il reportage
Il Rossi ragazzino, fra acrobazie, sequestri di moto e fughe in bagno
C'¨¨ un termine che viene pronunciato ogni volta in cui, andando a scavare nel passato di Valentino Rossi, quegli anni da bambino tra decine di altri bambini, provi a chiedere a chi lo conosceva che cosa si percepisse di lui. ¡° Speciale¡±. Lo pronuncia Maria Antonietta Donati, la maestra che lo ha avuto in 4a e 5a elementare; lo raccontano con un sorriso Tiziana Martinucci e Umberto Uguccioni, compagni di classe all¡¯asilo e scuola; lo ammette con il sorriso di chi, per colpa sua, ha visto ingrigire qualche capello, Mario Gabanini, l¡¯ex brigadiere della stazione dei Carabinieri di Tavullia; lo declama quasi, gli occhi che si accendono di una passione mai sopita, Alberta Gambini, per tutti ¡°la Berta¡±, la titolare dell¡¯edicola che da oltre 100 anni ¨¨ un punto d¡¯incontro del paese: "Io sono nata nel 1943 e babbo Serafino, 'Fino', perch¨¦ a noi piace accorciare i nomi, gi¨¤ ce l¡¯aveva: vendeva giornali, tagliava capelli, riparava le calzature".
Disegnava Porsche
¡ª ?"Gi¨¤ il fatto che fosse figlio di un pilota del Mondiale ai nostri occhi lo rendeva speciale ¨C racconta Umberto -. E poi lo guardavamo con invidia perch¨¦ aveva sempre i giochi migliori e pi¨´ nuovi. Me lo ricordo vivacissimo ma educato, molto silenzioso, quasi timido con le ragazze. Ma gi¨¤ quei primi anni lui pensava sempre e solo alle corse. Era fissato con le auto, disegnava continuamente le Porsche e poi regalava il disegno. Tra gli amici c¡¯era chi giocava a calcio e chi era appassionato di motori, io facevo tennis, ma essendo vicino di casa di Uccio, giocavo spesso con loro. Poi, crescendo, vedendo quello che combinavano con i motorini e l¡¯Ape, i miei mi tenettero un po¡¯ in disparte. Ma da quello che faceva con lo skate, le discese sulla neve col bob, le impennate in bici, vedevi che nessuno era come lui".
i bigliettini di amore
¡ª ?"I disegni delle Porsche non li ricordo, che si mangiasse i colori a cera per¨° s¨¬ ¨C ridacchia Tiziana -. A noi femmine piaceva questo bambino, allegro, solare. Cio¨¨, a me no. A me piaceva Filippo, che nel gennaio del 1999 ¨¨ scomparso in un incidente stradale assieme a Yuri, un altro compagno. La prima gara che vinse dopo quella tragedia, Vale dedic¨° loro la vittoria. Comunque, io scrivevo bigliettini a Filippo, e Valentino li scriveva a me, chiedendomi di fare i compiti, di giocare. E io, ogni volta, rispondevo 'No'. Da quando ho memoria, lui ¨¨ stato compagno di banco di Uccio, erano sempre assieme. Correva con il kart e le minimoto, aveva il casco con la tartaruga, poi ci fu l¡¯esplosione. Dal debutto del 1996 nel Mondiale, non mi sono persa una gara, non so quanti Mugello e Misano ho visto, sono stata anche a Silverstone, Assen, Barcellona e Brno. L¡¯ultima volta l¡¯ho incrociato un paio di mesi fa al Parco a guardare una partita di calcetto. Mi ha visto, mi ha baciata chiedendomi come stavo, ma io, non so perch¨¦, davanti a lui mi agito sempre, eppure ne avrei da chiedergli".
il regalo a mio figlio
¡ª ?Rossi e compagni finirono le elementari nel 1990 e in segno di ringraziamento regalarono alla maestra Maria Antonietta un braccialetto che indossa ancora. "Ho insegnato solo gli ultimi due anni, ma quanto ho voluto bene a quei bambini ¨C ricorda felice ¨C. Era un periodo difficilissimo, mia madre era morta da poco, avevo perso la sede di lavoro a Villa Fastiggi, avevo un figlio di 1 anno e una di 10 e dovevo fare avanti e indietro. Ricordo pianti strazianti, invece trovai un¡¯accoglienza incredibile. Valentino studente? In tutta onest¨¤, non lo definirei uno eccellente, di suoi compagni ricordo ancora dei temi, di lui no. Per¨°, se lo interrogavi, se la cavava sempre. Era come oggi, sembrava uno scavezzacollo, a volte veniva a scuola in minimoto e un giorno si present¨° con il braccio ingessato, ma ha sempre usato testa e passione per realizzare il suo sogno. Ecco perch¨¦ a 42 anni corre ancora. E poi era educato. Qualche volta l¡¯ho rivisto, per¨° mi sorprese quella volta che la mamma mi chiam¨° per dirmi che Vale aveva saputo che mio figlio Giacomo aveva il motorino, e di passare in negozio a scegliere un casco".
La fuga in bagno
¡ª ?Ci fu un tempo, in cui il brigadiere Gabanini nel corso di una settimana gli sequestr¨° due motorini, e un terzo quella dopo. "Valentino l¡¯ho visto crescere, era... non facile da contenere, mettiamola cos¨¬ ¨C sorride l¡¯ex carabiniere che si presenta con la divisa di Tavullia, maglietta e berrettino gialli del 46 -. Aveva una vitalit¨¤ enorme, da piccolino lo gestivi, ma crescendo, tra gimcane, moto, l¡¯Ape, le corse intorno alle mura, non sempre fu facile. N¨¦ a lui n¨¦ agli altri ragazzi, una trentina, e tra loro anche mio figlio Gabriele, che a sua volta si vide portare via il mezzo dai miei colleghi: potevi consentire di fare tutto ci¨° che volevano, ma provavo a intervenire con metodi da pap¨¤. Sequestravo il mezzo, lo portavo in caserma, facevo la paternale, chiamavo Stefania e Graziano. Ma dopo pochi giorni la scena si ripeteva: il problema era che, sequestrato un motorino, ne spuntava un altro, aveva il garage pieno. Una volta lo insegu¨¬ e passando davanti al Bar Sport vidi i ragazzi fuori che ridevano: si era nascosto nel bagno! Non avrei mai immaginato che diventasse quel gran campione, ma ora che sta per smettere, so che uno come Vale non rinascer¨¤ pi¨´".
tutte innamorate
¡ª ?E poi c¡¯¨¨ la Berta, la cui edicola trabocca di foto, riviste, messaggi, ricordi. "Io sono nata, cresciuta e vissuta tra carta, capelli e scarpe ¨C racconta -. E qui dentro ormai passano tutti, francesi, tedeschi, americani, canadesi, australiani... Famosa io? Ma va, per¨° se mi chiedono, rispondo. Graziano veniva sempre qua, ma le gare hanno iniziato a piacere a tutti solo con Valentino. Prima era una cosa da uomini, andavano fino in Jugoslavia a vedere Agostini e Pasolini, poi con Valentino tutte, donne, nonne, bambine si sono innamorate cotte. Del resto, basta guardargli gli occhi, sono magnetici. Anche Luca ¨¨ bello come il sole, ma ¨¨ pi¨´ aristocratico, non esuberante come Valentino. Che quando vinceva, era come se vincessero tutti. Quel giorno a Welkom, porca mattina (intercalare di Tavullia; n.d.r.), tutti eravamo l¨¬ sognanti, e chi se l¡¯aspettava, mentre lui a fine gara non sai se sotto il casco rideva o piangeva. Che bella quella volta". E ora che la favola del ragazzo speciale ¨¨ alle battute finali, c¡¯¨¨ un altro termine per raccontare questa storia infinita. "Immenso! ? l¡¯unico aggettivo giusto", sentenzia Tiziana. Difficile smentirla.
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