Motociclismo
La moto ricorda Angel Nieto, il pi¨´ grande con Agostini. ¡°I miei titoli? 12+1¡±
L¡¯ultima volta di cui si ¨¨ parlato su stampa e tv di Angel Nieto, il 13 volte iridato nato a Zamora il 25 gennaio 1947 e morto a 70 anni il 3 agosto 2017 a Ibiza tamponato sul suo quad da un¡¯auto, ¨¨ stato a fine maggio dell¡¯anno scorso. L¡¯occasione fu la messa all¡¯asta da Bonhams, per 130 mila euro di quota ideale, la Morbidelli 125 del 1973 con la quale il fuoriclasse spagnolo aveva ottenuto tre secondi posti a Hockenheim, Spa, Jarama. Angel Nieto, le cui ceneri sono state sparse a Ibiza, Valencia e sul circuito di Jarama, nel motociclismo resta fra gli immortali, per una carriera agonistica inimitabile, per quanto ha vinto e per come ha vinto: il secondo pilota pi¨´ ¡°coronato¡± di tutti i tempi dopo Agostini, lo spagnolo pi¨´ titolato e pi¨´ amato, tant¡¯¨¨ che il circuito di Jerez porta il suo nome, cos¨¬ come quello di Misano porta il nome di Marco Simoncelli.
Garzone a 10 anni
¡ª ?Nieto era entrato assai presto nel giro delle moto: El Nino (il bambino) a 10 anni era gi¨¤ garzone nell¡¯ officina del giornalista col pallino dei motori Tomas Diaz Valdes nei sobborghi di Madrid, con tale passione e perizia da essere presto chiamato dalla Bultaco, debuttando poi con una moto della Casa di Barcellona, come pilota-baby. Appena sedicenne, dopo tentativi poco felici su Ducati, viene assunto nel reparto corse della Derby, alternandosi nel doppio ruolo di meccanico a tempo pieno e corridore a tempo perso. ? stato l¡¯inizio di un sodalizio che dar¨¤ grandi frutti alla Casa e al pilota. Angel si fa largo nelle corse alla baionetta sugli infidi circuiti cittadini spagnoli, meritandosi il pass per il salto nel Circus internazionale. Il 10 maggio 1964 appare per la prima volta in classifica in una gara mondiale: quinto in 125 nel round di casa, nel toboga del Montjuich. Nelle quattro stagioni successive seguiranno tanti trionfi in casa e solo altri piazzamenti fuori: non vittorie, in quanto tutti i gradini del podio sono sempre occupati dai campioni consacrati in sella alle imprendibili moto giapponesi Honda, Suzuki, Yamaha.
Cambia la musica
¡ª ?Dal 1969-70 la musica cambia anche grazie al forfait delle Case del Sol Levante. Nieto, agli inizi di carriera, voleva emulare Ramon Torras e Santiago Herrero, due fuoriclasse-matador falciati in corsa dalla signora in nero: il primo, a 23 anni, il 30 maggio 1965 sul circuito stradale di Coma-Ruga e il secondo, a 27 anni, il 10 giugno 1970 all¡¯ospedale di Douglas dopo lo schianto di due giorni prima nella esse traditrice del tredicesimo miglio del TT. Angel prende il posto di Ramon e Santiago nel cuore degli aficionados spagnoli dedicando poi i suoi allori ai suoi sfortunati indimenticabili amici. Trascinatore di folle sui circuiti di casa, dal 1964 nel Circus, Nieto ¨¨ stato fra i piloti pi¨´ longevi e vincenti: 22 anni di mondiale e 186 gare disputate fino al 1986, 13 corone iridate (6 nella 50 e 7 nella 125), 90 vittorie, 139 podi, 34 pole, 81 giri veloci, aprendo la strada allo tsunami dei piloti iberici. Con Nieto, per il suo modo ¡°professionistico¡± di intendere e preparare le corse, il motociclismo spagnolo esce dalla sua fase ¡°pionieristica¡± con moto superate e piloti kamikaze imprimendo una svolta allo stesso motomondiale con i campioni iberici assoluti protagonisti da oltre 30 anni fino ad oggi, in tutte le cilindrate, anche in MotoGP.
Scaramantico
¡ª ?Convintamente scaramantico, Angel insisteva nel ribadire che i suoi titoli non fossero 13, ma: ¡°Doce m¨¤s uno¡±, ovvero ¡°12+1¡±. Forse non solo scaramanzia, come se i tanti titoli vinti meritatamente, oltre a inorgoglirlo e a farlo commuovere quando la bandiera e l¡¯inno spagnolo salivano sui cieli di ogni circuito, gli pesassero anche un po¡¯, essendo ¡°El Cabron¡± il primo pilota spagnolo a fregiarsi dell¡¯iride gi¨¤ dall¡¯et¨¤ di 22 anni mentre i suoi maestri e amici Torras ed Herrero erano periti anzitempo, campioni senza corona. Angel correva ¡°da professionista¡±, non lasciando nulla al caso: si impegnava con perizia e pignoleria nella messa a punto del mezzo, passava ore a studiare moto, circuiti e avversari. D¡¯inverno, in camera da letto, si stendeva anche di notte sul suo bolidino di legno, copia della moto della stagione successiva: solo, davanti a uno specchio curando maniacalmente la migliore posizione aerodinamica. Fisicamente un fantino tutto pepe e muscoli, tagliato su misura per le 50 e 125 con gomme come lame di coltello e motori 2 tempi dalla coppia proibita, tecnicamente sensibile, un martello sul passo quanto pulito nelle traiettorie a compasso e stilista superbo, inimitabile nei microbolidi di 50cc ¨C era di sangue caliente, aggressivo e ¡°cattivo¡± in pista al limite del consentito, quanto mansueto e cordiale fuori dalle corse ma senza peli sulla lingua, schietto e dalla battuta tagliente. Allo start fissava gli avversari con occhi di ghiaccio e con sguardi ¨C talvolta anche con battute secche ¨C da famelico felino, pronto all¡¯assalto sulla preda. Diceva di lui un altro pluri-iridato, il ¡°fantino¡± pesarese Eugenio Lazzarini: ¡°Angel in pista era davvero un avversario straordinario capace di ogni prodezza e di ogni ¡°cortesia¡±. Se non ricambiavi subito con altrettanta brutalit¨¤, potevi dire addio alla vittoria!¡±.
Il rapporto con Ago
¡ª ?Il 15 volte iridato Giacomo Agostini, puntiglioso cesellatore e fuoriclasse di superba intelligenza tattica dalla guida tecnica e pulita, era il punto di riferimento di Nieto che ne studiava ogni mossa, sia in pista che fuori, specie sul modo di gestire la propria carriera nel rapporto con le Case, gli sponsor, i media. Angel e Mino erano amici, forse anche perch¨¦ ognuno curava il proprio orticello, lo spagnolo Re delle piccole cilindrate, l¡¯italiano Imperatore della classe regina. Nieto, proprio come Ago, sapeva gestirsi: non sparava colpi a vuoto sapendo sempre cogliere con gran tempismo l¡¯occasione giusta e aveva anche il fiuto di salire sulla moto vincente, per incrementare il proprio palmares e anche il portafoglio. Oltre che con la Derbi, Angel conquist¨° titoli mondiali nella 50 con la Kreidler (1975) e con la Bultaco (1976 e 1977) e nella 125, oltre che con la stessa Derbi nel 1971 e ¡¯72, con la Minarelli nel 1979 e 1981 e con la Garelli nel 1982, ¡¯83, ¡¯84. Fu anche pilota ufficiale Morbidelli nel 1973 sulla bicilindrica 125 e sulla sperimentale 350 4 cilindri, ma con poca fortuna e poca¡ convinzione. Quella scarsa convinzione che mise anche dopo, dal 1974 al 1985, quando tent¨°, invano, di bissare nella 250 - con Derby, Yamaha, Rotax, Garelli - i trionfi precedenti delle cilindrate ¡°minori¡±. Attaccato il casco al chiodo, Angel era rimasto nel ¡°giro¡± con i Nieto al pari di una dinastia composta da figli, nipoti, parenti impegnati a vario titolo nel Circus e dintorni: piloti, manager, organizzatori, tecnici. Nieto ha corso e vinto con moto di diverse, anche se il suo nome resta associato alla Derby. Aver visto Angel dal vivo, a manetta, sulla sua sibilante Derby 125 rossa bicilindrica 2 tempi a disco rotante in battaglie memorabili sui circuiti velocissimi e ad alto rischio quali i vecchi Spa, Monza, Nurburgring, Salzburgring, Hockenheim dove la 125 girava sopra i 190 km/h di media, significa avere un indimenticabile ricordo. Un pilota straordinario, alfiere di quel periodo indimenticabile e irripetibile del motociclismo che ricordiamo come ¡°I giorni del coraggio¡±.
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