Il padre di Marco e la Squadra Corse nata in memoria del figlio: "Ho iniziato per non stare a casa e non sentire pi¨´ Aldo Drudi poi siamo cresciuti e ora siamo una famiglia. ? stata una cosa nata da lontano, ringrazio tanti a cominciare da sponsor e mia moglie Rossella: l'affetto di Marco nel mondo resta sorprendente, ¨¨ una cosa fantastica"
Tra i riccioli brizzolati e i folti baffi, i suoi occhi grandi e scuri osservano quasi con diffidenza, ma basta poco perch¨¦ il suo sguardo serio lasci trasparire un cuore grande e colmo di emozioni. Paolo Simoncelli ¨¨ al suo secondo anno di Mondiale con la Sic58 Squadra Corse. Gli obiettivi sono tanti: non fa giri di parole, ¨¨ schietto e dice con naturalezza quello che pensa. Questo suo “non essere convenzionale” lo rende a suo modo speciale. Chi ama davvero le corse non pu¨° cambiare sport o stare troppo lontano dalla sua adrenalina. In pochi avrebbero puntato su quest’avventura nata con tanto coraggio da un sogno divenuto realt¨¤ grazie a un pizzico di lucida follia. Ma oggi, a pi¨´ di cinque anni dalla sua presentazione, il team che porta il nome e i colori del campione Marco Simoncelli ¨¨ una realt¨¤ sempre pi¨´ concreta che affronta il presente con uno sguardo al futuro.
Quale ¨¨ stata la molla che l’ha riportata nel mondo delle moto dopo la tragedia di Marco?
“I motivi sono due. Il primo ¨¨ perch¨¦ quel “rompiballe” di Aldo Drudi ha iniziato a tampinarmi dicendomi di fare una squadretta per far correre Mattia Casadei, che ancora oggi fa parte del nostro team. Il secondo ¨¨ che stare a casa, senza far niente, rende tutto pi¨´ difficile. Cos¨¬ ho deciso di mettermi in gioco. Con qualche telefonata sono riuscito a fare il primo budget per correre nel CIV, il Campionato Italiano Velocit¨¤”.
La Sic58 Squadra Corse ¨¨ partita dalle competizioni nazionali, ma si era capito che gli obiettivi erano pi¨´ grandi. Infatti dopo il rodaggio nel CIV e l’esperienza nel CEV (quello che era il Campionato Spagnolo ed ¨¨ oggi il Campionato Europeo), la scorsa stagione c’¨¨ stato il debutto nel Mondiale.
“Quando faccio le cose mi piace farle bene. Abbiamo fatto un paio di anni nell’italiano PreMoto3 con le piccole Honda 125 e poi siamo passati alla Moto3. Ci siamo consolidati. Il passo successivo per crescere e arrivare al Mondiale era fare il CEV, che era ancora il Campionato Spagnolo: arrivarci era facile, il problema era far capire alla Dorna (promoter della MotoGP e organizzatrice anche del CEV, ndr) che stavamo lavorando seriamente. Ci siamo presentati in Spagna con le stesse livree che ancora oggi sono grossomodo le stesse: loro ci hanno studiato attentamente e hanno capito che lavoravamo bene con un obiettivo preciso. Diciamo che ci siamo fatti apprezzare”.
Gli sponsor storici di suo figlio sono al suo fianco anche in questa avventura e le grafiche delle moto ricordano le moto di Marco. ? stato difficile coinvolgerli?
“? stata la cosa pi¨´ semplice del mondo. Onestamente gli sponsor storici di Marco mi hanno commosso, perch¨¦ ¨¨ bastata una telefonata per avere il loro supporto. Da quelli grandi come San Carlo e Pascucci, a quelli pi¨´ piccoli”.
Vedere questi colori in pista deve essere un’emozione particolare. Pi¨´ gioia o pi¨´ dolore?
“Ci sono cose peggiori. Come ad esempio arrivare nei circuiti dove hai vissuto momenti belli o anche brutti. Questa ¨¨ la vera parte difficile: vivere luoghi dove hai ricordi ed emozioni. Vedere le moto in pista ¨¨ quasi una valvola di sfogo, a volte riesce a non farmi pensare”.
L’anno scorso il debutto nel Mondiale. Quali erano i suoi obiettivi?
“Siamo arrivati al Mondiale con Tatsuki Suzuki e Tony Arbolino: quest’ultimo ¨¨ nato praticamente con noi perch¨¦ ha iniziato a correre con la Sic58 quando era piccolissimo ed ¨¨ cresciuto con la nostra squadra. Era importante fare bene e far capire che eravamo una squadra seria. Entrambi i piloti sono cresciuti e tutti ci hanno apprezzato sia per come abbiamo lavorato, che per i risultati. ? stato un anno positivo, rovinato per¨° dalla scelta di Tony di abbandonarci: personalmente sono rimasto molto deluso, perch¨¦ la nostra ¨¨ una famiglia ancora prima di una squadra, e ho scoperto dai giornali questa sua scelta. Sia chiaro, lui non aveva nessun impegno con noi, ma era nato e cresciuto con noi e dato il rapporto che avevamo mi sarei aspettato di scoprire questa sua scelta di cambiare con una chiacchierata. Ci sta tutto nel mondo delle corse, solo mi spiaciuto il modo, e questa cosa ancora oggi mi fa arrabbiare”.
Forse perch¨¦ pi¨´ che di una squadra, quando si parla della Sic58 Squadra Corse si parla di una famiglia.
“Questa cosa ¨¨ molto bella, mi piace. Noi viviamo cos¨¬ questa avventura e spero che anche fuori si senta che la nostra ¨¨ una famiglia oltre che un team”.
Come ¨¨ il suo rapporto con i piloti? Si sente pi¨´ capo o pap¨¤?
“Sono entrambi. Si tratta di due figure che si devono saper bilanciare ed essere presenti a loro modo in momenti diversi. A volte infatti bisogna essere rigidi, altre bisogna lasciarsi andare con un sorriso, una carezza, un abbraccio”.
Dopo l’esordio, questa ¨¨ la seconda stagione nel Mondiale. Come sta andando?
“Andato via Arbolino, amarezza a parte, alla fine ci ¨¨ andata meglio. ? arrivato Niccol¨° Antonelli, un ragazzo che era alla ricerca di una sua identit¨¤, che ha scelto noi per riscattarsi, spinto dalla straordinaria voglia di mettersi in gioco e di fare bene dopo sei anni di Mondiale. All’inizio era diffidente, ma ha capito come lavoriamo e sta prendendo fiducia. Va forte e pian si sta sciogliendo. Sono convinto che non manca molto al primo podio insieme”.
Una visione molto bella soprattutto in vista della prima gara italiana, quella del Mugello.
“Il Mugello ¨¨ una bega pi¨´ che una gara (ride, ndr)! Sia per come lo si vive a livello di team, perch¨¦ c’¨¨ grande richiesta di pass, sia per la gara, perch¨¦ un giro sei primo e quello dopo ventesimo. Tutto pu¨° cambiare improvvisamente, ci si gioca tutto sulle scie”.
Lei ¨¨ apprezzato e le vogliono bene in tutto in mondo, ma in Italia in modo particolare perch¨¦ ci sono numerosi fan di Marco. Come vive questa realt¨¤?
“I fan di Marco sono in tuto il mondo. Vedere cos¨¬ tante persone che gli vogliono sempre bene e che non lo hanno assolutamente dimenticato per le emozioni che ¨¨ riuscito a trasmettere, ¨¨ un’emozione che lascia senza parole. Il calore che abbiamo intorno ¨¨ incredibile: non si tratta solo di appassionati, ma anche di persone che non guardano le moto. All’inizio rimanevo stordito da questo affetto: bandiere, abbracci, fotografie, sorrisi, lacrime. Tanti vogliono semplicemente salutarmi, altri mi portano dei pensieri. Come l’anno scorso in Malesia, dove a distanza di sei anni dall’incidente di Marco una ragazza mi ha riportato uno dei guanti che aveva in gara proprio a Sepang. O come poche settimane fa a Jerez dove una fan mi ha portato una piccola scultura realizzata da lei con la catena di una moto. Tutto il mondo mi ha fatto sentire la propria vicinanza. Questa ¨¨ una cosa speciale. Ad ogni gara c’¨¨ sempre una piccola storia che poi porto indietro a casa, di persone che si uniscono ad un dolore unico che a volte si riesce a mascherare, ma che purtroppo non si pu¨° cancellare”.
Molti vedono in Lei la dimostrazione concreta che davanti ad una tragedia grandissima si pu¨° riuscire ad andare avanti.
“Questo parte da lontano. Parte dalla consapevolezza di aver fatto le cose giuste. Senza rimpianti. Io, mia moglie Rossella, tutti quanti, rifaremmo da zero ogni cosa sapendo come sarebbero andate le cose. Poi a volte l’emozione prende il sopravvento e mi devo nascondere e stare solo cinque minuti”.
Questa nuova parte della Sua vita l’ha cambiato?
“Sono invecchiato (si scioglie in una risata, n.d.r.)! O vai avanti o ti lasci andare. Faccio le cose senza accelerare. Vivo ogni momento a modo suo, portando a casa quello che ogni gara e ogni circuito mi lascia, con uno sguardo al passato, ma con gli occhi puntati al futuro. E vaffanculo”.
E i progetti continuano. Dorna l’anno prossimo inserir¨¤ nel campionato la categoria MotoE, ovvero una moto elettrica.
“Si, l’anno prossimo si aggiunger¨¤ l’impegno della MotoE. La Sic58 sar¨¤ l’unico team della Moto3 ad avere una moto elettrica, insieme a due squadre di Moto2 e tutta la MotoGP. Dorna crede in questo nuovo progetto e anche noi. La squadra si allargher¨¤: si aggiungeranno un pilota, un telemetrista e un meccanico. Sono circa 200 mila euro in pi¨´ di budget: nuovi impegni e nuovi soldi da chiedere agli sponsor. Fa parte del gioco”.
E per rivedere i colori di Marco in MotoGP quanto dovremo aspettare?
“Andiamo a piccoli passi! Prima c’¨¨ la Moto2: abbiamo dei progetti ma c’¨¨ tempo, anche perch¨¦ l’anno prossimo cambier¨¤ tutto, quindi andiamo con calma. La MotoGP ¨¨ il sogno di tutti, ma c’¨¨ una scaletta da fare. ? lontano ma ci arriveremo”.
Dalila Agrati
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