Ricorre l'anniversario di una gara che vide i piloti pi¨´ importanti della classe regina protestare per le condizioni della pista decidendo di non correre. Ne approfittarono gli altri e vinse?Michel Frutschi, che perder¨¤ per¨° la vita in un incidente l'anno successivo
In 73 anni di storia i GP rinviati o cancellati si possono contare sulle dite delle mani. Tuttavia ce ne sono stati e per diversi motivi: condizioni meteo con pioggia battente o addirittura neve, pericolosit¨¤ del tracciato con asfalto da¡ motocross, particolari situazioni politiche nei Paesi sedi del GP, sciopero dei piloti e, per ultimo, il coronavirus con cancellazioni e rinvii di gare.?
una storia di annullamenti
¡ª ?Fra i GP annullati prima dell¡¯era Covid, si ricorda il round di Silverstone 2018, causa pioggia e asfalto impossibile, il GP del Brasile di Jacarepagu¨¤ 1998 per asfalto pericoloso, e, quasi un quarantennio prima, nel 1980, i GP di Venezuela e Svezia (motivi finanziari) e il GP d¡¯Austria a Salisburgo, causa la nevicata record. Ci sono anche stati GP disputati ma con programmi dimezzati con categorie cancellate (a Indianapolis 2008, per un uragano, fu accorciata la MotoGP e annullata la 250) o GP disputati il giorno dopo, di luned¨¬, come il GP del Qatar 1999 (pioggia) o addirittura spostati di mesi per cause¡ ¡°nucleari¡± come il GP del Giappone 2011 posticipato da aprile a ottobre dopo lo tsunami e l¡¯incidente alla centrale nucleare di Fukushima. Gran Premi annullati anche dopo incidenti mortali, fra tutti ricordiamo quello di Monza del 20 maggio 1973 che cost¨° la vita a Renzo Pasolini e Jarno Saarinen e quello di Sepang del 23 ottobre 2011 con la morte di Marco Simoncelli. Ci sono state anche gare disputate soltanto da piloti ¡°privati¡±, con il ¡°forfait¡± degli ¡°ufficiali¡± contrari a gareggiare su circuiti ritenuti troppo pericolosi, come a Salisburgo 1977 (in 500 vittoria di Findlay con solo sei corridori in pista), come a Spa-Francorchamps 1979 (nella 500 vittoria dello sconosciuto Danny Ireland davanti al ¡°locale¡± Kenny Blake), come a Misano 1989 a Misano dove sotto il diluvio la 500 prese il via con ¡°quattro gatti¡± e fin¨¬ con l¡¯unica vittoria di Pierfrancesco Chili nella classe regina, fra pochi applausi, tanti fischi e beghe a non finire. E si potrebbe continuare.?
stagione di novit¨¤
¡ª ?Qui vogliamo ricordare il GP di Francia di 40 anni fa, disputato sul circuito di Nogaro il 9 maggio 1982. La stagione iridata si presentava con molte novit¨¤: dopo l¡¯esperienza automobilistica rientrava nel motomondiale Giacomo Agostini, nelle vesti di team manager della Yamaha con i piloti Graeme Crosby e Graziano Rossi; debuttava la Honda NS 500 tre cilindri, la prima 2 tempi Grand Prix della Casa dell¡¯Ala dorata; il neo iridato 500 Marco Lucchinelli passava dalla Suzuki alla Honda; al GP di Spagna correva in 500 per la prima (e ultima) volta il re delle piccole cilindrate Angel Nieto; a fine anno sar¨¤ Franco Uncini sulla Suzuki ufficiale del team Gallina a vincere il titolo della classe regina e si avranno i ritiri di Morbidelli, Kawasaki, Sanvenero, la Casa artigianale con sede a Pesaro, che appunto otterr¨¤ con lo svizzero Frutschi la sua unica vittoria in un GP, al GP di Francia di Nogaro il 9 maggio 1982 riportando cos¨¬ una marca italiana alla vittoria nella classe regina dopo quella del 1976 di Agostini su MV Agusta. Dopo quel titolo conquistato da Uncini nel 1982, dovranno passare 19 anni per rivedere un altro italiano sulla vetta della 500: Valentino Rossi nel 2001. E dopo la vittoria ¡°particolare¡± della Sanvenero a Nogaro nel 1982, passeranno 10 anni per rivedere una marca italiana (Cagiva con Lawson) prima in un GP delle 500.?
le proteste dei piloti
¡ª ?La stagione 1982 si era aperta il 28 marzo in Argentina con il GP di Buenos Aires (vincitori Kenny Roberts nella 500, Carlos Lavado nella 350, Angel Nieto nella 125) seguita il 2 maggio con il GP d¡¯Austria al Salzburgring (vincitori Franco Uncini nella 500, Eric Saul nella 350, Angel Nieto nella 125). Terzo round in Francia, sul circuito di Nogaro (primo circuito permanente d¡¯Oltralpe inaugurato nel 1960), un dedalo di curve collegate da due rettifili quasi appaiati, gi¨¤ teatro di numerosi e gravi incidenti nelle gare internazionali di auto e moto, e quindi contestato dai big del motomondiale. Il Gran Premio di Francia, peraltro, non aveva una ¡°bella nomea¡±, perch¨¦ al suo debutto nel motomondiale del 1951 sul circuito di Albi c¡¯era stato in prova l¡¯incidente mortale di Dario Ambrosini, iridato 1950 sulla Benelli 250, seguito da altri gravi incidenti negli anni successivi sui circuiti di Rouen, Reims, Pau, Clermont-Ferrand, Le Mans, Paul Ricard. A dire il vero, gi¨¤ nel 1978 il motomondiale aveva fatto tappa a Nogaro e gi¨¤ allora i piloti avevano protestato per la pista corta e stretta, per il pessimo asfalto pieno di buche e anche per la difficolt¨¤ di arrivare in quel paesino di 2000 abitanti nel profondo ovest della Francia, famoso per l¡¯Armagnac.?
promesse non mantenute
¡ª ?Le promesse degli organizzatori di migliorare il circuito restarono lettera morta e i piloti, tornando a Nogaro dopo quattro anni, trovarono le stesse condizioni, peggiorate. Inizi¨° cos¨¬, sin dal gioved¨¬, un braccio di ferro fra corridori e organizzatori, con minacce e insulti reciproci e, di fatto, una divisione fra i piloti, con gli ufficiali ¨C in primis i big della 500 (Roberts, Sheene, Spencer, Mamola, Crosby, Uncini, Lucchinelli, Rossi, Ferrari, Katayama, Ballington) decisi a non prendere parte alla corsa e i ¡°privati¡± pronti allo start. A quarant¡¯anni di distanza si pu¨° comprendere la ¡°legittimit¨¤¡± di entrambe le posizioni: gli ¡°ufficiali¡± non ne potevano pi¨´ delle promesse mancate degli organizzatori (Fim e organizzatori locali) e di dover continuare a rischiare oltre modo in ogni GP; i ¡°privati¡± coglievano l¡¯occasione pi¨´ unica che rara di poter fare una gara senza una decina di ¡°ufficiali¡± e quindi puntare a raccogliere risultati e ¡ soldi, altrimenti impossibili. Per molti privati, senza la ¡°diaria¡± data dall¡¯organizzazione dopo la corsa, diventava persino difficile tornare a casa nel proprio Paese. Il pubblico, sugli spalti e all¡¯interno del paddock, gett¨° altra benzina sul fuoco, insultando i corridori: sia quelli che avevano dato forfait, definiti ¡°fifoni¡±, sia quelli che erano scesi in pista definiti ¡°crumiri¡±. Non mancarono spintoni e pugni fra piloti, meccanici e addetti vari fin sotto il podio prima e dopo la gara delle 500. La giuria rinfocol¨° gli animi dei contendenti insistendo nel voler sanzionare gli scioperanti con multe salate e sospensioni e ritiri di licenze. Alla fine, la Fim chiuse la questione senza procedimenti punitivi: solamente il ¡°sangre caliente¡± Angel Nieto, lanciato a insultare e ad aggredire chiunque lo avvicinasse, fu sanzionato con una multa¡ simbolica, si disse di 1 dollaro. Ammoniti ufficialmente la Federazione motociclistica francese per aver organizzato il GP su un circuito inadatto e il direttore di gara per ¡°manifesta inettitudine¡± nel gestire il tutto.?
la vittoria di frutschi
¡ª ?Nel caos, alla fine, ci fu comunque gran festa nel team pesarese della Sanvenero per la vittoria nella 500 con lo svizzero Michel Frutschi, apprezzato corridore del Continental Circus e pasticcere a tempo perso. Dopo l¡¯esordio mondiale nel 1981 nella 125 (bicilindrica 2 tempi) e nella 500 (4 cilindri 2 tempi) l¡¯imprenditore toscano Emilio Sanvenero gi¨¤ sponsor della Casa MBA (Morbidelli-Benelli Armi) rafforza il suo reparto corse con i tecnici della MBA, Giancarlo Cecchini in testa. Tre piloti in 125 (Pier Paolo Bianchi, Ricardo Tormo, Hugo Vignetti) e due in 500: Michel Frutschi e Guy Bertin. Buoni risultati in entrambe le categorie, con podi nella ottavo di litro e con la ciliegina sulla torta della vittoria iridata 500 nel GP di Francia con il 29enne ginevrino Michel Frutschi. Dopo fruttuose esperienze nel Mondiale Endurance, Frutschi alternava le sue presenze in corsa fra motomondiale (dal 1977 sette stagioni nelle classi 250, 350, 500 su Yamaha, Sanvenero, Honda) e Formula 750, andando poche volte a podio (due terzi nella 350 e quinto posto finale nel 1979 sempre nella treemmezzo) causa moto scarsamente competitive e anche per eccessiva irruenza. Dopo quel che era avvenuto a Nogaro, nel 1983, il 3 aprile, il GP di Francia viene trasferito sul circuito di Le Mans. Tanti incidenti, sin dalle prove, fra i quali quello assai pesante di Corrado Tuzii e quello che cost¨° la vita a Iwao Ishikawa dopo un contatto con Loris Reggiani, anche lui ferito pesantemente, alla curva della Chapel. Frutschi sa che l¡¯exploit trionfale dell¡¯anno prima di Nogaro ¨¨ impossibile ma ¨¨ certo di fare una gran corsa con la sua nuova Honda Rs tre cilindri 500. Tira un gran vento laterale e fra i piloti si torna a parlare di forfait. Poi lo start. Il pilota svizzero parte male prodigandosi in un inseguimento che al settimo giro lo porta a ridosso del quintetto di testa.?
contro un palo
¡ª ?Sul curvone Du Chemin Au Boef Fruts, in piena bagarre, Frutschi perde il controllo della sua moto a oltre 200 km/h, vola fuori pista andando a sbattere violentemente la testa contro un palo della recinzione. Subito soccorso, viene trasportato in ospedale in condizioni disperate dove muore la sera stessa senza aver ripreso conoscenza, con accanto la giovane moglie e la figlia piccola. In scia a Frutschi, pochi attimi prima dell¡¯incidente, c¡¯era Guido Paci che, miracolosamente, non era stato coinvolto. La settimana dopo del GP di Francia, alla 200 Miglia di Imola del 10 aprile 1983, il pilota marchigiano volava via alla curva Villeneuve terminando a 34 anni la sua corsa terrena. Il motociclismo de ¡°I giorni del coraggio¡± viveva cos¨¬, fra giornate di gloria e di lutti.
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