la proposta
Morte Vinales, dai piloti "baby" alle moto omologate: come evitare nuove tragedie?
L¡¯incidente in corsa che a Jerez ha tolto la vita al pilotino spagnolo quindicenne Dean Berta Vinales ¨¨ in sostanza lo stesso di quello che lo scorso 30 maggio al Mugello ha ucciso il diciannovenne svizzero Jason Dupasquier e che lo scorso 25 luglio ad Aragon ha fatto salire in cielo un altro baby corridore, Hugo Millan. Il pilota cade in curva e viene travolto sull¡¯asfalto dagli avversari: una scena classica nel motociclismo di ogni epoca, per lo pi¨´ con conseguenze fisiche sempre pesanti, anche tragiche. Ma oggi si muore in pista a una et¨¤ in cui una volta ci si sbucciava un ginocchio o una mano per una strisciata a terra con il monopattino fatto in casa.
problema potenza
¡ª ?Oggi questi baby piloti guidano moto da 100 a 150 Kg, con potenze da 50 a 60 Cv, con velocit¨¤ da oltre 200 km/h in gare-trenino dove ¡°pelare¡± in curva significa perdere la scia di chi precede, quindi la posizione, cio¨¨ la possibilit¨¤ di successo ¨C il podio ¨C che, al di l¨¤ della retorica, ¨¨ l¡¯obiettivo per cui si corre. Intendiamoci, tutti i ragazzi che muovono i primi passi nel motociclismo lo fanno per passione, per lo pi¨´ spinti dai genitori. Poi, una volta entrati nel gran giro internazionale, tutti hanno un solo obiettivo: vincere! E per vincere, oltre al mezzo meccanico e al talento, serve il rischio. Non ¨¨ vero che in pista si rischia come guidare una moto o un¡¯auto su strada. E non ¨¨ solo un fatto di percentuali ma di essenza stessa delle competizioni, dal ring al circuito. In pista il rischio ¨¨ componente dello show della corsa e della possibilit¨¤ di primeggiare. Nelle corse di moto, tutti i corridori, dall¡¯epopea di Nuvolari ai tempi di Agostini a oggi, rischiano. ? vero: oggi i circuiti, le moto, le tute, i caschi sono migliorati tanto, grazie ai prodigi tecnologici, al buonsenso degli organizzatori, alle leggi. Quel che non ¨¨ cambiato ¨¨ il rischio, perch¨¦ la velocit¨¤ ¨¨ rischio, la competizione ¨¨ rischio, perch¨¦ se la corsa diventasse ¡°virtuale¡± non interesserebbe nessuno, a cominciare dai piloti che sono in pista per una sfida con se stessi, per andare pi¨´ forte degli altri, per vincere.
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che fare?
¡ª ?Allora, che cosa fare dopo l¡¯ennesimo incidente mortale in pista? La questione sicurezza ¨¨ da sempre il vero nodo delle corse, un nodo che non si scioglie una volta per tutte. Perch¨¦ nelle corse le cadute sono parte del ¡°pacchetto¡±, il rischio non ¨¨ eliminabile essendo una componente intrinseca di questo sport, addirittura uno degli ingredienti del suo appeal. L¡¯annullamento del pericolo resta un¡¯utopia perch¨¦ nelle corse c¡¯¨¨ l¡¯imponderabile legato all¡¯errore umano, alla rottura meccanica, al destino avverso che ti fa investire da una moto trasformando una innocua scivolata sull¡¯asfalto in una tragedia. Ma non si rid¨¤ vita al quindicenne Dean Berta Vinales facendo saltare il programma domenicale della Sbk di Jerez. Cambiare non ¨¨ facile, innanzi tutto, perch¨¦ c¡¯¨¨ da mettere in discussione non tanto la logica delle corse ¡°show-business¡± ma alcune esasperazioni di questa impostazione che tende ad ¡°appiattire¡± i mezzi (a cominciare dalle caratteristiche tecniche delle moto tutte con motori a 4 tempi e livellate dai regolamenti) e abbassare l¡¯et¨¤ dei partecipanti in nome dello spettacolo in pista. In ogni categoria e in ogni classe c¡¯¨¨ un monomarca di fatto, addirittura su su fino alla MotoGP, con regolamenti che puntano al ¡°mucchio selvaggio¡±.
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basta omologazione
¡ª ?Le ¡°corse-trenino¡± esasperate sono il risultato di scelte tecniche-agonistiche-organizzative precise volute da chi ha in mano il giocattolo racing (accettate dalle Case) in nome dello show-business che, ripetiamo, non ¨¨ di per s¨¦ negativo almeno fino a quando diventa l¡¯unico motivo per cui si tiene in piedi tutto. Nutriamo seri dubbi che oggi ci sia la volont¨¤ di modificare i regolamenti tecnici per eliminare l¡¯attuale livellamento in pista, dopo che questo ¨¨ stato ed ¨¨ l¡¯obiettivo principale. Allora? Allora si deve ripartire dal basso, dai campionati minori, fino a quelli internazionali e iridati, modificando almeno l¡¯et¨¤ di ingresso dei partecipanti (in un mondiale nessuno dovrebbe correre sotto i 18 anni) e anche reinserendo le manche in categorie pi¨´ affollate quali la SS300 nella Sbk e la Moto3 nel Motomondiale. Il problema non ¨¨ non aver cancellato le due gare della Sbk di Jerez (di quel passo perch¨¦ correre il prossimo weekend?) ma, caso mai, il bench¨¦ minimo accenno di chi gestisce il Circus sull¡¯esigenza di rimetter mano al ¡°giocattolo¡±, ai suoi regolamenti e, perch¨¦ no, alla sua filosofia o quanto meno nelle sue sbavature. Cos¨¬ facendo si rischia di fare come lo struzzo che mette il capo sotto la sabbia andando incontro a un futuro rischio di insidie. Nel motociclismo ¨¨ gi¨¤ successo quando, ad esempio, si pensava di essere un¡¯isola felice, sbattendo contro la realt¨¤: per legge si ¨¨ imposta la chiusura dei circuiti cittadini e il divieto sui circuiti veloci quali Monza, Salzburgring, Spa, il TT. Ma le vittime non sono finite. Non ¨¨ meglio evitare interventi esterni mettendo mano ai regolamenti? Subito, non aspettando la nuova tragedia.
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