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MotoGP, se il pilota si lamenta della moto: da Stoner-Ducati ai casi del passato
Casey Stoner, il fuoriclasse australiano che nel 2007 port¨° il titolo iridato MotoGP alla Ducati facendo poi il bis nel 2011 su Honda, ¨¨ tornato a criticare la Casa bolognese: ¡°A Borgo Panigale si focalizzano troppo sul mezzo e su che cosa gli ingegneri vogliono vedere sulle moto, non su cosa il pilota vuole e se il pilota non si sente a posto non ottiene risultati¡±. Da sempre nel motociclismo i piloti si sono lamentati della propria moto, compreso lo stesso Agostini negli anni d¡¯oro quando dominava con le MV Agusta, e da sempre le Case hanno progettato, costruito, sviluppato le loro moto da corsa sulla base delle proprie esigenze tecniche e di mercato, imponendo la loro principale regola: quella che ¨¨ il pilota a doversi adattare al mezzo e non viceversa. Cos¨¬ ¨¨ sempre stato, alla Guzzi, Gilera, Benelli, Mondial, Morini e? Aermacchi fino alla Morbidelli, Garelli, Aprilia, e cos¨¬ ¨¨ sempre stato con le grandi Case straniere europee e giapponesi.?
ai tempi di agostini
¡ª ?Le eccezioni ci sono state e ci sono tutt¡¯ora, ma restano eccezioni: a volte hanno portato risultati eclatanti, altre volte hanno prodotto clamorosi fallimenti. Vediamo qualche esempio. Nessun pilota dello squadrone ufficiale Guzzi sapeva nel 1954 che a Mandello Lario l¡¯ingegner Giulio Cesare Carcano (insieme a Enrico Cantoni e a Umberto Todero) stava progettando un inedito propulsore 500 V8 di 90¡ã per sostituire la 500 quattro cilindri dell¡¯ing. Gianini oramai inadeguata a contrastare le Gilera e le MV Agusta 4 cilindri. La 500 8 cilindri, dal primo motore da 70 CV all¡¯ultimo del 1957 da 85 CV e oltre 280 km/h di velocit¨¤, ¨¨ stata la moto da corsa pi¨´ potente, veloce e tecnologicamente pi¨´ avanzata del dopoguerra e pur avendo in squadra campioni dal calibro di Lomas, Kavanagh, Campbell, Dale, Sandford, Colnago, furono i piloti a doversi adattare al nuovo bolide e non viceversa. Nel settembre 1963 Giacomo Agostini debutta da ¡°juniores¡± fra i big del mondiale 250 a Monza in sella alla Morini 250 monocilindrica, la duemmezzo bialbero perfetta, fatta su misura per Tarquinio Provini: il giovane bergamasco scende in pista con la moto che ha ¡°le misure¡± del suo illustre capitano che poi dominer¨¤ la corsa battendo il plotone delle Honda 4 cilindri capitanato da Jim Redman. Nel 1964, n¨¦ Agostini, n¨¦ il suo compagno di squadra Silvio Grassetti ¡°osarono¡± chiedere al reparto corse Morini qualche cambiamento alle monocilindriche ritenute ¡°perfette¡±. Lo stesso Grassetti non riusc¨¬ nei primi Anni ¡®60 ad andare oltre qualche timido ¡°lamento¡± sui limiti della nuova Benelli 250 4 cilindri che verr¨¤ modificata, poi totalmente riprogettata e ricostruita, grazie alla genialit¨¤ tecnica e al carisma di Provini. Lo stesso Renzo Pasolini non otterr¨¤ soddisfazioni alle sue richieste di modifiche sulle Benelli 4 cilindri 250 e 350, bolidi assai competitivi, ma certo non privi di limiti. Si potrebbe continuare con un lungo elenco.?
il flop di rossi sulla rossa
¡ª ?Che dire dell¡¯avventura di Valentino Rossi che dopo essere passato alla grande dalla Honda alla Yamaha si leg¨° alla Casa di Borgo Panigale per il 2011 e 2012 portandosi dietro il proprio staff tecnico, in primis Jeremy Burgess, ma pur avendo carta bianca fece un buco nell¡¯acqua? Anche con investimenti mai fatti prima, quella Desmosedici non ne volle sapere di farsi domare dal fuoriclasse pesarese che per la prima volta in carriera non riusc¨¬ a ottenere neppure una vittoria in entrambe le stagioni, con il contentino di essere stato comunque in quelle due annate il miglior ducatista. Una scelta fallimentare, dunque, quella della Ducati di sostituire Stoner con Rossi, dovuta alla sottovalutazione di quanto il campione australiano avesse contribuito alla conquista del titolo mondiale MotoGP e alla sopravalutazione di Valentino, considerato imbattibile, sempre, ovunque, comunque.?
le lamentele di oggi
¡ª ?E oggi? In MotoGP le moto pi¨´ competitive sono le Ducati, se non altro per potenza e per velocit¨¤, elementi molto importanti, ma evidentemente non decisivi per la conquista del titolo. Tant¡¯¨¨ che il campione del mondo in carica Fabio Quartararo su Yamaha ¨¨ in testa alla classifica 2022 dopo i primi 11 round. Lo stesso Quartararo a inizio campionato non era soddisfatto della sua M1, chiedendo a gran voce una moto ¡°tutta nuova¡±, soprattutto mandando in pensione il 4 cilindri in linea. La Casa di Iwata, per¨°, ¨¨ andata avanti per la sua strada nella logica dell¡¯evoluzione e non della rivoluzione,? offrendo al suo pilota numero 1 una moto equilibrata, assai guidabile e competitiva. Anche in Ducati, agli inizi di stagione, lo stesso Bagnaia (non solo lui¡) si lamentava della nuova moto 2022, dato che Enea Bastianini con la moto 2021 conquistava tre vittorie nelle prime sette gare. Poi, Pecco dovr¨¤ ricredersi, vincendo negli ultimi sei round tre gran premi che avrebbero potuto diventare ¡ molti di pi¨´ senza le cadute al Sachsenring e a Le Mans e il ko subito al GP di Catalogna. E la Honda? Si pu¨° dire che qui la linea l¡¯ha dettata e continua a dettarla Marc Marquez, anche se il futuro ¨¨ legato agli interrogativi sul rientro alle corse del fuoriclasse di Cervera. In conclusione, una regola fissa non c¡¯¨¨, anche se ¨¨ la Casa, non il pilota, a tracciare le linee tecniche e lo sviluppo delle proprie moto da corsa, in funzione anche del mercato. Quel che conta, sempre, ¨¨ il risultato. E mai dire mai, perch¨¦ le eccezioni non sono mancate, non mancano, non mancheranno. Casey Stoner docet.
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