Nel 1977 il tracciato inglese prese il posto in calendario del Tourist Trophy, disputato con validit¨¤ iridata dal 1949 al 1976: fu la premessa della svolta del campionato, con la successiva nascita dell'IRTA e la moderna gestione di sponsor, organizzazione e sicurezza poi ereditata dalla Dorna
Il Motomondiale riparte da Silverstone, circuito tecnicamente duro, passato alla storia perch¨¦ nella sua prima edizione del 14 agosto 1977 sostituiva il mitico Tourist Trophy, disputato con validit¨¤ iridata dal 1949 al 1976. Quel primo GP iridato che si svolgeva in Inghilterra resta nella storia. Non solo per la sostituzione del TT dell¡¯Isola di Man, con il suo giro di 60,721 Km fra strapiombi, saliscendi, muretti, marciapiedi, pali, n¨¦ per il modesto piazzamento finale di Giacomo Agostini (Yamaha) nella 500, nono a un giro dal vincitore Pat Hennen, ma soprattutto perch¨¦ quella fu l'ultima gara iridata per il fuoriclasse di Lovere. Era un altro mondo, un altro motociclismo.?
la sicurezza e le piste dell'epoca
¡ª ?Per capire di cosa si sta parlando basti pensare che in quella prima gara della 500 a Silverstone arrivarono al traguardo solo 13 piloti (primo degli italiani, Gianfranco Bonera, 4¡ã), con ben 25 corridori ritirati per cadute o rotture meccaniche. Facile capire che il Tourist Trophy dell¡¯Isola di Man era stato abbandonato per problemi di sicurezza: su quel circuito stradale, dal 1907 a oggi (perch¨¦ si continu¨° a correre anche dopo il 1976 se pur non pi¨´ con validit¨¤ mondiale), in 113 edizioni ci sono infatti state 265 vittime. Anche il primo Silverstone, in fatto di rischi, non scherzava, ma era un circuito sicuro se paragonato ad altri in cui si correva all'epoca. La lista comprende Salisburgo; Hockenheim; Spa-Francorchamps di 14,12 Km, dove Barry Sheene aveva girato alla velocit¨¤ media di gara pi¨´ alta di sempre, 217,37 Km/h; Imatra, dove i piloti attraversavano anche le rotaie dei treni; il vecchio Nurburgring e i nostri Monza e Imola old time, oltre ai circuiti cittadini dove si correva ogni domenica per gare di campionati nazionali di ogni livello.?
il primo sciopero
¡ª ?Il primo vero sciopero dei piloti, soprattutto per la sicurezza, ma anche per gli ingaggi, era gi¨¤ stato fatto prima, al Nurburgring, il 27 aprile 1974: i corridori per la prima volta dicono basta dopo il rifiuto degli organizzatori di coprire con 10 mila balle di paglia le 173 curve lambite dal guard-rail. Con l'appoggio delle case, i corridori decidono di non schierarsi sulla linea di partenza e il comunicato con le motivazioni dello sciopero porta in testa le firme di Giacomo Agostini, Phil Read, Barry Sheene, Angel Nieto, Teuvo Lansivuori ecc. Succede il finimondo, con gli organizzatori che addirittura spronano i 200 mila sugli spalti a fischiare i piloti e lo stesso Agostini insultato a brutto muso dai tifosi. I piloti del mondiale tengono duro e non si presentano allo start, ma la gara si svolge ugualmente con pochi sconosciuti corridori locali convinti dai lauti ingaggi: 7 presenti nella 500, vinta da Edmund Czihak davanti a Horst Kassner con un distacco di quasi due minuti. Lo stesso Kassner fa sue le 250 e 350 con una griglia mai cos¨¬ ridotta prima: meno di dieci piloti, nessuno dei quali prender¨¤ poi pi¨´ parte a una gara iridata. Poco pi¨´ di un mese dopo, dal 5 al 6 giugno, anche il TT inglese sar¨¤ disertato per la prima volta dal 1907 dai big del mondiale, con le gare sguarnite di partecipanti e vinte da illustri sconosciuti. Soffia un vento nuovo. L¡¯anno precedente, il 1973, era stato l¡¯annus horribilis del motociclismo con la tragedia di Monza in cui nella 250 erano morti Pasolini e Saarinen e poi il 20 luglio in una gara nazionale erano periti Galtrucco, Chionio, Colombini. Ancor prima, il 27 marzo 1971, a Riccione si era tenuta la prima riunione per la costruzione del Sindacato corridori Juniores e Seniores, denominato COPIV. Un fuoco di paglia, con la FMI che si rifiut¨° persino di ascoltare il rappresentante dei piloti. La verit¨¤ ¨¨ che, all¡¯epoca, il pilota era al centro della scena in pista, ma fuori contava nulla: era una semplice rotella di un meccanismo gestito da altri e chi osava contestare subiva minacce e pure penalizzazioni dalla FIM e dalle Federazioni nazionali, anche con temutissime squalifiche. Poi qualcosa cambi¨°. Il nuovo sciopero dei piloti per la sicurezza e una nuova organizzazione del mondiale fu quello del 1978 a Spa-Francorchamps, guidato da Roberts, Sheene e Ferrari, con la minaccia di abbandonare il Motomondiale FIM e dare il via a un campionato mondiale alternativo. La rivoluzione non riusc¨¬, ma si capiva che qualcosa bisognava cambiare, a cominciare dalla sicurezza, ma non solo.?
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Per i piloti, che per lo pi¨´ dormivano in tenda in un paddock da far-west (ma anche per le Case e persino per il pubblico), era una questione di ¡°dignit¨¤¡± umana e sportiva. Un conto, per¨°, erano i piloti con squadre e moto ufficiali, con i primi grandi sponsor e lauti ingaggi e che arrivavano in circuito in Rolls-Royce, un conto erano gli altri, cio¨¨ oltre il 90% dei partecipanti, squattrinati, con moto obsolete, con moglie o fidanzata a fare da meccanico. Proprio nel 1978, per andare oltre le contestazioni sulla sicurezza e imprimere una svolta generale al Motomondiale, anche rispetto alla gestione organizzativa ed economica degli sponsor e dell¡¯utilizzo dei diritti televisivi, nasce l¡¯IRTA (International Road Team Association). L¡¯impulso part¨¬ da due giornalisti inglesi, Mike Trimby e Paul Butler, e dal manager Michel Metraux, poi presidente, con l¡¯ingresso dei piloti-consiglieri nella sala di comando fra cui Agostini (sopra al TT nel 1967), Roberts, Uncini, Mamola, Gallina ecc. Era l¡¯inizio di una nuova era che, fra contraddizioni e contraccolpi, porter¨¤ al motociclismo odierno marcato Dorna. ? l¡¯era del motociclismo show-business, non certo privo di limiti, ma indubbiamente assai diverso per la formazione e la spartizione della ¡°torta¡± fra tutti gli attori del Circus e soprattutto con un livello di sicurezza in pista notevole, non paragonabile a quello inconsistente dei decenni passati.?
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