Gli appassionati lo amavano per la sua guida al limite e per lo spettacolo che sapeva regalare in pista. E il pubblico femminile andava in fibrillazione di fronte ad un pilota che sembrava uscito da un film di Hollywood: ventĄŻanni fa Ben vinceva la sua ultima gara nel Mondiale Superbike

Una doppietta, firmata esattamente ventĄŻanni fa in sella ad una Ducati 996 sul circuito britannico di Brands Hatch. Risale esattamente al 29 luglio 2001 lĄŻultima vittoria di uno dei protagonisti pi¨´ amati e rappresentativi della Superbike, un pilota che nonostante abbia allĄŻattivo solamente quattro stagioni complete nel Mondiale ¨¨ riuscito a lasciare un segno abbastanza profondo da diventare un autentico simbolo delle derivate. Parliamo di Ben Bostrom, lĄŻamericano con lĄŻaspetto da attore di Hollywood, il divo californiano che fece innamorare - per ragioni diverse, si intende - sia i tifosi che le loro fidanzate.

IL DEBUTTO
ĄŞ ?Classe 1974, Benjamin Ą°BenĄą Bostrom vince il suo primo titolo in Ama Superbike (il campionato americano, ora Motoamerica) nel 1998. Guida una Honda, una RC 45 per la precisione, una V4 che Hrc gli ha affidato per riportare a Tokyo la coppa a stelle e strisce dopo due anni di magra. ? una vittoria ai punti, non un trionfo, perch¨Ś il basettone di Redding in quella stagione non si aggiudica nemmeno una corsa. Poco male, un poĄŻ perch¨Ś alla fine ci¨° che conta ¨¨ il nome impresso sullĄŻalbo dĄŻoro, un poĄŻ perch¨Ś quel risultato attira lĄŻattenzione di qualcuno in alto a Borgo Panigale. Ecco che lĄŻanno seguente Bostrom sale dunque sulla Ducati del team Vance&Hines, moto con cui disputa il campionato 1999 ma soprattutto con cui corre a Laguna Seca , nelle vesti di wild card, il round americano del World Sbk. E questo si che ¨¨ un successo travolgente.

PADRONE A LAGUNA
ĄŞ ?L¨Ź, tra i saliscendi di un toboga che ¨¨ praticamente casa sua, Ben mette in riga tutti i senatori del Mondiale. Fogarty, Edwards, Corser, Chili, Haga, Slight, Yanagawa: nomi che fanno venire i brividi a pensare di correrci contro, ma Bostrom li prende a schiaffi comunque. In Gara 1 ¨¨ secondo dietro al compagno di squadra Anthony Gobert, in Gara 2 sale sul gradino pi¨´ alto del podio mandando in visibilio il pubblico di Laguna. A Bologna capiscono: questo qua si merita una chance anche in Europa. LĄŻopportunit¨¤ con la O maiuscola arriva nella forma di una sella ufficiale, anzi ufficialissima, che porta le insegne del team Infostrada. Lo stesso di Fogarty , per intenderci. Ma ¨¨ un salto impegnativo anche per un talento come Ben, che oltre a doversi misurare con una presenza cos¨Ź ingombrante deve scoprire tutto: moto, gomme e circuiti. E la tuta di pilota factory ¨¨ pesante da portare e, anche dopo lĄŻ incidente di Foggy in Australia, Bostrom fatica a trovare la quadra. In quello che ¨¨ lĄŻennesimo cambio casacca interno a Ducati in quella stagione, Ben viene allora Ą°dirottatoĄą in Ncr al posto dello spagnolo Juan Borja, che a sua volta lo rimpiazza al fianco del nuovo arrivato Troy Bayliss .

IL BELLO DEL PADDOCK
ĄŞ ?Quella di Caracchi ¨¨ forse una dimensione pi¨´ adatta per Ben, che infatti subito riesce a cambiare marcia, Sulla nera 996 RS della squadra italiana conquista quattro podi nella sola seconda parte di stagione, ritrovando al contempo serenit¨¤ e motivazione. E mentre i risultati in pista vanno migliorando, Bostrom si guadagna anche una certa popolarit¨¤ presso il pubblico, non solo quello degli smanettoni che lo amano per la sua guida spettacolare. Tanto rude tra i cordoli quanto gentile fuori, Ben colpisce tutti anche per il suo carattere umile e sempre educato, attirando su di s¨Ś in particolare le attenzioni del pubblico femminile: dentro e fuori dal paddock il fustacchione venuto da Oltreoceano fa strage di cuori, diventando da subito il Ą°belloccioĄą per eccellenza del Mondiale Superbike.

2001 CHE STAGIONE!
ĄŞ ?Belloccio s¨Ź, ma con una gran manetta. Nel 2001, oltre a far bisbigliare le ragazze che lo vedono passeggiare nei box, il californiano riesce a far gridare anche Gio Di Pillo, che dalla cabina di commento si esalta per i numeri di Ą°BBĄą in sella alla sua nuova Ducati griffata L&M. Il feeling con la 996 gommata Dunlop ¨¨ grande, e gi¨¤ al secondo round stagionale ¨C quello di Kyalami, in Sudafrica ¨C Bostrom riesce a imporsi davanti a tutti. Ma il meglio deve ancora venire, perch¨Ś dopo aver vinto anche Gara 2 a Misano e aver sbancato unĄŻaltra volta Laguna Seca con una doppietta, lĄŻamericano arriva a Brands Hatch a dir poco in palla, determinato a riaprire un mondiale che presto prender¨¤ la via di casa Bayliss . E infatti in Inghilterra si impone in entrambe le manche, portando a cinque le vittorie consecutive (sei stagionali) e mettendo in Gara 2 la firma su quello che sar¨¤ il suo ultimo trionfo iridato. A fine campionato ¨¨ terzo in classifica generale, dietro a Bayliss ed il connazionale Colin Edwards. E sullĄŻonda dellĄŻentusiasmo Ducati gli dedica anche una speciale versione limitata della 998S, con grafica ispirata allĄŻappariscente livrea del suo casco.

RITORNO IN AMERICA
ĄŞ ?La stagione 2002, sempre passata in forze al team L&M, ¨¨ purtroppo un poĄŻ meno luccicante, con il numero 155 che riesce a conquistare solamente un podio. Bostrom decide dunque di tornare alle sue origini, cio¨¨ nellĄŻAma Superbike, ai comandi di una Honda ufficiale che per¨° non riesce a regalargli grandi soddisfazioni nel biennio 2003-2004. Dopo aver corso anche nel neonato campionato statunitense supemotard, Ben ci riprova nel World Sbk sulla Cbr 1000 RR del team inglese Renegade: non va come sperato, e quel breve ritorno di fiamma si chiude con lĄŻacquisto un biglietto di sola andata per gli States. Negli anni seguenti Ą°BBĄą si dedica alle corse nazionali, in varie categorie (Superbike, Superstock, Supersport, anche con il team di Michael Jordan) e in sella a moto Ducati, Suzuki e Yamaha: ¨¨ proprio a bordo di una R6 che Ben mette il suo sigillo sul titolo Ama Supersport 2008, sette anni dopo la vittoria del fratello Eric nella stessa classe. ? il suo ultimo acuto.

LA PARENTESI IN MOTOGP
ĄŞ ?Prima di appendere (quasi) definitivamente il casco al chiodo, per¨°, Ben Bostrom si ¨¨ tolto anche la soddisfazione di correre una gara di MotoGP. Lo ha fatto nel 2011 nella Ą°suaĄą Laguna Seca, allĄŻet¨¤ di 37 anni, prendendo temporaneamente il posto dellĄŻinfortunato Toni Elias: anche se non ¨¨ riuscito a tagliare il traguardo, quello ¨¨ stato il coronamento di una carriera lunga e per certi versi sfortunata, che lo ha visto diventare un vero e proprio idolo degli appassionati e soprattutto unĄŻicona dellĄŻepoca dĄŻoro del Mondiale Superbike. Di recente, tra lĄŻaltro, il vecchio Ben ¨¨ tornato in pista: nel 2020, con 47 candeline gi¨¤ spente, ha infatti preso parte alla gara pilota della King of the Baggers , la corsa dedicata alle maxi-custom che nel frattempo si ¨¨ trasformata in un mini-campionato . Su che tracciato? Indovinate un poĄŻĄ

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