Pro e contro della scelta della classe regina di aumentare le corse alla ricerca di nuovi guadagni. Ma con l¡¯uscita di Rossi e i costi che si alzano, qualche dubbio affiora
Il Motomondiale 2021 si avvia alla conclusione con i due ultimi round del 7 novembre a Portimao e del 14 novembre a Valencia. In totale 18 GP che diventeranno 21 nel 2022. Cos¨¬, dal 6 marzo al 6 novembre 2022 ci sar¨¤ la stagione pi¨´ lunga di sempre, 21 gare in otto mesi, dopo 73 anni di Motomondiale. Di fatto, il campionato del mondo di motociclismo segue la linea tracciata dalla F1 automobilistica, pronta a disputare nella prossima stagione 23 gare iridate, gi¨¤ previste quest¡¯anno ma non raggiunte per il calendario stravolto dalla pandemia. Perch¨¦ tante gare in una stagione? Questione di business: nella logica che se il Circus guadagna 1 in un round, guadagna 10 in dieci round e 20 in venti round dividendo la torta (non in parti uguali) sempre pi¨´ grande, fra i protagonisti. Ma ¨¨ davvero cos¨¬ o c¡¯¨¨ un punto di non ritorno oltre il quale, aumentando a dismisura le gare, il gioco non vale pi¨´ la candela e anzi diventa un boomerang?
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Le corse tricolori
¡ª ?Dal 1949, il Motomondiale ¨¨ stato il centro del motociclismo, lo sport utile soprattutto per la promozione delle Case impegnate e anche per lo sviluppo tecnico della produzione di serie. Ma a differenza degli ultimi due/tre decenni, almeno dal dopoguerra fino all¡¯epopea di Giacomo Agostini e verso gli Anni ¡¯80, il Motomondiale non occupava tutta la scena del motociclismo: basti pensare in Italia alle corse di gran fondo (Motogiro e Milano-Taranto) e poi alla Mototemporada Emiliano-romagnola allargata che alimentava interesse della gente e business ben oltre il perimetro del settore, a cominciare dal turismo. Erano corse ¡°tricolori¡± con valenza internazionale (di fatto gare pre mondiali) che anticipavano e chiudevano la stagione di corse con al centro il ¡°mondiale¡±, collocato di fatto nella stagione estiva, con round che si contavano sulle dita delle due mani. Mondiale di grandi corse (5 cilindrate), grandi piloti, grandi Case con super moto, grande pubblico sugli spalti (come e pi¨´ di oggi), ma senza il supporto della diretta tv, quindi scarso interesse da parte delle aziende sponsor con la conseguenza che il convento era povero e i frati pure.
Piloti paganti
¡ª ?Fino alla fine degli Anni ¡¯70 i piloti italiani partecipanti all¡¯intero campionato si contavano sulle dita di una mano. Solo i (nostri) piloti ufficiali riuscivano ad essere ¡°professionisti¡± (cio¨¨ a vivere di corse), gli altri, cio¨¨ oltre il 90%, pagavano tutto di tasca propria. Ecco perch¨¦, mancando moto competitive e soldi per le trasferte, i corridori italiani (non solo loro) disertavano il motomondiale, comunque per anni un ¡°campionato europeo¡± in quanto fatto su circuiti in Europa. Andando indietro nel tempo, il Motomondiale nato nel 1949, nelle sue prime 12 edizioni non ha mai toccato i 10 round stagionali (da un minimo di sei a un massimo di nove), raggiungendo 11 round nel 1961, 12 nel 1963, 13 nel 1965, toccando i 15 GP per la prima volta nel 1987. Addirittura agli inizi il campionato si svolgeva nell¡¯arco di tre mesi (dai primi di giugno ai primi di settembre) aumentando a quattro mesi e poi a quasi cinque, come nel 1952 con l¡¯inizio il 17 maggio e la fine il 5 ottobre.
Prima volta a novembre
¡ª ?La prima volta che il campionato si allunga fino a novembre accade nel 1963 con il GP di Suzuka in Giappone (la gara che cost¨° il titolo della 250 al binomio italiano Provini-Morini) del 10 novembre. Fino al 1960 tutte le gare venivano disputate, come detto, su circuiti europei con la prima gara oltre Oceano nel 1961 in Argentina in un campionato di quasi sei mesi, dal 23 aprile al 15 ottobre. La prima volta che il mondiale sbarca in Giappone nel 1963, in Europa ¨¨ pieno inverno, il 2 febbraio 1964: mai pi¨´ si correr¨¤ cos¨¬ presto, se non al GP di Francia di Le Castellet il 30 marzo 1975. Poi si scende ancora: nel 1977 il mondiale parte il 20 marzo con il GP del Venezuela, un giorno prima l¡¯anno dopo e ancora un altro giorno prima due anni dopo, 1979. A met¨¤ anni ¡¯90, dal 1994, il campionato si allunga con inizio il 27 marzo in Australia e il 9 ottobre in Catalunya: ancor pi¨´ nel 1996 con il GP d¡¯Australia il 20 ottobre, superato nel 1998 con il GP d¡¯Argentina del 25 ottobre. Due i record del 1999: il campionato conta 16 round, per la prima volta sopra il tetto dei 15 terminando con il GP d¡¯Argentina del 31 ottobre, mai cos¨¬ avanti dal 1949. Ancora record nel 2001, ultimo anno prima della fine della classe 500 e del debutto della MotoGP: il campionato termina con il GP del Brasile il 3 novembre, mai cos¨¬ avanti! Nel 2018, la 70esima edizione del motomondiale si disputa tra il 18 marzo e il 18 novembre su 19 prove, mai cos¨¬ tante! Nel 2020, nella bufera della pandemia, si disputano 15 GP con la chiusura a Portimao il 22 novembre, mai cos¨¬ tardi. Il resto ¨¨ cronaca. Ora, pandemia permettendo, il Motomondiale cerca nuovi spazi, nuovo pubblico, nuovi sponsor presentandosi nelle principali aree strategiche del globo.
Questione di business
¡ª ?Il motociclismo show-business di questo ultimo ventennio ha consentito un salto di qualit¨¤ complessivo per l¡¯intero Circus con vantaggi per tutti i protagonisti e anche per gli appassionati. Indietro non si torna ma c¡¯¨¨ il rischio che la macchina delle corse si ¡°ingolfi¡± perch¨¦, anche in questo caso, il ¡°troppo stroppia¡±. Troppa tecnologia, troppa velocit¨¤ e potenza, troppi costi, troppa voglia di appiattire (anche tecnicamente) per un concetto di show che, se esasperato e reso sempre pi¨´ virtuale, rischia di confondere il Circus della velocit¨¤ con il circo equestre, la corsa vera con quella delle play station. Esempi ci sono gi¨¤: basti pensare alla Moto2 monomarca, alla Moto3 (quasi) monomarca, e anche alla MotoGP che pur con la presenza di Yamaha, Ducati, Honda, Ktm, Aprilia rischia di diventare ¡°monotona¡± almeno tecnicamente. Il compianto presidente della Ferrari Sergio Marchionne richiam¨° duramente Chase Carey di Liberty Media, la societ¨¤ USA proprietaria della F1, dicendo che la Casa di Maranello rifiutava una Formula 1 tipo Nascar, il campionato americano tutto show-business disputato con vetture sostanzialmente tutte uguali fra loro.
Rischio indigestione
¡ª ?Uno dei limiti di quel campionato, diceva Marchionne, ¨¨ dato anche dal calendario, con pi¨´ di trenta round a stagione, con il rischio di indigestione da corse. Se sul piano tecnico pare che i nuovi regolamenti F1 non appiattiscono oltre modo le auto, sul calendario il promoter punta a un allungamento del campionato, oltre le 23 gare del 2022, per superare quota 25 emulando alla fine il Nascar americano. Un¡¯idea che aleggia anche nel Motomondiale-MotoGP con una base centrale e fissa di GP, cui far ruotare altri circuiti in una logica planetaria. Business is business, si dir¨¤. Certo ed ¨¨ legittimo. Ma c¡¯¨¨ il rischio di abbagli, con un dopo Valentino Rossi con conseguenze tutte da verificare rispetto all¡¯interesse di una MotoGP senza pi¨´ il ¡°Dottore¡±: quanta gente resta davanti alla tv, quanta gente torna sulle tribune dei circuiti, quanti sponsor continuano a sborsare cifre importanti per coprire i costi ingenti delle Case che corrono e per pagare i piloti, specie quelli sopra i 10 milioni di euro annui. Le risposte non sono cos¨¬ scontate come sembra.
Pi¨´ gare, pi¨´ costi
¡ª ?Aumentare oltremodo il numero di gare significa per Case e Team incrementare i costi, addirittura portando a una rotazione del personale (da aumentare) e riorganizzando la struttura corse in casa e nel box, bilanciando i compiti di ognuno e facendo bene i conti per non affondare. Non solo. Il nocciolo ¨¨ il ¡°valore¡± di ogni singola gara e dell¡¯intero campionato, oggi e domani, non riferito al passato. Siccome nella logica show-business anche le corse sono un prodotto di marketing, c¡¯¨¨ da vedere se inflazionando il mercato quel prodotto mantiene lo stesso appeal e lo stesso valore. Quante decine di milioni di telespettatori, oltre lo zoccolo duro degli aficionados, sono davvero interessati a stare per ore davanti alla tv due giorni a settimana per una ventina di settimane o di pi¨´? Insomma, pi¨´ della quantit¨¤ conta la qualit¨¤. Il troppo stroppia e l¡¯esclusivit¨¤ dell¡¯evento resta il valore da preservare e consolidare.
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