Lo spagnolo, iridato con la Suzuki: "? il miglior giorno della mia vita, ma ¨¨ stata dura arrivare fin qui: in Austria la prima svolta, poi la vittoria scorsa mi ha dato la svolta. Sono felice se cos¨¬ ho dato un po' di gioia a chi ¨¨ stato e sta male "
Joan Mir non sta nella pelle dopo la vittoria del suo titolo iridato in MotoGP: il 7¡ã posto nel GP di Valencia, sulla pista del Ricardo Tormo lo incorona campione del mono 2020 in un mondiale pazzo e 'small' ma che rende pieno onore ai meriti del 23enne di Maiorca che ha riportato in alto la Suzuki. "E¡¯ incredibile, non riesco a piangere e nemmeno a ridere - le prime parole di Mir -, ¨¨ il sogno di tutta la mia vita. Quando insegui per tutta la tua vita un sogno e riesci a realizzarlo, ¨¨ incredibile e fatichi a realizzare: non riesco a esprimere le mie sensazioni, ma sono felicissimo".
La pressione da piccolo
¡ª ?Le emozioni occupano la testa del campione: "? il miglior giorno della mia vita, ma arrivare fin qui ¨¨ stata dura perch¨¦ fin da giovane a casa non avevamo i soldi per pagare un team e l'unica cosa da fare era di vincere, indipendentemente dalla moto, per farti notare da uno sponsor che ti potesse aiutare. La pressione era questa, e forte, con pap¨¤ a casa che non aveva i soldi per pagare un team, ma solo per farmi allenare ed era gi¨¤ qualcosa. Adesso sono sotto shock per la gioia, quando dici 'campione del mondo in MotoGP' ¨¨ una cosa incredibile".
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Per chi ha sofferto
¡ª ?Una gara quasi tranquilla, la sua senza prendere rischi soverchi: "Ho spinto al massimo, non ¨¨ stata una gara tranquilla, ma non volevo buttarmi per terra: in alcuni casi devi capire che anche un 7¡ã posto d¨¤ punti utili. Il primo podio in Austria mi ha dato un primo segnale, ma la vittoria della settimana scorsa mi ha dato la svolta maggiore. Il rivale? Non ne ho avuto uno solo, ma se ne sono alternati in 5-6 in pista e se non eri a posto non riuscivi a finire nemmeno nei primi 5 e questa pressione ha fatto sbagliare in tanti. Fuori il peggiore ¨¨ stato il Covid: abbiamo vissuto un'annata strana, con tanta gente che ha sofferto e sta soffrendo. Dedicare il successo a Suzuki e squadra ¨¨ il minimo, ma io voglio pensare a chi ¨¨ stato coinvolto nella pandemia e se sono felice se sono riuscito a dare loro anche un piccolo sollievo".
Brivio, che soddisfazione
¡ª ?Davide Brivio, l'italiano team manager della Suzuki, ¨¨ raggiante: "? una grande soddisfazione e un sogno realizzato - dice Brivio -. All'inizio di questa mia avventura in Suzuki l'obiettivo era il mondiale, ma non sapevo se ce l'avremmo mai fatta: nemmeno nei miei sogni migliori me l'aspettavo cos¨¬. Qui sono partito da zero, con ragazzi eccezionali, creando un bel pacchetto: sono curioso di vedere dove arriveremo l'anno prossimo quando ci sar¨¤ Marc Marquez e tutti, noi compresi, saranno curiosi di sfidarlo per vedere il loro livello. ? anche bello aver avuto due piloti presi da debuttanti, allevati e cresciuti fino a diventare top rider: se siamo qui molto ¨¨ dovuto pure al lavoro di Rins". Che ascolta e ringrazia: "Mi fa piacere dei complimenti e sono felice che la Suzuki abbia vinto il titolo, anche se mi sarebbe piaciuto vincerlo io".
Gazzetta dello Sport
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