Nel Mondiale 2019 si sono registrate 971 cadute contro le 1077 del 2018. Ma un tempo i numeri erano superiori e le conseguenze pi¨´ gravi
Non ¨¨ vero che Marc Marquez, almeno quest¡¯anno, primeggia in tutte le classifiche per cadute. Il dominatore della MotoGP 2019 ¨¨ stato infatti "battuto" in questa particolare classifica da Johann Zarco e da Jack Miller, giungendo terzo ex aequo con Francesco Bagnaia. Nella stagione appena conclusa, appunto, c'¨¨ in vetta il pilota francese, cui va il "premio" di cascatore n¡ã1, la medaglia di¡ "latta" con 17 fori corrispondenti al numero delle sue scivolate. Quindici le cadute di Miller, 14 quelle di Bagnaia e di Marquez. Chi ha strisciato a terra meno carene e tute? Dovizioso (solamente 4 cadute), con Vi?ales e Quartararo sull¡¯asfalto 6 volte ciascuno. E Rossi? In totale, a terra 8 volte, esattamente come lo scorso anno, comunque in aumento, quadruplicando il proprio standard di solo 2 cadute a weekend come nel 2014 e dintorni.
Marquez, nel 2018 a terra 23 volte
¡ª ?Per gli amanti delle statistiche, nel 2018 Marquez cadde ben 23 volte, senza contare i salvataggi in extremis. L'asso della Honda era andato a terra addirittura 27 volte nel 2017, addizionando dal 2013 al 2017 ben 83 voli per un totale di 106! Se quest'anno Zarco svetta con le sue 17 cadute, la medaglia del 2018 ¨¨ andata ad Alvaro Bautista (21 volte a terra) seguito da Xavier Simeon (18). Quattro cadute per Petrucci e Vi?ales. Dovizioso (5), Rossi (8), Iannone e Morbidelli 11 volte ciascuno.
Moto3: comanda Booth-Amos
¡ª ?Tornando al 2019 il re delle cadute ¨¨ stato il gallese della Moto3 Booth-Amos (22 cadute); con il turco Can Oncu, il britannico Sam Lowes, il giapponese Kaito Toba degni competitors rispettivamente con 21, 20 e 19 cadute. Fra gli italiani svettano Bezzecchi (18 cadute) e Vietti (17). La classe cadetta ¨¨ in testa con ben 404 crash (una cinquantina in pi¨´ rispetto al 2018 con un GP in meno ma distanti dalle 463 cadute del 2008) seguita dalla Moto2 (347 contro i 418 del 2018) e dalla MotoGP, in totale a terra "solamente" 220 volte, invertendo cos¨¬ la tendenza delle ultime stagioni, sempre oltre le 300 cadute. Complessivamente si cade di pi¨´ in gara; poi nelle FP2 (per MotoGP e Moto3) e nelle FP3 (Moto2). InsidiosoIl circuito pi¨´ insidioso resta Le Mans (90 cadute) ma in questa classifica incidono le condizioni meteo: nell¡¯ultimo round 2018 a Valencia sotto il diluvio ci furono ben 155 incidenti! Nel 2019, complessivamente nelle tre classi iridate 2019, ci sono state 971 cadute, contro le 1077 del 2018. Sostanzialmente i numeri sono in linea con quel che accade oramai da una decina di anni, con attorno a mille cadute, una pi¨´ una meno. Le cadute, si sa, sono da sempre una componente costante e non eliminabile delle corse di moto anche se le conseguenze sono oggi fortunatamente meno traumatiche di una volta. Per capire meglio l¡¯attualit¨¤ ¨¨ doveroso tornare al passato.
Oltre 150 i piloti deceduti
¡ª ?Tralasciando gli innumerevoli incidenti e i tanti piloti periti nelle corse prima del 1949, il motomondiale sin dalla sua prima stagione ¨¨ segnato da una lunga lista di piloti sbalzati dalla moto e volati sull¡¯asfalto, feriti e purtroppo anche deceduti. In 69 anni il campionato iridato ¨¨ stato sempre caratterizzato dagli incidenti ed ¨¨ stato pi¨´ volte listato a lutto per le tragedie di uno sport affascinante quanto implacabile: oltre 150 i piloti che hanno perso la vita. Qui ricordiamo i pi¨´ noti: al TT inglese del 9 giugno 1949 muore l¡¯inglese Ben Drinkwater (Norton); nel 1951 (15 giugno Albi GP Francia) muoiono Dario Ambrosini (Benelli) e Gianni Leoni e Sante Geminiani (15 agosto Ulster) della Guzzi; nel 1952 (18 maggio GP Svizzera) tocca a Ercole Frigerio (Gilera); nel 1953 (12 giugno TT) Leslie Graham (MV Agusta); nel 1954 (4 luglio GP Belgio Spa) Gordon Laing (Norton) e (11 settembre Monza GP Italia) Rupert Hollaus (Nsu); nel 1957 (6 luglio Spa) Roberto Colombo (MV Agusta); nel 1959 (7 settembre Monza) Adolfo Covi (Norton); nel 1960 (23 luglio GP Germania Nurburgring) Bob Brown (Honda); nel 1962 al TT Tom Phillis (Honda) e Bob Mc Intyre (Honda): nel 1969 (12 luglio Sachsenring) Bill Ivy (Jawa); nel 1970 (2 maggio GP Germania Ovest) Robin Fitton (Norton) e Santiago Herrero (10 giugno TT) Ossa; nel 1971 (4 luglio Spa) Cristian Ravel (Kawasaki) e (8 luglio Sachsenring) Gunter Bartusch (MZ); nel 1972 (9 giugno TT) Gilberto Parlotti (Morbidelli); nel 1973 (20 maggio Monza) Renzo Pasolini (HD) e Jarno Saarinen (Yamaha).
Nel 1974 (8 settembre Abbazia) Billie Nelson (Yamaha); nel 1976 (16 maggio Mugello GP Italia) Otello Buscherini e Paolo Tordi (Yamaha); nel 1977 (3 aprile Imola 200 Miglia) Pat Evans (Yamaha), (1 maggio Salzburgring) Hans Stadelmann (Yamaha), (18 giugno Ryeka) Giovanni Ziggiotto (Harley Davidson); nel 1977 (19 giugno Ryeka) Ulrich Graf (Kreidler); nel 1980 (12 agosto Silverstone) Patrick Pons (Yamaha) e Malcom White (Yamaha); nel 1981 (31 maggio Ryeka) Michel Rougerie (Yamaha), (11 luglio Imola) Sauro Pazzaglia (MBA), (30 agosto Brno) Alain Beraud (Yamaha); nel 1982 (15 agosto Imatra) Jock Taylor (Yamaha); nel 1983 (29 marzo Le Mans) Iwao Ishikawa (Suzuki), (3 aprile Le Mans) Michel Frutschi (Honda), (12 giugno Ryeka) Rolf Ruttimann (MBA), (31 luglio TT) Normann Brown w Peter Huber (Suzuki); nel 1984 (12 luglio Spa) Kevin Wretton (Suzuki); nel 1988 (21 luglio Le Castellet) Alfred Heck (Lcr); nel 1989 (29 maggio Hochenehim) Ivan Palazzese (Aprilia); nel 1993 (1 maggio GP Spagna) Nobuyuki Wakai (Suzuki); nel 1994 (12 giugno GP Germania) Simon Prior (Lcr); nel 2003 (6 aprile GP Giappone) Daijiro Kato (Honda); nel 2010 (5 settembre Misano) Shoya Tomizawa (Suter); nel 2011 (23 ottobre GP Malesia) Marco Simoncelli. Da questo lungo elenco sono esclusi i piloti deceduti in gare extra iridate (Guido Leoni e Raffaele Alberti a Ferrara; Luigi Alberti a Monza; Renato Magi a Terracina; Mario Mastellari a Schotten; Paolo Geminiani a Locarno nel 1951; Ray Amm nel 1957 a Imola; Angelo Bergamonti nel 1970 a Riccione; Renato Galtrucco, Carlo Chionio e Renzo Colombini nel 1973 a Monza) e in prove libere su circuiti e su strade (Libero Liberati nel 1962, Sandrino Cinelli nel 1967) ¨C solo per citarne qualcuno - in Italia e nel mondo, sicuramente altri 100 corridori deceduti, in totale, sopra i 200 considerando il TT. Per non parlare dei tanti centauri rimasti feriti gravemente.
Il tema della sicurezza
¡ª ?Il tema non facile della sicurezza ¨¨ sempre stato presente, pur se spesso sottovalutato e affrontato in modo inadeguato. Nelle corse le cadute fanno parte del "gioco", il rischio non ¨¨ eliminabile e anzi ¨¨ una componente di questi sport: ¨¨ uno degli ingredienti del suo fascino. Si punta verso la ricerca della massima sicurezza, addirittura con l¡¯obiettivo dell¡¯annullamento del pericolo. Che, per¨°, resta un¡¯utopia perch¨¦ c¡¯¨¨ l¡¯imponderabile legato all¡¯errore umano, alla rottura meccanica, al fato sfavorevole. La sicurezza nelle corse ha fatto passi da gigante. Si pu¨° fare di pi¨´? Si deve.
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