Compie 55 anni il campione australiano che ha vinto 5 titoli consecutivi nella top class risorgendo dall'infortunio del 1992, quando il dott. Costa gli salv¨° una gamba. Corse zoppicante superando il dolore e tra il 1994 e il '98 fu insuperabile
Un dominio assoluto fra due parentesi. Di dolore, sofferenza e rinascita. La carriera sfolgorante dell¡¯australiano Michael Doohan, per tutti Mick, che oggi compie 55 anni, ¨¨ tutta qui: racchiusa fra due incidenti che ne hanno segnato un percorso agonistico sempre tracciato nel segno della Honda, con cui ha conquistato 5 titoli mondiali, di fila, in top class, con 54 vittorie. Numeri sfavillanti, degni di uno dei piloti pi¨´ titolati di sempre, che ha segnato l¡¯era delle 500 negli Anni ¡¯90.
L'angelo Costa
¡ª ?La sua gloriosa planata per¨° non sarebbe nemmeno iniziata senza un rapimento. Ordito da un medico, il dottor Claudio Costa, l¡¯angelo custode dei piloti, che vol¨° appositamente da lui nell¡¯ospedale di Groningen per portarlo via dal reparto in cui era ricoverato per una bruttissima frattura a tibia e perone della gamba destra, rimediata nelle qualifiche del Gp di Assen, il 27 giugno 1992. Operato per ridurre la lesione, Mick fu a rischio amputazione per un¡¯infezione che mise addirittura in bilico, non solo la carriera, ma la sua stessa vita. Portato via di peso, Doohan fu salvato dal dottor Costa, che lo cur¨° come un figlio con lo stratagemma di legare fra loro le gambe, in modo che l¡¯arto sano potesse irrigare quello maciullato. Fu la svolta della vita di Mick, la parentesi che si apre.
In mostra
¡ª ?Fino a quel punto Mick, nato il 4 giugno 1965 a Brisbane, sulla Gold Coast, e arrivato al motomondiale nel 1989 dopo aver iniziato a correre a 9 anni, lasciato la scuola a 15 per lavorare in cantiere ed essersi cimentato nella Superbike del suo Paese con la Yamaha, si era gi¨¤ messo in mostra. Stile ruvido e brutale, ma produttivo di traiettorie pulite e poi modificato a seconda delle curve a destra o sinistra in seguito all¡¯infortunio, Doohan colse la prima vittoria in Ungheria nel 1990 e si distinse in un gran duello contro la Yamaha di Wayne Rainey, che lo sopravanz¨° di soli 9 punti nel mondiale 1991. Il suo 1992 era iniziato da dominatore, con 5 vittorie e 2 secondi posti nelle sette gare disputate. Era inarrestabile, Doohan. Fino a quella caduta in Olanda e la gamba maciullata sotto la carena della sua Honda. L¨¬ Mick mette da parte le doti tecniche e sposa quelle caratteriali: stringe i denti, lotta, soffre, zoppica e fa di tutto per difendere il suo primato negli ultimi due GP della stagione. Risale in sella meno di due mesi dopo, il 22 agosto, ma il 12¡ã posto del GP del Brasile e il 6¡ã in Sudafrica non furono sufficienti. Per 4 punti il titolo and¨° a Rainey, ma Doohan fu il vincitore morale in quel 1992. L¨¬ l¡¯australiano costruisce la sua storia, che ha contorni a tratti da leggenda. Con un arto menomato, che lo fa vistosamente zoppicare costringendolo pure a spostare il freno posteriore sulla manopola di sinistra per azionarlo con il pollice, Doohan lotta e vince contro l¡¯avversario pi¨´ ingombrante che si sia trovato davanti: se stesso. Cosa che lui dichiar¨° apertamente.
Dominatore
¡ª ?Una parentesi nel 1993, quando il destino fa amaramente uscire di scena Rainey premiando l¡¯estro inarrivabile di Kevin Schwantz e in cui Doohan si segnala soprattutto per lo strike di Donington su Barros e lo stesso texano, e dal 1994 Mick non fa pi¨´ prigionieri. Vince a mani basse. Uno, due, tre, quattro, cinque titoli mondiali di fila, facendo brillare i colori del suo casco iconico, che riproduce la bandiera australiana, nel binomio imbattibile con la Honda. Mick non si poteva scalfire, abile a schivare come birilli gli avversari di turno, prima Luca Cadalora (Yamaha), poi il suo connazionale Daryl Beattie (Suzuki), il compagno Alex Criville, il giapponese Tadayuki Okada (Honda) e Max Biaggi (Honda). Non certo un parterre paragonabile ai vari Lawson, Rainey e Schwantz, va detto, ma lui si impose come un dittatore. Nelle cifre e nei modi. Il suo record di 12 vittorie in una stagione (1997), per dire, ¨¨ stato battuto solo da Marc Marquez (2014). Non esattamente amato dal paddock e dai colleghi, l¡¯australiano pass¨° dal fondo (del letto di Assen) al tetto del mondo con una grinta fuori dal comune, spesso molto simile a una spavalda arroganza. Un esempio, per¨°, di riscatto, forza e rinascita, con un carattere non certo diplomatico. Famosi gli attacchi con Criville, che accusava platealmente di copiargli assetti e scie e che non riteneva al suo livello ¨C memorabile una litigata in Australia nel 1998 dopo che lo spagnolo sbagli¨° una staccata su di lui innescando un duplice ritiro ¨C e con Max Biaggi, con cui duell¨° in pista e polemizz¨° fuori arrivando a dire: ¡°? veloce e ha talento, ma si lamenta sempre e cerca troppe scuse perch¨¦ ¨¨ insicuro¡±.
La parentesi si chiude
¡ª ?Dopo il 1998 al veleno ¨C resta l¡¯ombra di quella bandiera nera a Biaggi in Catalunya che mand¨° fuori giri un Max fin l¨¬ tenacissimo debuttante nel mondiale 500 e leader della classifica -, la parentesi di Doohan si chiude nelle stesso modo in cui si era aperta. Su un letto di ospedale. Ricoverato per una brutta caduta nelle libere del GP di Jerez ¨C fatale la riga bianca scivolosa per l¡¯acqua che rende le ruote della Honda ingovernabili ¨C in cui rimedia la frattura di polso, spalla e gamba. La destra, ancora lei, quella di Assen e del rischio cancrena. ? lo stop. Stavolta definitivo. La sua parabola si chiude cos¨¬, fermato da un destino che per¨° era riuscito a ribaltare con carattere, sofferenza, passione e forza di volont¨¤. Doohan ha rappresentato la Honda prima dell¡¯era Valentino Rossi, cui in pratica ha passato il testimone, e Marc Marquez. Di loro dice questo: ¡°Valentino mi sarebbe piaciuto averlo in squadra, sarebbe stata una sfida dura per entrambi. Resta straordinario a 41 anni per dedizione e impegno, ma al momento ¨¨ difficile dire se c¡¯¨¨ qualcuno che possa avere la velocit¨¤ di Marc Marquez: lui ¨¨ l¡¯unico che potrebbe fare a meno dell¡¯elettronica sulle moto di oggi¡±. Oggi Mick continua a seguire il mondo delle moto, si occupa di affari nei trasporti nell¡¯aviazione civile e segue il figlio Jack, membro del Red Bull Junior Team e impegnato nella Formula 3. Auguri!
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