Molti giapponesi corrono con grandi occhi dipinti sul casco, un vero status symbol del Sol Levante che nasconde una storia molto curiosa: tutto ebbe inizio con John Cooper, un pilota britannico degli Anni ¡®60...
Sul circuito di Le Mans, ha debuttato in Moto3 un giovanissimo giapponese, Takuma Matsuyama. Il suo ingresso in pista il 14 maggio coincide con la stessa data in cui, sessant¡¯anni fa, Kunimitsu Takahashi divenne il primo rider del Sol Levante a conquistare una vittoria iridata. Come succede quasi ogni anno in occasione della gara a Motegi con il collaudatore della casa di Iwata, Tsuyuki Nakasuga, anche Matsuyama ha riportato in pista al GP di Francia 2021 i grandi occhi in stile ¡°manga¡± dipinti sul casco: un simbolo dei piloti giapponesi diventato iconico grazie a Shinya Nakano, uno dei grandi della MotoGP nei primi Anni 2000. Una grafica molto suggestiva che fa ritornare in mente splendidi ricordi dal passato. Ma perch¨¦ gli ¡°occhioni¡±? Cosa significano per i piloti giapponesi? Scopriamo insieme la storia di questa particolare tradizione che, a differenza di quanto ci si possa aspettare, ha origine in Europa.
Tutto ebbe inizio pi¨´ di 60 anni fa...
¡ª ?Nato nel 1938, John Cooper ¨¨ un pilota motociclistico che corse negli Anni ¡®60 e ¡®70. Uno dei tanti, emerso dal gruppo anche per i suoi risultati sportivi, come le due vittorie alla North West 200, una alla Race of The Year e il riconoscimento di essere stato il primo ad appoggiare il ginocchio a terra (metodo poi perfezionato dal talentuoso Kenny Roberts). Certo, in quegli anni bisognava avere un bel pelo per correre su due ruote: l¡¯abbigliamento tecnico praticamente non esisteva e il casco era una scodella che proteggeva il minimo indispensabile. ? proprio per il suo elmetto che Cooper divenne famoso: infatti, per rispondere agli ufficiali di gara che non gli approvarono la grafica con il Grillo Parlante (in inglese J.Cricket, legato alle sue iniziali J.C.), il britannico applic¨° un adesivo con due enormi occhi. L¨¬ davanti, in bella vista.
Il simbolo dei giapponesi
¡ª ?In quegli stessi anni, Tadashi Suzuki era un vero e proprio fenomeno del motocross del Sol Levante: il giapponese fu colpito dall¡¯idea di Cooper e decise di emularlo, usando la stessa decorazione ma di dimensioni maggiori. Due veri occhi giganti sopra al visierino paraschizzi del casco, simbolo anche di riconoscimento nei confronti dell¡¯inglese. Quando il fuoristradista si ritir¨° dalle corse, fond¨° un¡¯azienda in Giappone, la Tadao Special Parts (successivamente rinominata SP Tadao), che produce tutt¡¯ora scarichi da competizione e che ha come simbolo i due ¡°occhioni¡±. Negli anni a seguire, Suzuki inizi¨° a supportare e sponsorizzare i giovani talenti nipponici che, a contorno della grafica sul casco, portavano in pista i due occhi ¡°lunari¡± per ringraziare il maestro Tadao di averli aiutati nella loro carriera. Molti di questi piloti riuscirono a correre ad alti livelli: giusto per farvi qualche esempio, oltre ai due ¡°big¡± sopra citati, ci sono anche Yasutomo Nagai, Tomoyoshi Koyama e la new entry Takuma Matsuyama. Ecco svelato il mistero degli occhi sul casco, che oggi sono un vero e simpatico segno di riconoscimento dei mastini giapponesi.
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