L'infortunio nella nona tappa (investito dalla moto di Intern¨°) ha costretto il 64enne della Nikon a non proseguire la gara, che lui ha gi¨¤ corso 8 volte: "Un peccato. Difficile correre l¡¯uno nella polvere dell¡¯altro, ma ¨¨ stata una bella esperienza"
Si ¨¨ arreso, dopo una notte passata a vomitare con la testa che gli girava e un ematoma sul gluteo destro che faceva del suo corpo un dipinto violaceo. Cos¨¬, questa mattina, Aldo Winkler ha abbracciato Andrea, suo figlio, gli ha augurato in bocca al lupo e poi ¨¨ andato a mettersi nelle mani dei medici, abbandonando la corsa.
Il fascino dell¡¯Africa
¡ª ?Quella di Aldo e Andy ¨¨ una storia bellissima, quella di un padre e un figlio che decidono di correre assieme la Dakar in moto, a 24 anni dall¡¯ultima volta del genitore. S¨¬, perch¨¦ Aldo, che in questi anni ¨¨ diventato il riferimento della Nikon (e non solo) in Italia, di Dakar ne aveva gi¨¤ corse 8 (7 in moto e una in auto), ma negli anni magici in cui la corsa era ancora un mistero che ogni giorno era capace di sorprenderti. ¡°Non era tanto l¡¯idea della gara, ma dell¡¯Africa ad affascinarmi, scoprire luoghi nuovi e misteriosi. Poterlo fare in moto, poi, altra mia grande passione, era semplicemente perfetto¡±. Una gara dove partivi da un punto per arrivare a un altro e senza Gps, n¨¦ altre diavolerie elettroniche (¡°Dopo il roadbook arrivarono le bussole, ma ogni volta che si accelerava l¡¯ago si metteva a girare impazzito¡±) dovevi semplicemente essere bravo a leggere e interpretare il roadbook e ad arrangiarti.
Perso nel deserto
¡ª ?E lui scopr¨¬ di essere in gamba anche molto pi¨´ di quello che immaginava nell¡¯edizione del 1989, la quarta partecipazione, quando partendo da Termit, Algeria, in direzione di Agadez, Nigeria, la sua moto prima si ferm¨° pi¨´ volte e poi si ruppe definitivamente, con Winkler che rimase per tre giorni disperso nel deserto, derubato a un certo punto da tre predoni, che gli portarono via anche la sola borraccia con quel poco d¡¯acqua che aveva dentro, prima di essere salvato da una famiglia di touareg mentre, a piedi ¨C la direzione imboccata segnalata con delle pietre in modo che potesse essere avvistata dagli aerei del soccorso ¨C provava a cercare una via d¡¯uscita. Rassegnato, pi¨´ che disperato, convinto che non lo avrebbero pi¨´ trovato, aveva gi¨¤ scritto su un¡¯agenda il testamento-lettera per la moglie Paola. Alla fine, mentre si preparava ad affrontare a dorso di cammello i cinque giorni verso la strada di Tanak, lo vide un aereo e poco dopo un elicottero lo venne a recuperare. Cinque giorni dopo, l¡¯Odissea era finita. Ma la paura non spense l¡¯amore per l¡¯Africa e per l¡¯avventura, e cos¨¬ l¡¯anno dopo eccolo tornare ancora, su una camionetta con Perlini, il cui navigatore si era ammalato all¡¯ultimo momento, quindi di nuovo in moto nel 1991 e infine nel 1997 e 1998. L¡¯ultima.
Ritorno in due
¡ª ?Cio¨¨, l¡¯ultima prima che, durante il lockdown, nel riordinare e digitalizzare vecchie foto assieme ad Andy, che nel frattempo aveva accumulato esperienze nel cross in Italia e nel Supercross Usa, nascesse la folle idea di tornare assieme alla Dakar. C¡¯¨¨ voluto un po¡¯ da parte di Andy per convincere il pap¨¤ ¨C e soprattutto la mamma ¨C ad affrontare questa avventura, ma dopo avere partecipato assieme al Rally d¡¯Andalusia, al Silkway e al Rally del Marocco, eccoli al via di questa Dakar, sempre assieme, uno vicino all¡¯altro ad affrontare questa nuova sfida che a 64 anni di et¨¤ ¨¨ di quelle gigantesche. Solo Franco Picco, con 66, ha pi¨´ anni tra i partecipanti della gara moto. ¡°La difficolt¨¤ pi¨´ grossa ¨¨ di viaggiare nella polvere uno dell¡¯altro, a volte procediamo affiancati ma non ¨¨ facile. Per¨° correrla con Andy ¨¨ stato bellissimo¡±. Qualche botta, qualche inevitabile caduta, ma a dare il colpo di grazia ¨¨ stata la nona tappa, quella dell¡¯anello di Wadi Al Dawadiri, quando nello scendere da una duna, Aldo ¨¨ stato centrato dalla moto di Tiziano Intern¨°. ¡°Io l¡¯avevo tagliata, lui invece ¨¨ sceso dritto, non mi aveva visto e mi ha colpito¡± racconta Aldo. I lividi violacei che gli hanno colorato tutta la zona del fianco sinistro all¡¯arrivo nel bivacco di Bisha, ieri, testimoniavano la gravit¨¤ dell¡¯impatto. ¡°Soprattutto fa male quando devi stare in piedi e con tutti quegli scossoni senti ballare tutto¡± raccontava Aldo all¡¯arrivo, mentre Andy, (che ha chiuso l'undicesima tappa 72¡ã iniziata dopo aver salutato il padre in lacrime), con una gentilezza quasi commovente, gli ripeteva, ¡°Mi sei piaciuto oggi pap¨¤, sei stato bravo¡±.
¡°Stai attento e vai piano¡±
¡ª ?Avrebbe voluto andare avanti ancora, Aldo, finire le ultime due tappe, invece nella notte ¨¨ stato male, il dolore per la botta si ¨¨ sommata alla fatica di 12 giorni di gara, e alla fine ha deciso di fermarsi. ¡°Non so cosa si successo, avrei anche voluto provare a partire, per¨° mi sono reso conto che non sarei stato in condizione di farcela. Fermarsi in mezzo al nulla, poi, sarebbe stato peggio e avrei anche rovinato la gara di Andy. Cos¨¬ gli ho detto di andare solo lui, ma di stare attento e andare piano. I medici mi hanno detto di bere tanto e adesso sto gi¨¤ meglio¡±. Cos¨¬, domani, per l¡¯ultima tappa, grazie al jolly torner¨¤ ad affrontare i 164 km dell¡¯ultima speciale. ¡°S¨¬, il regolamento adesso ¨¨ cambiato e ti permette di ripartire ¨C conclude Winkler senior -, per¨° io la vivo diversamente. Io la Dakar non l¡¯ho finita, e mi dispiace molto, anche perch¨¦ alla mia et¨¤, soprattutto non essendo un professionista che pu¨° allenarsi come servirebbe, credo che questa sia stata la mia ultima¡±.
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