Abbiamo incontrato lo spagnolo che ha vinto tutti i campionati indoor e all'aperto di trial dal 2007 a oggi. Ed ¨¨ sulla strada giusta per aggiungerne altri due entro la fine dell'anno. I suoi video fanno impazzire il web e ha un sogno: conoscere il 15 volte iridato
Ancora una volta il trial mondiale ha fatto tappa in Italia, con due giornate ad altissimo livello di spettacolarit¨¤ ai quasi 2.000 metri di quota di Sestriere. Qui, nel week end del 23 luglio, si sono ritrovati i migliori specialisti (e specialiste) delle diverse categorie impegnate nella conquista del titolo mondiale, a cominciare dalla TrialGP, che raggruppa i 12 piloti pi¨´ forti, gli unici in grado di superare ostacoli apparentemente impossibili. Ancora una volta l'uomo da battere ¨¨ stato lo spagnolo Toni Bou, che dal 2007 non sbaglia un colpo. Dopo le due vittorie nei GP di sabato e domenica, comanda la classifica con 231 punti, 29 pi¨´ del diretto inseguitore, il connazionale Jaime Busto, che corre con una GasGas ufficiale, mentre pi¨´ staccati seguono l'altro spagnolo della Montesa Gabriel Marcelli e l¡¯italiano Matteo Grattarola su Beta. Con ancora 40 punti da assegnare con gli ultimi due gran premi in Francia, in programma il 2 e 3 settembre, a Bou basteranno due noni posti per raggiungere quota 17 titoli outdoor. Successivamente potr¨¤ concentrarsi sul Trial delle Nazioni a squadre e sulle giornate finali del mondiale indoor. Dove ¨¨ naturalmente al comando.
Sa che ha da tempo superato il record di titoli mondiali vinti da Giacomo Agostini: lui ¨¨ a quota 15, lei a 32, considerando quelli outdoor e indoor, ma arriva a 50 se si considerano anche i mondiali a squadre. Lo ha conosciuto??
"No, con Agostini non ci siamo mai incontrati, ma mi piacerebbe conoscerlo, perch¨¦ lui ¨¨ una leggenda del motorsport. Per¨° penso che sicuramente avremo la possibilit¨¤ di conoscerci, magari una gara di MotoGP. Bisogna comunque considerare che ho collezionato pi¨´ titoli di lui perch¨¦ ho la fortuna di praticare uno sport che consente di vincere pi¨´ titoli in un anno. (In realt¨¤ anche Agostini tra il 1968 e il 1972 ha conquistato nella stessa stagione i mondiali nelle classi 350 e 500; ndr) Poi bisogna aggiungere che nel trial quando riesci ad arrivare al vertice non ci resti un solo anno, come hanno dimostrato Jordi Tarres e Dougie Lampkin. Costa tanto arrivare l¨¬ davanti, ma quando ci arrivi stai l¨¬".
Lei lo dimostra molto bene: ¨¨ riuscito a farlo molto pi¨´ di tutti gli altri.
"? un po' difficile spiegare perch¨¦ sono il numero uno da tanti anni. Ho avuto la fortuna arrivare nel momento giusto nel team giusto, quando nessuno voleva saperne di guidare una moto a quattro tempi come la Montesa Cota 4RT, che sembrava poco adatta per il trial, in particolare per le gare indoor. Sembrava una moto lenta, un po' strana, ma io ho scelto la Honda-Montesa pi¨´ per il team che per la moto, ma quando l'ho provata la moto ho subito capito che era perfetta per il mio stile di guida. Era ideale perch¨¦ si guida con un filo di gas, e questa caratteristica la avvicina alle biciclette sulle quali ho cominciato a praticare il trial".
Quindi ¨¨ stato un po' come quando negli Anni '80 Eddy Lejeune era l¡¯unico che poteva guidare una Honda a quattro tempi costruita su misura per lui. E ha vinto tre titoli consecutivi. Lei parli di motori a quattro tempi, ma il trial si pu¨° praticare anche con moto a due tempi e oggi perfino con quelle elettriche¡?
"Ogni pilota deve trovare la sua moto. Io mi trovavo bene anche con le due tempi, quando correvo con la Beta. Con quella ho vinto le ultime gare e il campionato spagnolo, che pu¨° quasi essere considerato un mondiale, e ho anche vinto qualche gara iridata. Con quella moto mi sentivo bene, il motore era buono, bisognava solo lavorare sulle sospensioni. E con Honda abbiamo lavorato molto bene sulle sospensioni, adattandole al mio stile di guida. Se invece parliamo di elettrico, non ho ancora avuto la fortuna di provarlo, ma sono sicuramente interessato anche se, devo essere sincero, a me piace la benzina. Quindi direi che mi piacerebbe provarne una per capire di che cosa si tratta, per¨° farei fatica ad abbandonare una moto alimentata a benzina".
Sar¨¤ sicuramente un'esperienza nuova, forse pi¨´ vicina alla guida di una bicicletta da trial.?
"? probabile, io mi diverto ancora tanto con la bicicletta. Oltre al contratto con Honda collaboro con Specialized e insieme realizziamo video spettacolari per i social, lavoriamo insieme. Con la bici elettrica si fanno cose incredibili ¨¨ divertente, ma sulla moto mi sembra tutto pi¨´ strano. Vediamo che cosa ci riserver¨¤ il futuro".
A proposito di video e di social, l'abbiamo vista fare evoluzioni incredibili con una Honda Africa Twin, una moto da 230 kg che hai guidato come fosse una da trial.?
"S¨¬, ¨¨ stato divertente e mi sono ispirato a quello che fa il mio amico Pol Tarr¨¦s con una Yamaha T¨¦n¨¦r¨¦. Abbiamo un ottimo rapporto, e la Honda mi ha chiesto di fare qualche video con l'Africa Twin. Abbiamo fatto tutto in soli tre giorni, ma il video ha avuto molto successo. Sono sincero, la prima volta che ho visto la moto ho pensato che non avrei combinato nulla. Per¨° ho cominciato a girare e sono rimasto veramente sorpreso da tutto quello abbiamo fatto, anche perch¨¦ non era stata nemmeno preparata. Avevamo soltanto lavorato su pochi dettagli. Oggi sono sicuro che con un minimo di preparazione si potrebbe fare molto di pi¨´. Peccato che non ci sia il tempo per farlo".
Lei continua a vincere. Quando ha cominciato era giovane, adesso ¨¨ un po' meno giovane, quindi ¨¨ la persona giusta alla quale chiedere: il trial ¨¨ uno sport per chi? Per i giovani o per i meno giovani??
"? senza dubbio uno sport per giovani, anche se Adam Raga, Jeroni Fajardo e io siamo dei veterani e ce la caviamo ancora bene. C'¨¨ sicuramente il vantaggio che a livello fisico non ¨¨ uno sport estremamente duro. In tutte le specialit¨¤, dal calcio alla MotoGP, i risultati si ottengono se lavori bene, mangi bene, e curi il fisico. In questo modo puoi allungare la carriera. Poi ti deve piacere quello che fai, ti devi divertire. Come nel mio caso. Io ho sempre detto che il giorno che non mi diverto pi¨´ mi fermo. Preciso per¨° che divertirmi non ¨¨ solo vincere, posso anche chiudere al terzo posto e divertirmi comunque. Nella mia vita ho fatto quello che ho sempre voluto, e sono qua ¨¨ perch¨¦ mi piace quello che faccio".
Pensa di divertirsi ancora a lungo?
"Vedremo, ma lo spero, perch¨¦ mi piace la moto, mi piace questo mondo. Possono esserci cose che a volte ti piacciono e altre no, come qualche regolamento, ma questa ¨¨ la vita. Quello che per me ¨¨ pi¨´ importante ¨¨ che quando non c'¨¨ la gara, quando mi alleno, mi diverto tanto. Perch¨¦ fino a quando avr¨° la possibilit¨¤ di farlo ¨¨ importante alzarmi il luned¨¬ e avere voglia di divertirmi. La vita di pilota ¨¨ dura per tante cose, ma per tante altre puoi organizzarti come vuoi. Un giorno puoi anche decidere di non andare in moto. Sai che a 36 anni pu¨° capitare, un giorno che magari ti fa male la schiena, non stai bene, non devi farlo, ¨¨ meglio fermarti, stare tre giorni fermo e dopo riprendi con tanta voglia".
Quando parla di divertimento torna alla mente un suo video mentre mostrava come trascorreva una giornata di lockdown in casa, ma senza mai abbandonare la moto.?
"Il nostro sport ¨¨ di nicchia, ma ha si presta a essere presentato su Instagram, TikTok e Facebook. I social ci offrono la possibilit¨¤ di mostrare alla gente quello che facciamo. Visto che la televisione non ci concede molto spazio, la notoriet¨¤ arriva con i social. Puoi fare un video dopo l'allenamento giocando un po¡¯ e la gente si diverte a guardare come hai trascorso quella giornata. Per noi questo ¨¨ molto positivo".
C'¨¨ per¨° un problema: la gente vede quello che fate sembra tutto semplice, poi in realt¨¤ quando provi di persona scopri rapidamente che non ¨¨ cos¨¬.
"Succede con tutti gli sport, quando vedo un uno che gioca a tennis, mi chiedo come non riesca a prendere una pallina. Oppure quando guardo una partita di calcio e mi stupisco perch¨¦ un tiro non finisca in rete. Poi quando gioco io non ne entra mai uno (in realt¨¤ i video lo smentiscono, ndr). Ogni sport, quando ¨¨ fatto bene sembra facile, a volte anche troppo facile, ma poi ti rendi conto che rifare la stessa cosa se non sei uno specialista ¨¨ praticamente impossibile. A volte ¨¨ difficile anche per noi tornare a ripetere un passaggio".
Fino agli Anni '70 e '80, ai tempi di campioni come Malcolm Rathmell e Bernie Schreiber era pi¨´ facile per i non campioni provare a fare trial. Non allo stesso livello, ma era possibile. La frizione, al contrario di oggi, era usata pochissimo, solo per partire. Si inseriva la seconda o la terza marcia e si affrontavano gli ostacoli gestendo il gas, qualcosa di simile si riusciva a fare. Oggi no, ¨¨ impossibile.?
"? vero, ¨¨ cambiato tantissimo, soprattutto nelle gare indoor, ma anche in quelle all'aperto. Il livello di tutti i piloti ¨¨ altissimo, i migliori sono in grado di fare cose che sembrano incredibili, tuttavia anche l'ultimo classificato nella categoria TrialGP sa fare cose eccezionali, se lo vedi in allenamento. Tutto ci¨° ¨¨ il risultato della professionalit¨¤ del nostro sport che ¨¨ cresciuta".
In tutto questo, la Spagna ¨¨ sempre nelle posizioni di vertice. Che cosa ha pi¨´ delle altre nazioni?
"Non lo so con precisione, ma credo che dipenda dall¡¯ambiente, perch¨¦ anche campioni come Dougie Lampkin o Takahisa Fujinami sono cresciuti quando si sono allenati in Spagna. Nello sport ¨¨ fondamentale avere un obiettivo da raggiungere, ed ¨¨ compito tuo arrivarci. Quando il livello ¨¨ alto devi andare dove questo sport ¨¨ praticato dai migliori specialisti. Il problema di altri Paesi dipende dal fatto che non hanno ben chiaro che cosa raggiungere gli obiettivi. Se guardiamo un altro sport, come la velocit¨¤, basta vedere che cosa ¨¨ successo in Italia con Valentino Rossi. Se non ci fosse stato lui oggi non ci sarebbero tanti piloti italiani competitivi. Serve una scuola, un metodo di lavoro, e se il talento c¡¯¨¨ esce sicuramente qualcosa di buono".
A proposito di talento, rispetto ad altri sport quanto conta il talento, quanto la moto e il resto??
"Posso dire che conta tanto, il talento dei piloti vale il 70-80 per cento. Noi abbiamo la fortuna che un pilota di talento ¨¨ nelle condizioni di vincere un mondiale con una moto standard messa a punto con preparazione basica. Puoi salire sul podio, vincere le gare perch¨¦ ¨¨ il pilota che fa la differenza, pi¨´ che in altre specialit¨¤ motoristiche".
Sempre tornando ai suoi video, si ha la sensazione che anche il motore non sia importante, visto che supera degli ostacoli con la moto spenta. Per concludere ci potrebbe raccontare che metodo di allenamento segue??
"Io mi alleno tanto in bicicletta, in palestra non lavoro con molti pesi. Seguo soprattutto un lavoro che favorisca la prevenzione delle lesioni, perch¨¦ alla mia et¨¤ ¨¨ pi¨´ importante avere elasticit¨¤ e mobilit¨¤. Tutto quello che serve per la forza lo faccio con la moto".
E da grande che cosa vorrebbe fare?
"Posso seguire l'esempio che ho qui in casa: Takahisa Fujinami ¨¨ passato da pilota ufficiale a team manager. Ho passato una vita con la Honda, abbiamo vinto tanto insieme e mi piace stare con loro. Adesso non so cosa fare, sono ancora concentrato al 100%. Vedremo quando sar¨¤ il momento".
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