Amarcord
Mz, quel sibilante vento dell¡¯Est
Quando il 9 novembre 1989 a Berlino cadde il muro che cambi¨° la storia, agli appassionati di motociclismo torn¨° vivo il ricordo della Motorradwerk Zschopau, la Casa motociclistica della Germania Est in Sassonia, pi¨´ nota come Mz, attiva tra il 1952 e il 1991 e nata addirittura nel 1916 come Dkw. All¡¯epoca della caduta del muro la Mz contava 3500 dipendenti e aveva prodotto in totale oltre 2.500.000 motociclette, tutte con motori monocilindrici a 2 tempi in cilindrate tra i 125 e 350 cc. La Casa di Zschopau fu anche impegnata ufficialmente in una intensa e significativa attivit¨¤ agonistica sia nel settore fuoristrada (sette vittorie tra il 1963 e il 1987 nella Sei Giorni internazionale di Enduro e ripetute affermazioni nel Campionato europeo di enduro, nelle Valli Bergamasche ecc.) che in quello della velocit¨¤ Grand Prix internazionale.
Il Motomondiale
¡ª ?Non va dimenticato il Motomondiale nelle classi 125, 250, 350, dove Mz ottenne complessivamente 13 vittorie iridate e numerosi podi con fior di campioni. Nella 125 con le monocilindriche 2 tempi affidate a Hernst Degner (1959 primo a Monza, 1960 primo a Spa, 1961 primo a Hockenheim, al Sachsenring e a Monza) e nella 250 con le bicilindriche 2 tempi affidate a Horst Fugner (1958 1¡ã GP di Svezia), a Gary Hocking (1959 1¡ã GP di Svezia e 1¡ã GP Irlanda), a Mike Hailwood (1963 1¡ã GP Germania Est), a Alan Shepherd (1964 1¡ã GP Usa a Daytona), a Silvio Grassetti (1971 1¡ã GP Austria e 1¡ã GP Belgio; 1972 2¡ã GP Finlandia; 1973 2¡ã GP Jugoslavia oltre a numerosi piazzamenti e pole position e il titolo tricolore 1970 della 250 GP).
Grassetti e il GP di Monza sfiorato
¡ª ?Grassetti corse con una 300 cc ufficiale anche nella 350 sfiorando pi¨´ volte la vittoria come nel 1971 quando al GP delle Nazioni a Monza giunse secondo in fotofinish con Jarno Saarinen dopo il terzo posto in volata nella 250 in una gara-show combattuta con lo stesso Saarinen, Read, Pasolini, Gould, Sheene, Nieto, Andersson, Villa ecc. Sulla MZ 250, oltre ai piloti sopra citati, hanno gareggiato dalla fine degli anni ¡¯50 a met¨¤ degli anni ¡®70 altri corridori di gran calibro: Dereck Woodman, Eric Rosner, Ernst Degner, Dieter Braun, Gunter Bartush perito nel 1971 al Sachsenring. ? stato per¨° il quattro volte campione d¡¯Italia e vice campione del Mondo 350 1969 (vinto da Agostini su Mv Agusta) Silvio Grassetti il pilota che agli inizi degli anni ¡®70 ha portato la Mz al massimo livello di competitivit¨¤ e a battersi per il titolo mondiale della 250, all¡¯epoca la classe agonisticamente e tecnicamente pi¨´ significativa. Nel triennio 1971-1972-1973 solo la sfortuna ¨C appiedato pi¨´ volte per problemi tecnici anche banali quando era in testa o lottava per la vittoria ¨C ha privato il binomio italo-tedesco della conquista della corona iridata.
La Mz 250
¡ª ?La Mz 250 bicilindrica 2 tempi a disco rotante dell¡¯asso pesarese era potente e velocissima (195,606 Kmh di media nel giro veloce a Spa!) quanto scorbutica nella guida per la violenta erogazione di potenza ai bassi regimi e per un arco di utilizzo della coppia molto ristretto; meccanicamente fragile; recalcitrante allo start (si partiva da fermo a motore spento); difficile nella messa a punto. Ripetutamente Grassetti chiedeva di sostituire sulle sue sibilanti bicilindriche ufficiali alcune componenti costruite nella Germania Est quali ad esempio freni, forcelle, ammortizzatori, frizione con prodotti Made in Italy ma il commissario politico che presidiava il Team ufficiale con tanto di cravatta rossa con impressa la bandiera della Ddr rimaneva impassibile senza profferire parola lasciando sempre quasi tutto inalterato coerentemente alle direttive ricevute dalla direzione politica del suo Paese.
Peraltro, oltre che di moto competitive e tecnologicamente raffinate, si trattava di una equipe di grande livello tecnico e di grande esperienza e passione. Uno staff di primordine, prima guidato dal famoso tecnico Kurt Kampf e poi, dal 1953, dell¡¯affabilissimo leggendario Ing. Walter Kaaden. Tutto il paddock, compreso il Conte Domenico Agusta sempre avaro nei complimenti verso la concorrenza, nutriva gran considerazione e rispetto per il tecnico tedesco forte di un pedigree straordinario quanto conturbante. Kaaden, classe 1919, laureato in ingegneria meccanica all¡¯accademia di Chemnitz, poi al lavoro nel reparto esperienze Dkw e quindi dal 1941 nell¡¯industria aeronautica Henschel per entrare l¡¯anno dopo nel segretissimo e ristretto pool di ingegneri guidato da Wemer Von Braun presso il centro missilistico di Peenemunde sul Baltico dove si progettavano e realizzavano i prototipi dei missili balistici V1 e V2 e altre diavolerie tecnologiche, ¨¨ stato davvero un progettista illuminato, ben oltre i confini del Motorport.
il padre dei motori a due tempi
¡ª ?? anche considerato il ¡°padre¡± dei motori 2 tempi con il sistema di ammissione a disco rotante, antesignano dei moderni propulsori 2 tempi da competizione. A dire il vero, la primogenitura di tale distribuzione ¨¨ da attribuire all¡¯ingegnere italiano Adalberto Garelli per un progetto di un motore a due tempi con distribuzione a valvola rotante realizzato fra gli anni ¡¯30 e gli anni ¡¯40 denominato ¡°Garelli Aviocompressore SS¡±. Tali propulsori adattati su prototipi di moto della SIAI-Marchetti nel primo dopoguerra non ebbero mai un seguito nella produzione di serie.
L¡¯innovazione rest¨° top secret per decenni per il divieto di divulgazione posto dal Ministero dell¡¯aeronautica. Ci¨° nulla toglie al valore dell¡¯Ing. Kaaden che port¨° al massimo sviluppo i suoi studi e lo sviluppo concreto dei motori da corsa 2 tempi a disco rotante dell¡¯industria all¡¯epoca tedesco-orientale, quindi oltre la cosiddetta ¡°cortina di ferro¡±. Parlando della MZ non si pu¨° non ricordare il tecnico allievo dell¡¯Ing. Kaaden e forte pilota Ernst Degner (grande avversario di Carlo Ubbiali su MV) che in occasione del GP di Svezia del 1961 fugg¨¬ con la famiglia in Giappone vendendo alla Suzuki i progetti con le tecnologie segrete dei motori della Casa di Zschopau. Il resto ¨¨ noto, compresa la condanna a morte in contumacia di Degner da parte della DDR, e non ci torniamo sopra. La MZ resta nella storia del motociclismo quale esempio straordinario di passione e di capacit¨¤ di un manipolo di tecnici di grande livello che con scarsit¨¤ di mezzi hanno ottenuto nelle competizioni grandi risultati ma non quanto avrebbero meritato. Ci¨° soprattutto per le caratteristiche di un sistema che tendeva a mettere le briglie a chi poteva e voleva primeggiare.
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