Lorenzo prudente, Vi?ales e Rins in agguato, Petrucci ci prova. L’iridato: “? lo sport motoristico pi¨´ bello di tutti”. Il Dottore: “Sono tutti fortissimi, un piccolo errore e lotti per il 7ˇă posto”
Vinales, Marquez e Lorenzo. Afp
L’entusiasmo ¨¨ sempre quello del primo giorno di scuola. Puro, genuino, febbrile. Perch¨¦ l’unica cosa che a questi ragazzi interessa ¨¨ di indossare la tuta, allacciare il casco e poi, via, sfrecciare a oltre 300 all’ora su un rettilineo, staccare mezzo metro pi¨´ in l¨¤ del rivale, piegare sfidando le leggi della fisica, inventarsi il sorpasso impossibile. “? la prima gara, ma l’atmosfera ¨¨ quella dell’ultima che assegna il Mondiale, tutti sono carichi al massimo. E per questo bisogna stare molto, molto attenti” dice Danilo Petrucci. Che dal momento in cui ¨¨ salito sulla Ducati ufficiale si ¨¨ trasformato. Diversa la dieta, diverso l’allenamento e, soprattutto, una collaborazione vera con Andrea Dovizioso hanno contribuito a plasmare il Danilo 2.0. Pi¨´ complicato invece l’inverno di Jorge Lorenzo, tra un finale 2018 da incubo (la caduta di Aragon, il volo in Thailandia, out 5 gare) e da un avvio reso complicato dalla frattura allo scafoide sinistro che gli ha fatto saltare i test in Malesia. “Mi servirebbe un altro mese per essere al 100%, ma gi¨¤ adesso guido abbastanza bene, i test sono stati buoni, abbiamo un motore pi¨´ potente e veloce e qui la Honda porter¨¤ qualcosa di nuovo per rendermi la vita pi¨´ facile. Mi mancano tanti chilometri, ma sono pronto”. Scalpita anche Maverick Vi?ales, velocissimo nei test e, soprattutto, senza ombre sul viso. Per molti, Maverick potrebbe essere l’uomo da battere domenica, ma come lui c’¨¨ Alex Rins, con una Suzuki cresciuta soprattutto sul ritmo. “Io non mi sono mai sentito meglio, abbiamo chiuso il 2018 in crescendo e lavorato per migliorare soprattutto in frenata e velocit¨¤ assoluta. Guido senza pressione e mi diverto” assicura.
DOVIZIOSO —
Come un serpente sotto la sabbia del Qatar. Andrea Dovizioso sa di essere insidioso, ma non vuole farsi vedere. Resta nascosto e pronto a colpire, con il desiderio di essere letale e dare un altro morso velenoso. Come quello con cui l’anno scorso qui a Losail paralizz¨° Marquez, battuto per soli 27/1000 in volata. Spera soprattutto, per¨°, il Dovi di poter finalmente portare a casa la preda grossa a fine anno, dopo due stagioni da vicecampione del mondo. La sua Ducati qui ¨¨ fra le favorite, ma lavorare sotto traccia per il Dovi non significa fare pretattica: “Noi sappiamo bene com’¨¨ la nostra situazione, ma non conosciamo quella dei nostri rivali. Qui storicamente andiamo bene, siamo reduci da un 2018 molto positivo per me e per il team e abbiamo lavorato sulle rifiniture partendo da una base molto buona. Mi aspetto di essere competitivo perch¨¦ la Ducati qui ¨¨ forte, ma dovremo vedere che condizioni troveremo: vento e sabbia qui incidono molto”. Fra gli avversari spicca il duo Honda, con un box blasonato e potenzialmente caldo come quello formato da Marquez e Lorenzo. “Dall’esterno ¨¨ dura giudicare: Marc ¨¨ difficile da battere, Lorenzo ¨¨ forte e so da vicino quali risultati sia capace di conseguire. Se ¨¨ un mix di cui potremo avvantaggiarci? Non lo so se per noi sia un bene o un male… (ma sorride, n.d.r)”.
ROSSI —
“Non hanno neanche pi¨´ rispetto di me, messo l¨¬ ai margini del tavolo” ride Valentino Rossi dopo la conferenza stampa. Il pi¨´ vecchio del Mondiale, 40 anni da quasi un mese, vicino al pi¨´ giovane, Fabio Quartararo, neanche 20 anni. Quando Vale vinceva la prima gara in 500, il 7 luglio 2000, il francese della Yamaha Petronas aveva poco pi¨´ di un anno. “Glielo ho detto, potrebbe essere mio figlio, pi¨´ giovane di due anni di mio fratello Luca e gi¨¤ in MotoGP. La sua ¨¨ una carriera strana, era arrivato come un genio, si era un po’ perso ma ora sta dimostrando una gran velocit¨¤. Certo, questa differenza mi rende un po’ triste…” sorride Vale. Nonostante in carriera ne abbia viste di tutti i colori, anche per Rossi questa ¨¨ la stagione del Grande Boh. “Non c’¨¨ mai stato un Mondiale cos¨¬ livellato, 7-8 piloti e 3-4 moto diverse a giocarsi il podio. Gli ufficiali sono tutti a posto, la Ducati va forte, Jorge arriver¨¤ e la sua sfida con Marquez sar¨¤ la chiave della stagione, la Suzuki con Rins ¨¨ veloce, noi Yamaha anche. Ogni domenica parti con la possibilit¨¤ di fare podio, ma se fai un piccolo errore lotti per il 7ˇă. Sono tutti fortissimissimi”. A tranquillizzarlo il lavoro fatto in inverno. “Ci vorranno 5-6 gare per capire, ma la Yamaha ha lavorato duro: il bilanciamento ¨¨ buono, il time attack non ¨¨ andato male. Dovremo lavorare sui dettagli”.
MARQUEZ —
Tutto un altro Marc Marquez. O, per meglio dire, ecco il solito Marquez: allegro e positivo. “Sono vicino al mio 100%” conferma sorridente. La paura ¨¨ passata, Marc ¨¨ pronto per la nuova stagione: come accade dal 2014, secondo anno in MotoGP, dopo aver conquistato il titolo al debutto, ¨¨ lui il pilota da battere. “Impossibile dirlo adesso, ogni stagione si riparte da zero — rimane prudente —. Per quello che si ¨¨ visto in inverno, Ducati e Yamaha sono cresciute ulteriormente e pure la Suzuki con Rins ¨¨ stata velocissima. Ma anche noi siamo pronti, la Honda ha lavorato bene”. Con il passare degli anni, si potrebbe ipotizzare un Marquez pi¨´ attento e in qualche modo pi¨´ prudente, ma il sette volte iridato non sembra avere nessuna intenzione di cambiare mentalit¨¤. “Nel 2017 sono scivolato 27 volte, nel 2018 23, vincendo comunque il titolo — risponde a chi gli chiede delle tante cadute —. ? quello che conta: mi va benissimo finire a terra cos¨¬ tanto, se poi divento campione. Bisogna per¨° provare a gestire la situazione in modo differente”. Sull’inverno, puntualizza: “? stato strano, ho dovuto preoccuparmi pi¨´ della mia salute che della RC213V. Ma ci sono 19 GP per fare crescere la moto ulteriormente”.
Ianieri-Brizzi-Zamagni
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