Compleanno speciale per il campione statunitense che vinse tra titoli tra 500 e 250. Due dei quali in contemporanea nel 1985
Chi incontra oggi Freddie Spencer nelle manifestazioni revival vede un ex ragazzo tranquillo, disponibile con tutti, con il viso sempre sorridente, un po¡¯ appesantito e non certo il ¡°leopardo¡± predatore sui circuiti e gran protagonista nel Motomondiale negli Anni ¡¯80. Oggi ¡°Fast Freddie¡±, nato a Shreveport, in Louisiana, il 20 dicembre 1961, compie 60 anni (auguri!) e merita il ringraziamento per quanto ha dato al motociclismo, protagonista di corse indimenticabili e di record che resteranno imbattibili, per primo la conquista di due titoli mondiali (250 e 500) nello stesso anno (1985). Stagione da incorniciare in cui l¡¯allora 24enne statunitense port¨° la sua Honda 250 a vincere 7 dei 10 GP cui prese parte (oltre a un secondo posto, un quarto e un nono) e la sua Honda 500 sette volte sul gradino pi¨´ alto del podio, pi¨´ tre secondi posti.
Il magico 1985
¡ª ?In quella magica annata Spencer fece davvero il pienone, partecipando anche alla Daytona 200 con un tris d¡¯eccezione: primo nella categoria F1, primo nella 250, primo nell¡¯inedita Superbike! Non, dunque, garette, ma sfide e campionati conquistati con il coltello tra i denti dopo battaglie memorabili, come quelle con Eddie Lawson nella mezzo litro e con Tony Mang nella 250. Peraltro, Freddie aveva fatto vedere qual era la sua stoffa sin dal 1982, quando la Honda dopo aver rinunciato al rivoluzionario progetto NR 500 4 tempi 4 cilindri a pistoni ovali (dal 1975 dominavano le 500 4 cilindri 2 tempi) gli affida l¡¯inedita NS 500 2 tempi, l¡¯unica tre cilindri contro le ¡°4¡± di Yamaha e Suzuki. Una stagione, quella del 1982, che mise Spencer sotto i riflettori, soprattutto dopo il trionfale GP di Spa-Francorchamps con il successivo bis al GP di San Marino, corse vinte di manico piegando inequivocabilmente tutti gli avversari. Ci¨° poteva stupire il giro del Circus iridato ma non chi aveva lanciato Freddie in America, dove vinse tutto sin da ragazzino nello Short track, Dirt Track e dove a 16 anni domin¨° nel durissimo campionato di velocit¨¤ nazionale 250 tra i ¡°novizi¡±, con il bis nel 1978, a 17 anni, tra gli ¡°esperti¡±.
L¡¯esordio da collaudatore
¡ª ?Gi¨¤ all¡¯esordio come collaudatore Yamaha nel mondiale 500 del 1980 sul velocissimo saliscendi belga di Spa, Spencer aveva anticipato quelle doti che poi si sarebbero esplicitate con il passaggio alla Honda e i grandi trionfi dal 1981 in avanti. Sugli altari, Spencer sal¨¬ sbalordendo nel 1983, con duelli incandescenti, battendo in particolare il connazionale Kenny Roberts, il primo americano campione del mondo, il numero 1 assoluto dell¡¯era post Agostini. Quell¡¯anno Freddie, senza alcun timore reverenziale, pieg¨° ¡°King Kenny¡± per soli due punti di distacco finale, vincendo sei gare e salendo sul podio altre quattro volte, con sette pole position e giri record poi imbattuti per diverse stagioni. Il marziano Roberts, duro in pista e poco propenso a dir bene degli avversari, di Freddie aveva rispetto: ¡°Va forte¡±. Due parole che valevano pi¨´ di un¡¯incoronazione. Spencer pu¨° essere paragonato a qualche grande del passato e del presente? Probabilmente a un mix fra Gary Hocking e Casey Stoner! Spencer aveva talento e ambizione smisurati, volava in pista, ma non stava con i piedi per terra, tanto che nel paddock aveva fatto correre la voce di essere ¡°Fast Freddie¡± perch¨¦ dotato di poteri extra, quali ad esempio una ¡°supervista¡±.
L¡¯inizio della crisi
¡ª ?Risparmiato pi¨´ volte da gravi infortuni, Spencer rimase abbagliato dalla sua stessa luce e, complice un grosso guaio fisico (una tendinite), entr¨° nel tunnel della crisi. Nel 1986, al primo round iridato 500 del GP di Spagna, parte in pole, ma nel finale , quando stava dominando, alz¨° bandiera bianca causa gravi problemi al polso. ? l¡¯inizio della fine, con cadute e infortuni anche pesanti a gambe e braccia, agli occhi e alla testa: zero punti a fine campionato! A questo si aggiunsero incomprensioni anche nel suo Team e difficolt¨¤ nel comprendere le cause di quel che gli stava accadendo; Freddie entr¨° senza freni nel buco nero che fa scivolare un campione dagli altari alla polvere. Si parl¨° all¡¯epoca di problemi psicologici, addirittura di questioni di cuore legata a una crisi sentimentale. La verit¨¤ vera era un¡¯altra: Spencer era affetto dalla sindrome del tunnel carpale. Un guaio anche oggi che i piloti per¨° risolvono con un intervento chirurgico mentre all¡¯epoca mise Spencer fuori gioco.
Eterno fuoriclasse
¡ª ?Giacomo Agostini, Team manager Yamaha, tent¨° di rilanciare Spencer nel mondiale 1989 e anche nel 1993, ma senza successo: solo un quinto posto in Spagna nell¡¯89. Freddie chiuder¨¤ poi nel ¡®93 la carriera quale pilota ufficiale Ducati Usa con un¡¯ultima vittoria in America, nella Sbk. A 32 anni la stella di Fast Freddie si era irrimediabilmente spenta. Restano di lui, negli albi d¡¯oro, dopo 13 stagioni di grandi corse, 3 titoli mondiali vinti in 27 gare disputate: 39 podi, 33 pole position, 24 giri veloci. ? stato nell¡¯anno del suo debutto (1982) il pi¨´ giovane vincitore di un GP mondiale nonch¨¦ il pi¨´ giovane iridato della 500 a soli 21 anni, titolo ottenuto dalla Honda per la prima volta. Soprattutto resta di Freddie Spencer il ricordo di un fuoriclasse in pista, uno dei piloti pi¨´ veloci in assoluto, un artista della manetta, un mattatore in bilico sul trapezio, un killer col sorriso da bambino. E fuori pista, un ragazzo d¡¯oro. Grazie Freddie, e ancora auguri!
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