Il ternano della Gilera, campione del mondo 500 nel 1957, ¨¨ stato uno dei piloti pi¨´ forti del Motomondiale. A 60 anni dalla scomparsa in un tragico incidente in allenamento, ricordiamo la sua epopea
Sessant¡¯anni fa, alle 13.40 del 5 marzo 1962, il destino in agguato alla curva di Cervara sulla statale 209 della Valnerina presso Terni, rap¨¬ Libero Liberati, campione del Mondo ¡°500¡± 1957, fra i corridori pi¨´ grandi e amati di tutti i tempi. Una giornataccia, sin dal mattino con forte vento e pioggia battente, ma ritenuta ¡°ideale¡± da Liberati per allenarsi sulle sue strade con il Gilera Saturno ¡°mezzo litro¡± in vista della prima gara internazionale di velocit¨¤ del 19 marzo all¡¯autodromo di Modena. Gli operai delle vicine acciaierie ¨C la grande fabbrica dove Libero aveva lavorato fin quando non era diventato ¡°ufficiale¡± Gilera ¨C gi¨¤ udivano l¡¯avvicinarsi dell¡¯inconfondibile rombo del monocilindrico 4 tempi con il cupo risucchio in ogni curva, cos¨¬ come la moglie e i due figli che lo aspettavano per il pranzo. Al termine del rettifilo che lambisce la sottostazione elettrica, Libero passa dalla quinta alla quarta marcia per imboccare la curva a sinistra: la moto s¡¯intraversa e dopo aver strisciato a gran velocit¨¤ per una ventina di metri sull¡¯asfalto allagato sbatte il pilota contro la roccia che proprio in quel punto costeggia la strada. Un impatto inevitabile e violento, dalle conseguenze tragiche.?
l'amore per terni
¡ª ?Il ¡°Cavaliere d¡¯acciaio¡± aveva 36 anni ed era considerato ancora il pilota italiano pi¨´ forte della 500, fra i big mondiali, pronto a rinverdire i fasti del ¡®57, certo del ritorno alla corse della Gilera, che in effetti poi avvenne con le rinnovate 4 cilindri 350 e 500 di Arcore affidate prima a Hartle, Minter, Read, poi a Caldarella, Grassetti, Venturi. Libero lasciava un grande vuoto come uomo e come pilota. Amava la ¡°sua¡± Terni e i suoi concittadini che, con i dipendenti delle Acciaierie in testa, avevano fatto la colletta per acquistargli a inizi carriera una Guzzi Dondolino, la prima vera moto da corsa con la quale si era messo in evidenza a livello nazionale, fra i seniores. Sugli spalti di ogni circuito, in Italia e fuori, c¡¯era sempre gran ressa di ternani, con striscioni e stendardi, tamburi e trombe, inneggianti a ¡°Libbero¡±, il beniamino di casa che era rimasto sempre uno di loro, anche dopo aver conquistato la vetta del motociclismo mondiale con la Gilera, con ingaggi e premi da ¡°star¡±.
i grandi trionfi
¡ª ?L¡¯esplosione di Liberati ¡°pilota-super¡± era avvenuta al GP delle Nazioni di Monza del 9 settembre 1956 quando era stato acclamato dai 120 mila presenti dopo il trionfo con la debuttante Gilera 350 4 cilindri e il secondo posto nella 500 a oltre 187 Kmh, in un volatone-show a un decimo di secondo dal compagno di squadra Geoff Duke. Una gara memorabile, quella della mezzo litro, con in pista, oltre alle Gilera 4 cilindri ufficiali di Duke, Liberati, Monneret, Amstrong, le MV Agusta di Masetti, Bandirola, Colombo, le Guzzi di Campbell e Dale (out Lomas con la 8 cilindri di Mandello per il polso fratturato nella precedente 350), le Bmw di Zeller, Huber, Hiller, Riedelbauch, le Norton di Wood, Hall, Storr, Collot, Bayle, le Matchless di During, Nygren, Van Son. Staccati subito tutti gli avversari, Liberati e Duke si danno battaglia per 35 giri (201,250 Km) sin sul traguardo con il ¡°Duca di ferro¡± per un nientedavanti al ¡°cavaliere d¡¯acciaio¡±. Gli ordini del Commendator Giuseppe Gilera erano stati rispettati: doveva vincere Duke e portare cos¨¬ ad Arcore il titolo iridato 500. Liberati rischi¨° addirittura la¡ vittoria, che avrebbe comportato l¡¯appiedamento, come dir¨¤ anni dopo: ¡°Una battaglia all¡¯arma bianca, arrivammo sul rettifilo finale, Duke davanti e io incollato alla sua ruota posteriore. Cento metri prima della linea del traguardo uscii dalla scia e la mia moto fece un balzo in avanti, superando di pochi centimetri quella del mio ¡°capitano¡±. Chiusi il gas e fu la mia fortuna. Se avessi vinto Gilera mi avrebbe cacciato!¡±.?
il super contratto
¡ª ?E invece arriver¨¤ per Libero un nuovo super contratto anticipatore della stagione clou, quella del ¡¯57 e dello storico alloro mondiale 500, battendo fra gli altri, due big dal valore di John Surtees (MV Agusta) e Bob Mc Intyre (Gilera) oltre a Dale e Cambell su Guzzi; Milani e Cantoni (Gilera); Surtees, Masetti, Bandirola, Shepherd su MV; Zeller, Huber, Riedelbauch, Kness su Bmw; Hartle, Collot, Andersson su Norton. In quell¡¯infuocato ¡¯57 il campione ternano della Gilera trionfa nella classe regina nei Gran Premi di Germania (doppietta 500 e 350), Belgio, Irlanda, Italia. Proprio nella prima gara stagionale ad Hockenheim, con la rinnovata Gilera 4 cilindri (75 CV a 11.000 giri, 270 kmh con carenatura a campana!) Liberati ¡°sbanca¡± la concorrenza con una storica doppietta nelle 350 e 500, sfatando cos¨¬ anche i ¡°sapientoni¡± inglesi che lo giudicavano scarso sul bagnato. Libero vince sotto la pioggia una rocambolesca 350, dopo una caduta a met¨¤ gara, un inseguimento forsennato, un incredibile recupero e alla fine la conquista del gradino pi¨´ alto del podio. Dolorante, viene portato di peso dai suoi meccanici alla partenza della corsa successiva, la 500. Continua a piovere e l¡¯italiano si rende protagonista di una delle pi¨´ belle corse di tutti i tempi. Solo il ¡°pazzo¡± Mc Intyre, scatenato dopo lo smacco nella 350, tiene testa al suo compagno di Marca. Uno squarcio di sole e le medie esplodono: lo scozzese gira a 205 Kmh di media e l¡¯italiano risponde a 206; replica di Bob a 207,500 e risposta di Libero a 208, infine l¡¯acuto finale di entrambi a 208,500 km/h! I 250 mila del Motodrom sono in delirio e un boato accoglie il trionfo di Liberati, primo in fotofinish su Mc Intyre. Per le ferite di Hochenheim il pilota ternano sar¨¤ costretto a dare forfait al TT lasciando a Bob la vittoria. Ma a Spa, all¡¯Ulster e nell¡¯ultimo round di Monza, Liberati si ripeter¨¤ con epici trionfi conquistando in Italia il titolo della 500: impresa riuscita prima solo a Masetti e bisogner¨¤ attendere il 1966 e Giacomo Agostini per un pilota italiano sul tetto del mondo della massima cilindrata. Gi¨¤ si pregustava un grande 1958 quando arriva come una frustata l¡¯addio alle armi della Gilera.?
la chiamata del destino
¡ª ?Libero accusa il colpo ma non si d¨¤ per vinto continuando a correre con una 500 privata monocilindrica della marca di Arcore. Rifiuta l¡¯ingaggio alla MV Agusta perch¨¦ non voleva ¡°tradire¡± la Casa italiana che l¡¯aveva reso ¡°ricco¡± e celebre nel mondo. Aspettava sempre il ritorno delle ¡°quattro¡± di Arcore che, come detto, rientreranno davvero, nel ¡¯63. Ma Liberati non c¡¯era pi¨´. Il destino l¡¯aveva rapito quel 5 marzo 1962 con una banale caduta in allenamento. Libero rincorreva cos¨¬ in cielo le sue 39 vittorie raccolte in terra. Se ne era andato a 36 anni un uomo taciturno, un pilota umile, fra i pi¨´ grandi e amati nella storia del motociclismo mondiale.In Italia, solo due stadi di calcio portano il nome di ex campioni di motociclismo: a Terni quello di Libero Liberati e a Pesaro quello di Tonino Benelli. Un piccolo faro¨¨ tornato ad illuminare la lapide posta sul luogo dove in quel giorno triste di marzo Liberati perdeva la vita. Come diceva il sindaco della citt¨¤ umbra Leonardo Latini: ¡°un gesto di grande rispetto e attaccamento alla memoria di un ternano che ha portato in alto nel mondo il nome della sua citt¨¤¡± riproponendo la figura e le gesta di un campione fra i pi¨´ popolari e amati, oltre i confini del motociclismo, oltre i confini dello sport.
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