Dieci anni fa Max Biaggi centr¨° il primo dei suoi due titoli iridati nel mondiale delle derivate di serie
Dieci anni fa, il 26 settembre 2010, il circuito di Imola viveva una delle sue giornate pi¨´ fulgide, una corsa esaltante rimasta scolpita nella storia del motociclismo. Max Biaggi, con una gara d¡¯anticipo, conquistava d¡¯autorit¨¤ il titolo di campione del Mondo della Sbk. Dopo 22 stagioni del WSBK, finalmente un pilota italiano si aggiudicava il massimo alloro delle derivate di serie, il primo titolo iridato SBK anche per l¡¯Aprilia. Ad un passo dai suoi pimpanti 40 anni il ¡°Corsaro¡± accendeva la sua quinta candelina mondiale: 13 anni dopo il quarto titolo 250 GP, 16 anni dopo il primo titolo nella quarto di litro! Biaggi, oltre al primato dei quattro titoli mondiali della 250 condiviso con il baronetto inglese Phil Read, diventava cos¨¬, dopo il funambolico yankee John Kocinski, anche il secondo pilota vincitore di una corona iridata sia in Superbike sia nel Motomondiale.
Max Biaggi: il bis del 2012
¡ª ?Due anni dopo, nel 2012, superati i 41 anni, Biaggi portava il suo bottino iridato a quota sei laureandosi con mezzo punto di vantaggio su Tom Sykes nell¡¯ultimo rocambolesco appuntamento mondiale di Magny Cours. La sesta corona iridata di Max suggellava una carriera fra le pi¨´ significative del motociclismo di tutti i tempi. 23 anni in pista sempre ai vertici, certo anche con stagioni non prive di sbavature, passi falsi e¡ jella, che per esempio non hanno consentito all¡¯asso capitolino di vincere neppur un titolo in MotoGP, pur non togliendogli ¨C non foss¡¯altro per volont¨¤ popolare ¨C il diritto di essere posto nell¡¯olimpo dei campioni pi¨´ longevi, pi¨´ titolati, pi¨´ validi, pi¨´ amati. Il ¡°corsaro¡± resta una icona del motociclismo, un campione capace di esaltare e scaldare i cuori dividendo le tifoserie come ai tempi della storica e burrascosa rivalit¨¤ con¡ l¡¯irriverente Valentino Rossi che in quella rivalit¨¤ ci sguazzava, usandola pro domo sua. Biaggi ¨¨ stato anche capace, con tocchi di signorilit¨¤ e senza eccessi, di portare le corse oltre i confini degli aficionados, sulle copertine dei giornali del gossip e in tv: storico il suo ingresso rombante sull¡¯Aprilia-Chesterfield 250 GP al Teatro delle Vittorie di Roma nella trasmissione RAI del sabato sera seguita da oltre 8 milioni di spettatori ¡°Scommettiamo che¡± di Fabrizio Frizzi e Milly Carducci. Ci¨° frutto non solo delle amicizie del ¡°Corsaro¡± ma della sua popolarit¨¤ e della autorevolezza conseguita. Un salto di qualit¨¤ rispetto alle prime ¡°uscite¡± mediatiche di Giacomo Agostini di oltre 30 anni prima anticipando l¡¯onda successiva portata poi dallo tsunami Rossi. Non ¨¨ stato e non ¨¨ tutto oro quel che luccica: fatto sta che Agostini, Biaggi, Rossi hanno dato una spinta non da poco per rendere il motociclismo sport davvero mondiale e di massa approdando alle corse show-business che oggi, non senza contraddizioni, piace in Italia e nel mondo attirando pubblico e sponsor e lasciando ai nostalgici delle corse dei giorni del coraggio solo il gusto dell¡¯Amarcord. Sul Corsaro resta valido quanto da noi scritto sulla Gazzetta un anno fa: ¡°corridore di gran talento e determinazione, stilista raffinato e tatticamente superbo, dalla scorza ruvida ma arguto e di animo gentile¡±. Di pi¨´. Un sempreverde intelligente, un appassionato e appassionante sognatore capace di far sognare stando coi piedi per terra e di capire ¨C come fece il 7 novembre 2012 con una conferenza stampa nella sua Vallelunga ¨C che quell¡¯ultimo suo titolo era stato il canto del cigno.
Max Biaggi: un trionfo tricolore
¡ª ?Quel primo titolo SBK consolid¨° l¡¯aureola dorata dell¡¯Aprilia e del Gruppo Piaggio: 50¡ã e 51¡ã titolo per la Casa di Noale e 100¡ã e 101¡ã per il Gruppo di Pontedera, conquistati nelle categorie costruttori e piloti! Tornando a quella dodicesima prova (su 13) iridata SBK sul circuito di Imola del 25 e 26 settembre 2010 va ricordata la superpole-lotteria del sabato nel balletto fra scrosci di pioggia e raggi di sole con tante cadute (Rea due volte a terra, spalla sinistra malconcia) e il miglior tempo del tignoso Sykes-Kawasaki (2¡¯07.341), con Biaggi solo settimo (2¡¯09.924). Con tutti i riflettori addosso e con l¡¯alta tensione anche nella squadra, Biaggi pareva di ghiaccio, poco attento al cronometro, rimanendo concentrato a non commettere errori in pista quasi disinteressandosi ¨C sar¨¤ cos¨¬ anche la domenica in Gara1 e in Gara2 ¨C delle classifiche, con il chiodo fisso di portare a casa i punti necessari per mettere in cassaforte il titolo. Cos¨¬ fu. E fu il trionfo. Di Biaggi, dell¡¯Aprilia e di Ivano Beggio, della Piaggio e di Roberto Colaninno, dell¡¯Alitalia. Al pilota, alla Casa, al Gruppo, al main sponsor va ancora oggi il plauso incondizionato di tutti, avversari compresi. Una sfida vinta. Una impresa tutta tricolore: del motociclismo italiano, dello sport italiano, pi¨´ in generale di quel Made in Italy che non si d¨¤ per vinto e vince portando anche una ventata di ottimismo e di orgoglio di cui ieri c¡¯era gran bisogno, come oggi. Quel 26 settembre, sventolato sulla ¡°collina del batticuore¡± della Rivazza in riva al Santerno, lo striscione bianco-rosso-verde pitturato a mano in gran fretta diceva tutto, e di pi¨´: ¡°Biaggi, orgoglio d¡¯Italia¡±. Gi¨¤. Grazie, Max!
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