Per Fangio era "il pi¨´ completo di sempre": Big John ¨¨ l'unico pilota della storia ad aver vinto il Mondiale nelle moto con la MV e in F1, con la Ferrari. Amava l'Italia e disse: "Nella mia vita mi sono inchinato solamente davanti alla regina Elisabetta, al Conte Domenico Agusta e a Enzo Ferrari"
Novant¡¯anni fa, l¡¯11 febbraio 1934, nasceva a Tatsfield nel Surrey, John Surtees, l¡¯unico pilota ad aver conquistato il titolo iridato sia nel Motomondiale che in F1. Per la precisione 7 mondiali vinti in moto con le MV Agusta 350 (1958, ¡®59, ¡®60) e 500 (1956, ¡®58, ¡®59, ¡®60) ¨C 4 cilindri da 75 Cv, 11.500 giri, 270 km/h ¨C e 1 mondiale vinto in F1 nel 1964 con la Ferrari 158 (V8 di 1489,23 cc da 210 Cv a 11.000 giri) trionfando anche nel campionato Usa CanAm. Un record storico, fatto per essere battuto come tutti, ma destinato probabilmente a restare tale. Surtees ¨¨ nell¡¯albo di platino dello sport mondiale per questa straordinaria performance iridata mai riuscita a nessun altro pilota di motociclismo e di automobilismo. Corridore di talento, tenace, duro nello sguardo in corsa, implacabile nel tenere aperta la manetta. Gentleman fuori dalla pista.?
corse ragione di vita
¡ª ?¡°Big John¡± ha fatto delle corse la sua ragione di vita: fuoriclasse del manubrio e del volante, tecnico raffinato, costruttore di grande coraggio e intuito. Un gigante in pista e fuori, dalla dura scorza ma di animo gentile e di gran cuore, cortese e disponibile quanto puntiglioso e fermo nelle proprie convinzioni. John ha ricevuto in patria grandi onorificenze (nel 2015 nominato dalla regina Elisabetta Comandante dell¡¯Ordine dell¡¯Impero Britannico), ma ha amato l¡¯Italia e stravedeva per i circuiti di Imola e Monza come corridore, come tecnico, come spettatore. "Nella mia vita ¨C diceva John con orgoglio ¨C mi sono inchinato solamente davanti alla regina Elisabetta, al Conte Domenico Agusta, a Enzo Ferrari". Surtees aveva sempre riconosciuto che doveva alla MV Agusta per il motociclismo e alla Ferrari per l¡¯automobilismo i risultati pi¨´ fulgidi della sua luminosa e inimitabile carriera. Al patron della Casa di Cascina Costa, Domenico Agusta, Big John chiedeva di Leslie Graham e di come avesse reso competitiva, nei primi anni ¡¯50, la MV 500 4 cilindri che poi diventer¨¤ il ¡°suo¡± bolide. Insisteva anche nel voler mettersi alla guida del primo elicottero Agusta-Bell 47G del 1954 ricevendo da ¡°Mr Conte¡± un inequivocabile basso sorriso, pi¨´ esplicito di un ¡°No!¡±. A Ferrari chiedeva di Tazio Nuvolari. E la risposta del Drake veniva solo dai suoi occhi che andavano a scavare nella memoria, senza aggiungere una parola. ¡°Big John¡± metteva sul piano pi¨´ alto del Motorsport Domenico Agusta ed Enzo Ferrari, unici per passione, competenza, volont¨¤ di primeggiare e anche per il¡ non facile carattere.?
rapporto burrascoso
¡ª ?Un rapporto a volte burrascoso, per Surtees, sia con Agusta sia con Ferrari che, per¨°, al di l¨¤ dei battibecchi, ne lodava le qualit¨¤: ¡°Di John ¨C scriver¨¤ poi il Drake ¨C mi piaceva la tecnica, la passione, lo spirito che in parti uguali e senza risparmio profondeva nella battaglia della competizione. Mi piaceva la sua seriet¨¤: studiava la corsa e si preparava con coscienza e impegno: attento a ogni particolare, meticoloso, osservava gli avversari, le macchine, le caratteristiche della pista, sempre alla ricerca del particolare da sfruttare, del dettaglio da risolvere a proprio vantaggio. E cos¨¬ era anche nei confronti della sua macchina: non era mai contento perch¨¦ sapeva che in meccanica c¡¯¨¨ sempre ¡°qualcosa d¡¯altro¡± che si pu¨° scovare, in barba alla logica o al calcolo pi¨´ esatto. In corsa viveva la competizione minuto per minuto. Era un combattente generoso e non si risparmiava mai¡±.?
il complimento di fangio
¡ª ?E Manuel Fangio, cinque titoli mondiali in Formula 1, sintetizzava togliendosi il cappello davanti a Surtess: ¡°Il pilota pi¨´ completo del motorismo di tutti i tempi¡±. Arturo Magni, gran capo del reparto corse MV e ¡°ombra¡± del conte Agusta diceva di Surtees: ¡°? stato come il sole. Io lo chiamavo Toro Seduto perch¨¦ era freddo, di ghiaccio, calmissimo, mai un lamento, anche dopo le sue rare cadute. Ha vinto tutto quello che c¡¯era da vincere. Uno nato per correre¡±. S¨¬, John rimaneva pilota di ghiaccio esaltando le folle: capace di portare a sintesi l¡¯arte di correre nella sublimazione dell¡¯arte di vincere. Quindi la classe diamantina che diventa arte pura: nello stile di guida (¨¨ il primo che in curva sposta il corpo all¡¯interno, disassato dalla moto; nello scalare le marce, (una doppia da cambio¡ elettronico); nell¡¯impostare un curvone (moto che scivola con svirgolate da brivido); nel superare un avversario in staccata come non ci fosse. Il tutto ¡°al naturale¡±, con tocchi mirabili come fosse un Michelangelo, un Raffaello, un Leonardo. Un mix fra Nuvolari e Duke in moto, paragonato in F1 a Stirling Moss nel temperamento. Cosa poteva fare John, nato in una famiglia di corridori, il taciturno padre Jack sidecarista, la madre ¡°dragonessa¡± Dorothy, il fratello Norman buon fantino nelle 125? A 17 anni, nel 1951, il debutto a Thruxton con una Vincent HRD 500, poi la dura gavetta con una Norton privat, quindi il primo exploit iridato all¡¯Ulster, con la NSU ¡°Sportmax¡± 250. Nel ¡¯55 il ritorno da ¡°ufficiale¡±, castigamatti, alla Norton: 88 corse 77 vittorie, 8 volte secondo, 2 volte terzo!?
le vittorie
¡ª ?Da l¨¬, 21enne, il 19 ottobre 1955, su un tappeto di velluto (e di sterline) steso dal Conte Domenico Agusta, il gran salto quale primo pilota nello squadrone di Cascina Costa, degno erede del grande e compianto Leslie Graham. In cinque stagioni di fuoco, dal 1956 al 1960, Surtees lotta contro un lungo elenco di grandi piloti della vecchia e della nuova generazione (Duke, Masetti, Lomas, Mc Intyre, Cavanagh, Milani, Dale, Armstrong, Campbell, Sandford, Monneret, Grant, Bandirola, Lorenzetti, Zeller, Muller, Artle, Minter, Venturi, Liberati, Hocking, Hailwood) ma svetta: sette titoli iridati (tre nella 350 e 4 nella 500), 38 Gran Premi vinti, imbattuto per quasi tre anni in 25 gare iridate consecutive, frantumati tutti i primati in tutte le piste, due sole cadute! Surtees, corridore ¡°scientifico¡± e dei ¡°filotti¡± (nel ¡¯59 vince tutti i GP della 350 e della 500), inglese con lo sguardo rivolto all¡¯Italia, era davvero un gentiluomo d¡¯altri tempi. Per ¡°Big John¡±, viso tondo e slavato da eterno bambino timido e imberbe, figura da ¡°francescano¡±, curvo e impacciato a piedi quanto armonioso e sicuro sulla moto, le corse erano la sua ragione di vita.
il passaggio alle auto
¡ª ?Il canto ammaliante delle sirene delle quattro ruote lo strappa presto al motociclismo: a soli 26 anni chiude una straordinaria carriera sulle due ruote per una nuova sfida, inseguendo il mito di Nuvolari, Varzi, Rosemehier, Behra, Serafini, Ruffo. John passa dal Conte Agusta di Cascina Costa al ¡°Drake¡± di Maranello e raggiunge anche l¨¬ la vetta dove anche calibri come Mike Hailwood e Giacomo Agostini non ci riusciranno, dopo. Semplicemente ineguagliabile, Big John. Anche per il suo stile. Non solo in corsa. Bastava stargli accanto, osservarlo, quando seduto nel paddok ¨C come se l¡¯imminente battaglia che doveva sostenere di l¨¬ a poco in pista non lo riguardasse ¨C prendeva il the con la moglie Pat. John Surtees si ¨¨ spento, all¡¯et¨¤ di 83 anni, il 10 marzo 2017. Ma il suo mito vive.?
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