A 4 round dal termine del Mondiale si accende la lotta fra Pecco e lo spagnolo della Pramac: un duello che rievoca quel finale in volata del 1967 tra Ago e 'Mike the bike'
Quattro round al termine. Alla fine di questo appassionate Mondiale MotoGP di 20 appuntamenti in 9 mesi, mancano quattro gare: il GP di Thailandia (Buriram, 29 ottobre), il GP di Malesia (Sepang, 12 novembre), il GP del Qatar (Losail, 19 novembre), il GP di Valencia (Cheste, 26 novembre). Quattro attesissimi round, con 8 gare fra la Sprint Race del sabato e il GP di domenica, a chiusura di uno dei campionato della top class fra i pi¨´ accesi di sempre. Campionato che vede la lotta fra Pecco Bagnaia e Jorge Martin, entrambi su Ducati, in una classifica mondiale piloti che vede l'italiano in vetta con 27 punti di margine, e che potrebbe essere deciso proprio all¡¯ultima corsa di Valencia.?
Non sarebbe la prima volta, dal 1949 a oggi, che un Mondiale della top Class si decide all'ultimo appuntamento, cosa fra l'altro avvenuta pure? l'anno scorso con Bagnaia iridato a Valencia nella lotta con Fabio Quartararo. Fra le pi¨´ significative sul piano tecnico e agonistico, resta per¨° memorabile la gara del Mondiale 500 1967 al GP delle Nazioni di Monza del 3 settembre (l¡¯appendice del 30 settembre a Montreal non cambiava nulla), dove Giacomo Agostini (MV Agusta 4 tempi 3 cilindri) e Mike Hailwood (Honda 4 tempi 4 cilindri) rinnovarono con accenti ancora pi¨´ esasperati, in pista e fuori, il loro epico duello monzese dell¡¯anno prima. Altri tempi, tutto diverso, ma stesso show, stessi rischi, stessa passione di oggi.?
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Nel Motomondiale 1967, 13 gare in tre continenti, le Case giapponesi fanno il pieno: iridate nella 50 con Hans Anscheidt (Suzuki), nella 125 con Bill Ivy (Yamaha), nella 250 e nella 350 con Mike Hailwood (Honda). Solo Giacomo Agostini sulla nuova MV Agusta 3 cilindri riesce nella grande impresa di conquistare il titolo delle 500. Cinque vittorie, tre secondi posti, due ritiri (Tourist Trophy e Ulster) per Ago, mentre Hailwood vantava cinque vittorie, due secondi posti e tre gare out, sfortunatissimo, per noie meccaniche. Va detto che, nel bene e nel male, Hailwood ci aveva messo del suo nel perdere quel titolo, buttandolo via: solo lui, dopo che anche un manico come Jim Redman aveva fallito, poteva domare e portare al limite quel ¡°bestione¡± cos¨¬ potente e scorbutico; solo lui, baldanzoso e spavaldo, poteva esagerare nel decisivo e penultimo round monzese, non accontentandosi, a 5 giri dalla fine, dei quasi 20 secondi di vantaggio su Agostini, ma continuando a sollecitare motore e cambio fino al bloccaggio, evitando anche per miracolo il crash alla staccata della Parabolica. Quella di Monza del 3 settembre 1967 fu definita la giornata della "grande paura" di Agostini, almeno fino a quando il motore della Honda di Hailwood non si ammutol¨¬, sfiancato dallo sconsiderato sforzo cui era stato sottoposto. Per la tre cilindri MV ¨¨ il trionfo. Per Ago l¡¯apoteosi. Al fuoriclasse inglese rest¨° l¡¯onore del giro record: 1¡¯41.4 a 204,142 Km/h di media!?
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Il nuovo attacco sferrato dalla Honda alla MV Agusta, nella classe regina, per conquistare con Hailwood l¡¯unico titolo che ancora manca alla Casa dell¡¯Ala dorata, fallisce proprio nel prestigioso round di Monza, dove il colosso giapponese ¨¨ costretto ad alzare bandiera bianca. Quella sconfitta fa male ad Hailwood e alla Honda, che poche settimane dopo annuncer¨¤, fulmine a ciel sereno, il ritiro dai GP, convincendo con un congruo assegno in dollari Mike Hailwood a disertare. Mike, oltre un fuoriclasse era un ribelle. Proprio un anno dopo, il 14-15 settembre 1968, Mike rientrer¨¤ nel motomondiale al GP di Monza, con le MV 350 e 500, compagno di squadra di Agostini. Una toccata e fuga, con Mike deluso del suo bolide, scaricato nelle prove del sabato mattina in malo modo nel muretto box davanti all¡¯attonito Conte Agusta e passato in un amen ¡°al nemico¡±, sulla Benelli 4 cilindri di Renzo Pasolini. Dir¨¤, poi, Paolo Benelli d.s. della Casa pesarese: ¡°Il 15 settembre 1968 solo quella sfortunata scivolata sotto il diluvio di Hailwood sulla Benelli 500 alla Parabolica priv¨° il motociclismo di un superbo spettacolo tecnico-agonistico nella battaglia con la MV di Agostini. Un trionfo di Mike avrebbe potuto cambiare le sorti di quel motociclismo dei Giorni del coraggio¡±.?
Gi¨¤. Alla fine restano i fatti. Il titolo iridato e gli onori della gloria vanno a un solo pilota, il campione. Il secondo ¨¨ il primo degli sconfitti. Valeva ieri per Agostini e Hailwood, due straordinari fuoriclasse, vale oggi fra Bagnaia e Martin. Che hanno quattro gare per scrivere la loro storia. E di questo Mondiale.
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