IL COMPLEANNO
Auguri Spaggiari, uno dei re d¡¯Italia in moto: ¡°Si rischiava come soldati. Ma che passione¡±
Nato a Reggio Emilia l¡¯11 gennaio 1933, Bruno Spaggiari, uno degli ultimi esponenti del motociclismo dei ¡°Giorni del coraggio¡±, compie 88 anni. L¡¯ex centauro emiliano ¨¨ sempre appassionato alle vicende del motociclismo, oggi assai diverso dal suo, quello a cavallo dagli Anni ¡¯50-¡¯60 del secolo scorso, quando: ¡°Correre era un po¡¯ come andare in guerra¡±. Bruno ricorda: ¡°Sapevamo di rischiare ogni volta la pelle quasi come i soldati, con la differenza che lo facevamo per nostra scelta, spinti dalla passione e anche dalla voglia di emergere, voler conquistare qualcosa di tuo nella vita, specie per chi come me non era figlio di pap¨¤ e doveva sudare per tirare avanti¡±.
Lo sport, il motociclismo, intesi anche come scelta di vita e riscatto sociale. Per cui l¡¯imperativo era andare forte, sempre pi¨´ forte e pi¨´ forte degli altri, assumendosene i rischi perch¨¦ chi cadeva pagava il conto. Un conto salato: spesso il corridore pagava con la vita come accadde a tanti colleghi-avversari di Spaggiari, al suo amico Gianni Degli Antoni, straordinario pilota della Ducati che il 7 agosto 1956 moriva 27enne a Monza sbattendo contro il guardrail alla seconda di Lesmo, non protetto neppure da una balla di paglia.
Il debutto a 20 anni
¡ª ?Spaggiari ha corso per pi¨´ di 20 anni, dal 1953 debuttante a 20 anni su Gitan 125 2 tempi all¡¯ultima stagione del 1974, 41enne, su Ducati 750 SS ed ¨¨ passato alla storia per la prima mitica 200 Miglia di Imola del 1972, dominata per i primi 320 chilometri e persa a poche centinaia di metri dal traguardo, bruciato in volata dal compagno di marca Paul Smart. Per Bruno, ¨¨ stata la gara pi¨´ bella ma anche quella che gli ha lasciato di pi¨´ l¡¯amaro in bocca. Il 23 aprile 1972 100 mila spettatori invadevano il circuito del Santerno per assistere alla prima grande corsa-show multicolore ideata dal geniale promoter Francesco Costa (padre di Claudio e Carlo Costa) sulla falsariga delle gare negli Usa riservate alle maxi moto derivate dalla serie da 500 cc a 750 cc. Alla prima edizione della Daytona d¡¯Europa, denominata la ¡°gara del secolo¡± e supportata da una copertura mediatica mai vista prima in Italia, Costa riusc¨¬ persino a convincere i vertici della MV Agusta ad approntare una inedita 750 Sport 4 cilindri a trasmissione cardanica da affidare al pluri campione del mondo Giacomo Agostini.
Batticuore Imola
¡ª ?Al via 41 piloti, fra i quali, oltre ad Agostini (MV) e Spaggiari, Paul Smart ed Ermanno Giuliano (tutti su Ducati), Walter Villa (Triumph), Phil Read (Norton), Peter Williams (Norton), John Cooper (BSA), Gary Nixon (Triumph), John Rutter (Norton), Ray Pickrell (Triumph), Tony Jefferies (Triumph), John Williams, Silvio Grassetti, Roberto Gallina, Otello Buscherini, John Smith, Luigi Anelli, Franco Trabalzini (su Honda), Dave Croxford (BSA), Eric Offenstad, Jhon Carr, Paolo Campanelli, Paolo Isnardi, Silvano Bertarelli (Kawasaki), Ron Grant Jack Findlay, Vittorio Brambilla, Guido Mandracci (tutti e tre su Guzzi), Helunt Deehne e Jan Betenuth (Bmw). Il boato della folla sulle colline del batticuore e della passione alla Tosa e alla Rivazza e sulle tribune delle Acque Minerali resta consegnato alla storia del grande motociclismo. Allo start Agostini s¡¯invola riuscendo a guidare per diversi giri l¡¯indiavolata compagnia per poi essere superato dal binomio Ducati, quindi rallentare e rientrare al box al 42¡ã giro (dei 64 giri previsti pari a 321,088 Km!) per problemi tecnici della possente ma fragile pluricilindrica di Cascina Costa, superato in tromba dalle bicilindriche argentate di Borgo Panigale. E¡¯ gran duello fra Smart e Spaggiari, con l¡¯italiano che sul finale allunga sull¡¯inglese. Poi, al termine dell¡¯ultimo giro, all¡¯ingresso della Rivazza, la beffa: il bicilindrico del pilota reggiano rantola senza pi¨´ un goccio di benzina costringendo Spaggiari a tagliare il traguardo a motore spento, bruciato da Smart. Il pubblico invade la pista, show nello show.
Stesso tempo
¡ª ?I tre protagonisti, Smart, Spaggiari, Agostini fecero segnare lo stesso tempo nel giro pi¨´ veloce: 1¡¯52¡±1 alla media di 161,116 Kmh. Spaggiari si ripeter¨¤ nella 200 Miglia del 1973, ancora secondo su Ducati, stavolta alle spalle di Jarno Saarinen su Yamaha (il fuoriclasse finlandese morir¨¤ tragicamente a Monza con Renzo Pasolini due settimane dopo) e davanti a Villa, Lansivuori, Carruthers, Findlay. Oggi tutti conoscono la Ducati impegnata attivamente da anni in MotoGP e Superbike, ma pochi ricordano che fu proprio Spaggiari fra i primi piloti a dar lustro alla Casa di Borgo Panigale ¨C di cui era collaudatore sin poco pi¨´ che ragazzo e poi protagonista delle corse Gran fondo quali la Milano-Taranto e il Motogiro ¨C portandola con la sua 125 monocilindrica 4 tempi alla vittoria nel 1955 sul circuito di Cosenza poi nel 1956 con i trionfi alla 24 del Montijuich in coppia con l¡¯altro eccelso ducatista l¡¯indiavolato biondino bergamasco Alberto Gandossi e l¡¯anno successivo ¨C oltre al titolo tricolore delle ottavo di litro ¨C all¡¯exploit iridato di Monza (l¡¯unica corsa mondiale vinta da Bruno) con le nuove desmodromiche 125 dell¡¯ing. Fabio Taglioni, arrivate trionfanti in trenino ai primi cinque posti (Spaggiari, Gandossi, Villa, Chandwick, Taveri nell¡¯ordine).
Spaggiari era considerato corridore dalle ¡°sette vite¡±, per le tante cadute e le tante risalite. Lo ricordiamo nel 1958 al circuito di Alessandria quando il ducatista, in testa, cadde rompendosi la clavicola, ma risal¨¬ in moto con il braccio destro penzolante riuscendo a recuperare e a vincere in volata davanti a due giganti quali Carlo Ubbiali e a Tarquinio Provini! Svenuto dopo il traguardo, Spaggiari fu portato in trionfo dolorante ma poi, per complicazioni, fu costretto a saltare tutti gli appuntamenti iridati della stagione, con il compagno di squadra Gandossi che perse il titolo iridato a favore di Ubbiali per una caduta nell¡¯ultima curva all¡¯Ulster. Quindi, a fine stagione, il grande rientro monzese e il trionfo al GP d¡¯Italia.
Raffinato stilista
¡ª ?Spaggiari ¨¨ stato uno dei ¡°Re senza corona¡±, pilota di poche parole, di scarsi sorrisi, di fatti, di grandi corse: 21 anni sui circuiti e moto di tutti i tipi, accasato con grandi Case quali Ducati, MV Agusta, Benelli, Morini, Mototrans. Spaggiari ¨¨ stato un pilota ¡°tecnico¡±, raffinato stilista, meticoloso e coriaceo, alla Provini, ma con la logica da volpe del ¡°cinesino¡± Ubbiali, non disdegnando tuttavia giri al cardiopalma e gare alla baionetta, a volte concluse ¡ a terra. Un campione d¡¯altri tempi, di forte tempra, inossidabile, mai domo, corridore che ha pagato, come altri suoi colleghi italiani, quegli anni difficili, con le Case italiane al tramonto. Bruno ¨¨ stato un ¡°signor corridore¡±, protagonista per oltre due decenni di un motociclismo che non c¡¯¨¨ pi¨´. Dopo aver attaccato il casco al chiodo, nel 1974, Spaggiari affronta una nuova sfida, diventando talent scout e manager con un proprio Team, una Academy in anticipo sui tempi, una scuola di pilotaggio di lancio per molti piloti futuri campioni, fra cui il recanatese Franco Uncini, poi iridato della 500 nel 1982.
Grazie, Bruno. Il motociclismo non ti dimentica.
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