team factory e le formazioni "satellite" in lotta per il titolo.
cadalora
¡ª ?Va fatta una distinzione tra i non ufficiali: se Martin ¨¨ dotato della stessa moto dei piloti "factory", Bezzecchi gareggia con una GP22 evoluta. La situazione del pilota Mooney VR46 pu¨° ricordare il contesto in cui si trov¨° Luca Cadalora nel 1996. L'italiano lasci¨° la Yamaha per la Honda Nsr 500 del team Kanemoto, lo stesso dei trionfi in 250. La moto, dalla livrea bianca e priva di sponsor, si rivel¨° vincente gi¨¤ all'esordio stagionale in Malesia. In Germania, Cadalora concesse il bis e in quel momento la classifica lo vedeva terzo con 106 punti, a meno tre da Alex Criville e a 60 lunghezze dal leader Mick Doohan. La Honda interfer¨¬ nel supporto del marchio delle sospensioni Showa allo stesso Luca. L'italiano chiuse cos¨¬ il Mondiale in terza posizione senza ottenere altre vittorie.
biaggi
¡ª ?Qualcosa di analogo venne denunciato da Max Biaggi nel 1998, l'anno dell'esordio in top class. Alla prima gara, l'italiano del team Kanemoto fece volare la sua Honda Nsr 500 rossa: pole, giro veloce in gara e vittoria a Suzuka. Messaggio forte e chiaro al re Doohan. La detronizzazione, per¨°, non avvenne mai: l'australiano, legato alla squadra Hrc "ufficiale", conquist¨° il suo quinto titolo consecutivo in top class. Biaggi, dal canto suo, lament¨° una disparit¨¤ di trattamento da parte della Honda, come alla vigilia del GP di Catalogna, quello della squalifica per il mancato ride through: "La mia moto dall'inizio dell'anno non ha avuto il minimo aggiornamento e non posso pensare che una casa come la Honda per sei mesi non lavori. Pi¨´ andiamo avanti e maggiore ¨¨ il distacco dagli ufficiali Hrc". Parole che risuonarono come una vera accusa e forse sancirono definitivamente la rottura col costruttore giapponese.
gibernau
¡ª ?Martin pu¨° contare sulla stessa moto dei piloti ufficiali, pur gareggiando in un'altra struttura. Una situazione simile a quella di Sete Gibernau?in MotoGP nel 2003. Dopo la morte del compagno Daijiro Kato, lo spagnolo eredit¨° la sua RC211V: una Honda factory pur essendo inserito nella squadra "satellite" di Gresini. Dopo il successo in Germania, nona prova del Mondiale, il distacco da Valentino Rossi, pilota Hrc ufficiale, era di 29 punti. Poi, come sostenuto da Gibernau ai microfoni di Dazn, qualcosa cambi¨°: "Da contratto nessun team avrebbe mai potuto avere lo stesso materiale di quello ufficiale. Infatti, dopo il Sachsenring, Honda diede a Rossi il prototipo del 2004. E Valentino vinse tutte le altre gare, a parte Motegi". Filosofia diversa e tempi differenti rispetto all'attuale show tutto in casa Ducati.
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