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MotoGP, Bagnaia e Ducati sulla scia di Agostini-MV Agusta 50 anni dopo
L¡¯antico adagio ¡°Non dire gatto se non ce l¡¯hai nel sacco¡± impone sempre cautela non cantando mai vittoria troppo presto, perch¨¦ nulla ¨¨ scontato, specie in uno sport come il motociclismo dove cadute e incidenti tecnici sono sempre in agguato. Comunque, toccando ferro, nell¡¯ultimo round MotoGP 2022 del 6 novembre a Valencia a Pecco Bagnaia baster¨¤ conquistare 2 punti, pari a un modesto 14¡ã posto per far suo questo agognato titolo mondiale dopo aver gi¨¤ vinto quest¡¯anno 7 gare, oltre a tre podi, e averne perse almeno altre due per cadute, dopo aver fatto la pole.?
leadership meritata
¡ª ?Il 25enne pilota torinese, gi¨¤ iridato Moto2 nel 2018, pur con qualche incertezza tattica e qualche svarione agonistico, merita a pieni voti l¡¯attuale leadership della classifica MotoGP e merita, soprattutto, questo combattuto titolo mondiale. Le otto Ducati in pista, non solo i due bolidi ufficiali di Bagnaia e Miller, volano (in difficolt¨¤ c¡¯¨¨ solo quella di Fabio Di Giannantonio) dimostrando una netta superiorit¨¤. Tuttavia, la moto che ha vinto di pi¨´ e che sta in vetta al campionato ¨¨ una sola, quella pilotata da Pecco. Il titolo mondiale sancirebbe anche questa superiorit¨¤, riconoscendo cos¨¬ il valore non solo del bolide di Borgo Panigale, ma anche quello del suo pilota number one. Sarebbe un titolo della classe regina di particolare significato, con la Casa bolognese che aspetta da 15 anni, dal trionfo del 2007 dell¡¯australiano Casey Stoner. Un pilota italiano, invece, non vince l¡¯iride MotoGP dal 2009, quando Valentino Rossi trionf¨° su Yamaha.?Non solo: l¡¯ultimo pilota italiano su moto italiana a vincere il mondiale della ¡°classe regina¡± ¨¨ stato Giacomo Agostini su MV Agusta 500 nel 1972. Sono passati 50 anni, un inseguimento che dura da mezzo secolo! Gi¨´ il cappello di fronte a Pecco Bagnaia e alla Ducati che stanno per porre termine, con gran merito, al lungo digiuno.
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ago, scintille con saarinen
¡ª ?Cosa accadde in quel lontano 1972? Per Agostini, gi¨¤ forte di 10 titoli mondiali, pareva una stagione in salita, addirittura l¡¯imbocco del viale del tramonto. Dopo gli epici duelli con Mike Hailwood nella 500 e con Renzo Pasolini nella 350 il campione di Lovere si trovava di fronte il nuovo astro nascente: il finlandese Jarno Saarinen. A fine stagione ¡¯72 Ago far¨¤ suoi ben 17 GP (11 nella 500 e 6 nella 350), vincendo entrambi i titoli, con il giovane finlandese secondo nella 350 (tre vittorie, due secondi, due terzi) e primo nella 250 (quattro vittorie, due secondi, due terzi). E¡¯ l¡¯anno della ¡°sberla¡± data da Saarinen ad Agostini sia nelle 500 che nelle 350 al 2¡ã Gran Premio Pesaro Mobili del 20 agosto 1972 sull¡¯affollatissimo circuito di Villa Fastiggi. Al debutto sulle nuove Benelli 350 e 500 4 cilindri 4 tempi il fuoriclasse finlandese, dopo il trionfo in 250 su Yamaha bicilindrica 2 tempi, domina anche nelle due massime cilindrate, infliggendo al pluri iridato della MV Agusta un durissimo k.o. Ago non perdeva una gara delle 500 da cinque stagioni, cio¨¨ dai grandi duelli con Hailwood. La stagione iridata era iniziata male per Agostini nella 350 al Nurburgring (secondo) e in Francia (quarto), poi ritirato in Jugoslavia, Germania Est, Cecoslovacchia ma rifacendosi con gli interessi con i successi in Austria, Italia, Isola di Man, Olanda, Svezia, Finlandia e quindi il titolo della 350 bissato con quello della 500.?
vita dura pure per phil read
¡ª ?L¡¯aria stava cambiando, non solo per l¡¯entrata prepotente sulle scene di un fuoriclasse quale Jarno Saarinen ma per l¡¯arrembaggio dei nuovi motori 2 tempi pluricilindrici a disco rotante raffreddati ad acqua che portano la MV Agusta, proprio sulla spinta di un sempre pi¨´ insoddisfatto Agostini, a riporre nel museo le sue gloriose 3 cilindri 4 tempi del 1965 (68 CV a 15.000 giri la 350 da 140 Kg e 85 CV a 14.000 giri la 500 da 150 Kg) sostituite con le nuove 4 cilindri, bolidi-capolavoro, specie nella 500. Sportivi e giornali diventavano critici nei confronti dell¡¯italiano: ¡°Ago guadagna troppo, si d¨¤ al cinema e non vuole pi¨´ rischiare¡±. In questo clima difficile l¡¯ingaggio alla MV di Phil Read pareva la mazzata finale per Agostini. A Cascina Costa, scomparso nel 1971 del conte Domenico Agusta, c¡¯¨¨ maretta. Da una parte il reparto corse schierato con Ago e dall¡¯altra la nuova dirigenza convinta che quanto meno a Giacomo va messo vicino un nuovo pilota in veste di ¡°stimolatore¡±. La scelta cade sul campione che nessuno avrebbe voluto come compagno di squadra. E¡¯ la vecchia questione del ¡°gioco di squadra¡± che si ripete con alterne fortune. Qui Read dice ¡°obbedisco¡± alla propriet¨¤ della MV, ma in pista fa quel che vuole, quanto meno ci prova. Agostini, come gi¨¤ accaduto alla Morini nel 1963 con Tarquinio Provini e nel 1964 con Silvio Grassetti prende atto puntando a fare quel che ha sempre fatto: vincere! Infatti lavora di fino sulle nuove 4 cilindri affinando tattica e stile di guida. Ritrova la migliore condizione e i migliori stimoli: non molla, dimostrando di essere tutt¡¯altro che finito mettendo poi in difficolt¨¤ lo stesso Saarinen, sul piano inclinato fra star e meteora, e rendendo assai dura la vita anche al nuovo compagno di squadra Read. A fine stagione, Agostini raggiunge il suo massimo obiettivo: di rimanere il ¡°number one¡±, sul gradino pi¨´ alto del podio, con Saarinen e Read ai suoi lati, sui due gradini pi¨´ bassi. Festa grande per il fuoriclasse italiano e per la Casa di Cascina Costa. 50 anni fa e pare ieri. Sar¨¤ festa grande anche il 6 novembre per Bagnaia e la Ducati?
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