Il 3 novembre di 57 anni fa, a Monza, la Casa lombarda stabiliva una serie di primati di velocit¨¤ di un 50 cmc, un Junior modificato. Patrignani, uno dei testimoni: ¡°Alle Lesmo il faro si spegneva per le vibrazioni...¡±
Cinquantasette anni fa, il 3 novembre 1963, la Garelli, casa motociclistica fondata a Sesto San Giovanni da Adalberto Garelli nel 1919, stabiliva sulla pista di Monza otto record mondiali sulle lunghe distanze con due moto leggerissime di 50 cmc. Di particolare rilievo tecnico i record mondiali delle 6 ore (733,869 km) alla media di 120,891 km/h; dei 1000 km alla media di 117,022 km/h; della 24 ore (2.612,022 km) alla media di 108,834 Km/h, record valido non solo per la classe 50, ma anche per le categorie 75, 100 e 125 cmc.
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il cuore
¡ª ?Risultati ancora pi¨´ probanti perch¨¦ il motore di quei bolidini era derivato strettamente dal ciclomotore di serie Junior 48 due tempi, tirandone fuori oltre 8 cv a quasi 9.000 giri, con un carburatore Dell¡¯Orto da 20 mm, rapporto di compressione di 15,25:1. Cambio a quattro marce, accensione a batteria ricaricata da un volano per la illuminazione nelle ore di pista notturne, peso totale 80 Kg, serbatoio da 17 litri, miscela speciale a base di alcool e olio di ricino al 5%. Con carenatura parziale, davanti e lateralmente a campana come le moto da GP fino al 1957, il prototipo viaggiava sul dritto sui 150 Km/h. Le due giornate dei tentativi di record furono ostacolate dal tempo inclemente, con pioggia battente, sferzate di maestrale, foglie sull¡¯asfalto. Si pens¨° anche di rinviare la prova ma dalla direzione dell¡¯azienda la risposta fu secca: ¡°Se rientrate in fabbrica, poi dimenticatevi di tornare ancora a Monza, con quel che ci costano queste prove¡±.
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lo sforzo
¡ª ?Cos¨¬ tecnici e piloti tentarono ugualmente l¡¯impresa dopo che nelle prime prove con pista asciutta il miglior tempo fatto registrare sul giro era stato di 1¡¯55¡¯¡¯ alla media di 133,043 Km/h. L¡¯indomani, sul bagnato, il miglior tempo fu 1¡¯59¡¯¡¯ alla media di 128,571, comunque un tempone, date le condizioni proibitive. Questi record della Garelli del 1963 si aggiungevano a quelli conquistati dalla Casa lombarda nel 1922, 1923 1926 con la 350 per un totale di 230 record mondiali! Artefici di quell¡¯impresa del 3 e 4 novembre 1963 - che rilanci¨° sui mercati nazionali e internazionali la Casa lombarda - furono il noto e valente progettista William Soncini e i tecnici esperti del reparto Pastori e Dondi nonch¨¦ i piloti ¡°seniores¡± Zubani, Spinello, Marchesani, Pastori, Pernigotti e il giornalista-corridore Roberto Patrignani.
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il testimone
¡ª ?Il compianto Patrignani confid¨° anni fa: ¡° Fu davvero dura, specie di notte, con il piccolo faro che spesso alle curve di Lesmo e della Parabolica si spegneva per le vibrazioni della moto. Passavo steso in carena davanti al muretto dei box ma non si riusciva a leggere il tempo sul giro scritto sulla lavagna. Pensavo che fossimo in ritardo sulla tabella di marcia per colpa mia, quindi davo ancor pi¨´ gas, rischiando sotto la pioggia che picchiava. Un¡¯avventura forse ancor pi¨´ ardua di quando poi nel ¡¯64 feci il raid Milano-Tokyo per le Olimpiadi, 18.000 Km con la Vespa 150 e di quando nel ¡¯66 attraversai l¡¯Africa con il Guzzino Dingo 50¡±.
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le radici
¡ª ?Il fascino del record di velocit¨¤, per il motociclismo, viene da lontano, addirittura dal 1898 quando Vitor Rigal su un triciclo De Dion corre sul chilometro lanciato all¡¯Atomobildrome di Archeres nei pressi di Parigi a una media di 48,3 Km/h, per l¡¯epoca, strabiliante! Da allora, tanti corridori arditi, per lo pi¨´ privati ma anche con il supporto di grandi Case e di grandi sponsor, si sono cimentati in questa specialit¨¤, spesso rimanendo vittime di incidenti, anche mortali. Dal triciclo De Dion su fino ai primi siluri di met¨¤ degli Anni Cinquanta, dalle piste sterrate dei cavalli di poche centinaia di metri all¡¯ovale mitico di 10-12 miglia del lago salato ricoperta da cloruro di sodio e potassio di Bonneville nello Utah dove nel 1970 il Blue Flame, veicolo spinto da un motore a razzo alimentato da una miscela di perossido di idrogeno e Gpl, super¨° i 1.000 Km/h di velocit¨¤ (1.0001,667)!
la storia
¡ª ?Tornando alla Garelli, impegnata nelle corse da subito dopo la Prima Guerra Mondiale (con la straordinaria 350 due tempi a cilindro sdoppiato nel 1919 vince il primo raid Nord-Sud da Milano a Napoli, nel 1921 vince il primo Circuito del Lario, nel 1922 il primo Gran Premio delle Nazioni a Monza e nello stesso anno ¨¨ la prima Casa italiana a trionfare all¡¯estero al GP di Francia sul circuito di Strasburgo), non si pu¨° non ricordare il suo ¡°Mosquito¡±, il mitico e ingegnoso propulsore ausiliario per biciclette inventato dall¡¯ingegnere milanese Carlo Alberto Gilardi prodotto sotto l¡¯impulso dell¡¯altrettanto geniale titolare dell¡¯azienda ex pilota Adalberto Garelli, in oltre 2 milioni di esemplari, per un quindicennio, dal 1946 al 1960. Quel motorino 2 tempi di 38,5 cmc con trasmissione elastica a rullo, di 0,8 cv che all¡¯epoca costava 22.600 lire (tre mesi dello stipendio di un operaio di allora) fu utilissimo agli italiani per ¡°affrancarsi dalla schiavit¨´ dei pedali¡± ¨C come recitava lo slogan pubblicitario ¨C ma anche, assieme alla Vespa-Piaggio e poi alla Lambretta-Innocenti, e quindi al Leoncino-Benelli per far ripartire l¡¯Italia della ricostruzione post bellica.
il declino
¡ª ?La Garelli non superer¨¤, poi, le sfide imposte dal nuovo secolo anche al settore motociclistico, uscendo dalla scena industriale, dopo tentativi infruttuosi di risalita. Cos¨¬ il glorioso palmares dei decenni passati veniva rispolverato solo dagli amarcord degli appassionati, compresa l¡¯ultima epopea dorata con le vittorie e i titoli mondiali nella 125 con Angel Nieto (1982 e 1983 anno in cui la Garelli conquista anche il titolo iridato costruttori nella classe 50) nonch¨¦ 1984. Poi nel 1985 e nel 1987 i titoli mondiali 125 con Fausto Gresini e nel mezzo, 1986, l¡¯iride con Luca Cadalora. Sono passati pi¨´ di 100 anni da quando un giovanissimo Adalberto Garelli lavorava alla FIAT sui grossi motori 2 tempi con due cilindri contrapposti che all¡¯epoca spingevano in superficie i sommergibili decidendo poi di ridurli in sedicesimo e adattarli alla struttura di una motocicletta. E sono passati quasi sei decenni da quel novembre del ¡¯63 quando a Monza, sotto il diluvio, piovevano record mondiali che restano scritti negli albi d¡¯oro e impressi nel cuore degli appassionati.
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