LA STORIA
Kato, Sic, Fausto: talento e passione, uniti per sempre da un destino tragico
La triangolazione che nessuno avrebbe mai voluto vedere completata si ¨¨ drammaticamente realizzata. Fausto Gresini se n'¨¨ andato, arresosi dopo una lunga ed estenuante battaglia alle complicazioni legate al Covid, lasciando famiglia, figli, amici e il paddock del motomondiale in un dolore profondo e raggiungendo in cielo due sue ¡°creature¡±: Daijiro Kato e Marco Simoncelli. Due campioni, ma soprattutto due ragazzi che Fausto aveva cresciuto e amato, da uomo e manager, forse prima per le doti umane che incarnavano, che per quelle, assolutamente cristalline, che esibivano in pista.
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Triangolo drammatico
¡ª ?La combinazione 2003-2011-2021 ha in queste date i vertici del triangolo triste in cui sono racchiusi i loro destini. Quello di Daijiro Kato, scomparso a 26 anni su un muro di Suzuka (2003) in sella a una Honda del team Gresini; quella di Marco Simoncelli, volato via in una curva maledetta a Sepang (2011), anche lui su una Honda del team del manager imolese; quello dello stesso Fausto, figura tanto sobria e ruspante quanto carismatica e umana, che dopo aver raccolto gloria in pista, con 21 vittorie, due titoli mondiali della 125 (1985 e 1987) e un contributo decisivo nel primo alloro del 17enne compagno Loris Capirossi, iridato nel 1990 in 125 grazie anche alla sua marcatura arcigna ¡ª con contorno di pugni sul casco ¡ª sul rivale Hans Span nell'ultima gara di Phillip Island, ¨¨ passato a raccogliere trionfi dal muretto. Prima di morire per una subdola infezione polmonare emersa in seguito al contagio da Covid-19.
Trionfi e semplicit¨¤
¡ª ?Da manager, benvoluto, umano, capace e professionale, Gresini si ¨¨ cimentato con la sua squadra, nata nel 1997, in tutte le classi, conquistando tre titoli mondiali: nel 2001 in 250 con il giapponese Daijiro Kato; nel 2010 con lo spagnolo Toni Elias in Moto2 e nel 2018 con Jorge Martin in Moto3. Tris cui va aggiunto il campionato 2019 di MotoE, con moto elettriche, centrato da Matteo Ferrari. Al di l¨¤ dei trofei, Fausto Gresini ha lasciato un'impronta di competenza e professionalit¨¤, ma sempre in una cornice di semplicit¨¤ e schiettezza: doti conservate anche quando la sua squadra, che in MotoGP ha corso ininterrottamente dal 2002 al 2020 (fino al 2014 con la Honda, dal 2015 con l¡¯Aprilia), negli anni 2003, 2004 e 2005, rispettivamente con Sete Gibernau e Marco Melandri, entrambi vice campioni, ha pure provato a sottrarre lo scettro iridato a sua maest¨¤ Valentino Rossi.
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Le lacrime per Kato
¡ª ?Le vite spezzate hanno annodato oggi, 23 febbraio, giusto un mese dopo il 60¡ã compleanno di Gresini, una storia che il destino ¨¨ come se avesse voluto racchiudere in una cornice simbolica. Di lacrime. Quelle che Fausto vers¨°, di dolore e rabbia, per la morte del suo pupillo, Daijiro Kato. Il giovane giapponese era un talento puro, uno che non sfigurava nell'¨¦lite del motomondiale e che aveva regalato a Fausto la prima gioia iridata della sua seconda vita agonistica, quella da manager. La corona del 2001 in 250, con 11 vittorie, fu il preludio al salto in MotoGP: due podi nella prima stagione, poi il tragico destino nella prima gara del 2003, a Suzuka. Il suo destino lo aspettava, inclemente, contro un muro, in un quadro oscuro in cui la dinamica dell'incidente e le cause che lo hanno innescato restano tuttora nebulose, anche dopo una commissione investigativa che non ha mai definito se le cause fossero da radicare in un errore del pilota, in un guasto all'acceleratore elettronico della sua Honda o in quel misterioso duplice cedimento dei dischi dei freni anteriori. Schiacciato contro le protezioni del muro, troppo vicino alla pista si dir¨¤ ¡ª e infatti Suzuka ¨¨ poi uscita dal calendario del motomondiale perch¨¦ ritenuta troppo pericolosa per le due ruote ¡ª il 26enne giapponese morir¨¤ due settimane dopo, il 20 aprile 2003, in ospedale, dove era arrivato in condizioni critiche. Fausto mescol¨° le lacrime di rabbia (¡°basta con speculazioni sull¡¯incidente¡±, grid¨°) e dolore vero, come era autentico l¡¯affetto per quel giapponese cos¨¬ italianizzato ¡ª un precursore del Tatsuki Suzuki odierno ¡ª che lui aveva cresciuto e allevato e di cui conservava un ricordo profondo che andava oltre quel numero 74 (quello che usava Daijiro) a lungo incollato sulle carene delle sue moto.
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Il dolore per il Sic
¡ª ?Gresini non moll¨°, si raggomitol¨° nel suo dolore e and¨° avanti nella sua attivit¨¤ di manager, pur fra dubbi e contrasti emotivi che lo portavano a ricordare spesso quel "giapponese che regalava sorrisi, sia quando vinceva, sia nelle serate lontane dai GP, con una semplicit¨¤ e un modo estroso di proporsi che erano due componenti del suo modo di essere". Anni dopo sulla sua strada Fausto incontr¨° un altro campione che faceva di spontaneit¨¤ e giovialit¨¤ un timbro di fabbrica: Marco Simoncelli. Quando arriv¨° nel suo team, in MotoGP, Marco era gi¨¤ il Sic, veloce e generoso, iconico oltre la folta capigliatura e grintoso senza limiti in pista. Quel numero 58 sulla carena della Honda Gresini si stagliava sempre pi¨´ spesso nelle posizioni di vertice dei GP e Fausto gongolava, certo di avere fra le mani un diamante ancora da sgrezzare ma brillante della stessa spontanea autenticit¨¤ che caratterizza i romagnoli: in fondo fra la Coriano del Sic e l¡¯Imola del manager ballano meno di 100 km. Destino in agguato anche qui. Dietro una curva di Sepang, forse il tracciato pi¨´ sicuro al mondo, cos¨¬ largo e ricco di ampie vie di fuga: Simoncelli cade e viene travolto dagli accorrenti Valentino Rossi e Colin Edwards. La Donna vestita di Nero colpisce ancora, il 23 ottobre 2011, e per Fausto ¨¨ un macigno. Di dolore, amarezza, sensi di colpa che non avevano ragione di esistere e che lo fanno vacillare nella possibilit¨¤ di proseguire la sua attivit¨¤ di team manager.
Nulla come prima
¡ª ?L'amore per le corse, l'affetto dell'ambiente e anche il desiderio di onorare la memoria del Sic nel modo che lui avrebbe maggiormente apprezzato non gli fecero gettare la spugna. Con tenacia e professionalit¨¤ la sua squadra rimane un punto di riferimento nel paddock, in tutte le classi, raccogliendo gloria e successi. Quel numero 58 si aggiunge alle carene e l'attivit¨¤ prosegue, con l'Aprilia in MotoGP e il suo team presente in tutte le classi e presentato proprio mentre il suo calvario in ospedale segnava una delle tappe pi¨´ drammatiche. Adesso Fausto ha raggiunto in cielo i suoi pupilli, Sic e Dagli un giro Kato, abbattuto non da un nastro di asfalto, ma da un virus subdolo, pericolosissimo e troppo sottovalutato nella sua portata distruttiva. Il destino ha chiuso la sua triangolazione drammatica ¡ª e ancora in un giorno con il 23 ¡ª unendo i tre che immaginiamo in Cielo a impennare fra le nuvole. Di Simoncelli, Gresini disse: ¡°Marco era speciale, era puro. Non l'ho mai visto arrabbiato e nemmeno per un momento sopra le righe. Ho avuto tanti campioni ma lui era unico, sapeva fare squadra, aveva una parola sempre per tutti: nulla sar¨¤ pi¨´ come prima¡±. Esattamente come il paddock senza Fausto Gresini.
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