MotoGP e Dakar, ora la Sbk Usa. Danilo Petrucci: "In America per... comprarmi una Panda"

L'ex pilota di MotoGP con Ducati e Ktm, dopo l'avventura nella Dakar 2022 debutta in Motoamerica Sbk. "Non conosco le piste ma lo spirito è ruspante, come piace a me. Il sogno? Comprare una Panda e fare la Route 66 in moto". Le gare in diretta su Sky e Now

Volendo metterla sull’ironia, terreno sul quale con lui si va a nozze, lo si potrebbe chiamare “l’Eroe dei tre mondi”, moderno Garibaldi che dopo l’asfalto della MotoGP e il deserto della Dakar, si prepara alla conquista dell’America. Ma siccome, più che eroe, Danilo Petrucci è uno da serate in osteria, ecco che per il debutto in Motoamerica, questo weekend ad Austin assieme ai suoi ormai ex compagni della MotoGP, ha deciso di presentarsi a modo suo. E così, sul casco che Giacomo Cecchini di Starline gli ha disegnato, al posto dello storico Petrux, appare un bel The Handyman. “Avendo cambiato praticamente tre continenti e tutti i tipi di moto, vado dove c’è bisogno – ride Petrucci – Così c’è venuto in mente “Il tuttofare”, perché guido veicoli di tutti i generi”.?

Anche la Panda, della quale si è innamorato alla Dakar. Ne cercava una, l’ha trovata??

“Ho provato a comprarla, ma poi Danilone (il papà; n.d.r.) mi ha fregato dicendomi che non abbiamo il posto per tenerla a casa. Mi ha detto “se ti compri la Panda ti mando via”. Spero di trovarne una in America, se ci riesco faccio il boom”. E giù un’altra risata fragorosa.?

Danilo, come si avvicina a questa nuova sfida??

“Un po’ stanco, sto lavorando duro per trovare la forma fisica. La caduta in cross tre settimane fa non ha aiutato. Il polso e la spalla della Dakar, ora il ginocchio, mi hanno dato fastidio. Il piede almeno è guarito, fa male solo quando cambia il tempo. Ma la Dakar mi ha lasciato anche un po’ di problemi con l’intestino. Ne parlavo con il mio fisioterapista, a vent’anni mangiavo anche i sassi, salivo in bici, andavo in palestra e distruggevo tutto, ora devo scaldarmi, fare stretching, terapie, curare il cibo… sto invecchiando”.?

Cosa si aspetta??

“Sono molto curioso. Riparto un’altra volta da zero, piste, gomme, avversari, è tutto davvero nuovo”.?

La Ducati Panigale V4 com’è??

“Molto buona, mi piace tanto soprattutto a livello di motore, è molto, molto divertente. Devo capire il forcellone monobraccio e c’è il punto interrogativo di adattarla alle gomme Dunlop. A Portimao mi sono piaciute molto, a Misano invece abbiamo sofferto di chattering. Abbiamo girato poco, per fortuna la prima gara è ad Austin e conosco bene la pista”.?

E il team Warhorse??

“I test li abbiamo fatti con la supervisione degli ingegneri del reparto corse Ducati. Il mio capotecnico sarà Maurizio Perlini, storico motorista Ducati, italiani sono il mio elettronico e un meccanico. Gli altri sono tutti americani, ma la gestione tecnica è bolognese”.?

Come si immagina l’America??

“Sarà tutto nuovo, non so ancora dove vivrò. Ma lo spirito sarà quello della Dakar, prima di tutto vorrei divertirmi, perché quando ci riesco su una moto, vado anche forte. L’America me la immagino…grande. ? un campionato nazionale, dieci round con gara doppia da aprile a fine settembre, ma tutte le gare le faremo in aereo, gli spostamenti saranno anche più di quelli del Mondiale”.?

Resterà sempre fuori??

“Ogni tanto mi piacerebbe tornare a casa, ma dipende dai test. Non conosco otto piste su dieci, così mi piacerebbe anche affittare un camper per fare qualche gara on the road. Uno dei sogni è la Route 66 con la moto, non credo ci riuscirò adesso, ma intanto ho questa curiosità di scoprire il più possibile. Anche delle gare, sono molto rustiche, non ci sono i box, non c’è nulla di quello a cui ero abituato”.?

Beh, il suo carattere è un po’ quello, no??

“Sì sì. Soprattutto ho visto molti piloti che hanno corso in quel campionato, da Toni Elias a Neil Hodgson o Ben Spies, felici. Tutti mi hanno parlato bene di questa esperienza”.?

Anche se debuttante, è lei il pilota da battere.?

“? chiaro che voglio andare lì per far bene. Non so quanto sia difficile vincere, quanto sia duro il campionato, però voglio far bene. Ma le piste sono particolari e ci vorrà tempo per capirle”.?

Debutta trovando facce conosciute.?

“? curioso che ho fatto la mia ultima gara di MotoGP e alla mia prima gara in MotoAmerica ritrovo tutti. Ho voglia di salutare tante persone. Essendo una gara di contorno della MotoGP abbiamo orari assurdi, tipo le prove alle 8 della mattina e alle 17. Quando li vedevo nel passato dicevo “mamma mia, poveracci, si devono alzare alle 5”, mai mi sarei aspettato che un giorno sarei stato uno di loro. Ma sono abituato, alla Dakar sono partito anche alle 4 della mattina…”.?

C’è la possibilità di fare qualche wild-card nel Mondiale Superbike o MotoGP??

“Se c’è la possibilità mi piacerebbe. Ma prima voglio vedere come va il campionato. Se poi da parte di Ducati c’è la voglia di fare qualche gara in Superbike sarei contento, in MotoGP non credo ci sia la possibilità, ma chi lo sa?”.?

Dando un’occhiata al Mondiale, che idea si è fatto?

“Intanto pensavo di non essere più interessato alla MotoGP, invece guardo ancora con piacere tutti i turni, la MotoGP è bellissima da fare ma anche da vedere. Ho visto tanta confusione in Thailandia ed è stato emozionante vedere Espargarò e l’Aprilia vincere in Argentina. ? ancora difficile fare un pronostico, ma direi che le Ducati sono le moto da battere, anche se partire con i favori del pronostico li ha un po’ messi in difficoltà. E sono contentissimo per Bastianini”.?

? presto, ma sta pensando alla Dakar 2023?

“Ancora no, ma per giugno-luglio vorrei capire. Ho visto che correndola si sono quasi dimenticati che io avessi corso in MotoGP per dieci anni, è stata la cosa più bella che potessi fare. Ma al di là del risultato, è piaciuto il modo di raccontarla. Anche grazie alla Gazzetta lo abbiamo fatto come mai nessuno, è stato bello vedere l’entusiasmo che ha riacceso nella gente. Per questo mi piacerebbe rifarla. Ma prima c’è l’America”.