La Casa di Borgo Panigale, che oggi domina in MotoGp e Superbike, festeggia un anniversario da ricordare. Ripercorriamo le origini agonistiche della rossa delle due ruote?
C¡¯¨¨ grande attesa per i due prossimi round mondiali di motociclismo che si disputeranno in Italia i primi due weekend di giugno, il 2-3-4 a Misano il Wsbk e il 9-10-11 la MotoGP al Mugello. In testa ai due campionati ci sono le Ducati: con Alvaro Bautista dominatore nelle derivate di serie dopo le prime quattro gare in Australia, Indonesia, Olanda, Catalogna; con Pecco Bagnaia e Marco Bezzecchi primo e secondo in MotoGP, divisi da un solo punto dopo i GP di Portogallo, Argentina, Americhe, Spagna, Francia. Dal 2022, con il titolo MotoGP e il bis in Superbike, Ducati ¨¨ la regina del motociclismo mondiale: il successo di un modello che, come dimostrano gli inizi dei due campionati 2023, promette di durare e far sognare i tifosi. In MotoGP Ducati ¨¨ tornata a vincere nel 2022 dopo 15 anni, con un italiano, Bagnaia, 50 anni dopo il trionfo tutto ¡°tricolore¡± di Agostini-MV Agusta del 1972. In Sbk, dopo l¡¯abbandono del mondiale delle derivate di serie e il rientro con la Panigale V2 e la svolta con il V4, si ¨¨ arrivati in vetta nel 2022 bissando il titolo conquistato nel 2011 da Carlos Checa con la 1098.?
percorso lungo
¡ª ?Insomma, un percorso lungo e non privo di zig-zag ma che pone oggi la Ducati sul tetto del mondo, la moto da battere in entrambi i massimi campionati del motociclismo mondiale. Un nuovo ciclo del motociclismo mondiale si ¨¨ aperto. Una storia, quella della Casa bolognese che viene da lontano, fondata nel 1926 dai fratelli Adriano, Bruno e Marcello Cavalieri Ducati per produrre inizialmente trasmettitori radio. Alla vigilia della seconda guerra mondiale l¡¯azienda contava pi¨´ di 7000 dipendenti per la produzione allargata a rasoi elettrici, macchine cinematografiche e cineprese, calcolatrici, interfono. Nel 1946 c¡¯¨¨ il debutto nel settore motociclistico con il Cucciolo, motore 4 tempi di 48 cc montato su un telaio di bicicletta. Nel 1950, il Cucciolo ¡°truccato¡± batte 12 record mondiali di velocit¨¤. Nel 1951 il Cucciolo, portato a 100 cc, batte il record di velocit¨¤ e percorrenza su 24 ore. Nel 1954 entra in Ducati l¡¯ingegner Fabio Taglioni che nel 1955 progetta e realizza la prima Gran Sport 100 GS, la famosa ¡°Marianna¡±, che con il 26enne modenese Gianni degli Antoni vince al MotoGiro nella classe 100 cc. e poi si ripete nella Milano-Taranto di 1400 Km alla media di 103,172 Kmh. L¡¯ingegner Taglioni sviluppa il suo capolavoro, il motore desmodromico 125: la Desmo 125 bialbero e tre alberi, quest¡¯ultima destinata ai Gran Premi. Il 15 luglio 1956, sulla nuova Ducati desmo 125 Degli Antoni domina al GP di Svezia, all¡¯epoca non iridato. Pochi giorni dopo, il 7 agosto, in un test a Monza, Degli Antoni cade alla curva di Lesmo perdendo la vita a 27 anni.?
primi punti iridati
¡ª ?La Ducati non si arrende. La stessa moto, migliorata e affidata a Sandro Artusi, conquister¨¤ i primi punti iridati nel GP di Monza del 9 settembre 1956. Gran lavoro nel 1957 quando Taglioni rivede motore e telaio in vista di un ¡°grande¡± 1958. Sono passati 65 anni da quel 2 giugno 1958 quando la Ducati debuttava nel motomondiale (classe 125) scegliendo il circuito pi¨´ duro e iconico, il Tourist Trophy dell¡¯Isola di Man. E sono passati 65 anni e 34 giorni da quel 6 luglio 1958 quando a Spa-Francorchamps, Alberto Gandossi trionfa al GP del Belgio classe 125cc, prima vittoria iridata Ducati. A fine 1957, con i ritiri delle Case inglesi e tedesche e il forfait di Guzzi, Gilera e Mondial, il motociclismo pareva entrare in un tunnel senza via d¡¯uscita. Il 1958 pu¨° essere definito un campionato ¡°monocolore¡± ¨C la MV Agusta vinse tutti i titoli con Ubbiali (125), Provini (250), Surtees (350 e 500) ¨C ma non privo di spunti interessanti, anche tecnicamente, in particolare per le moto con le nuove carenature limitate, dopo l¡¯esclusione di quelle a ¡°campana¡±. Case che vanno e Case che vengono. Nella ottavo di litro c¡¯¨¨ l¡¯ingresso della tedesco-orientale MZ e della Ducati che perde il titolo iridato solo per sfortuna. La Casa bolognese, per il suo debutto mondiale, sceglie la strada pi¨´ difficile, quella del TT all¡¯Isola di Man. Di fronte al ¡°cinesino¡± Carlo Ubbiali, gran manico, una ¡°volpe¡± astuta di grande esperienza e levatura psicologica, number one della MV nelle piccole e medie cilindrate, i ¡°neofiti¡± driver ducatisti non riescono nel colpaccio. Tuttavia ci vanno vicino: un grande exploit con Romolo Ferri secondo, David Chadwick terzo, Sammy Millerquarto, mettendosi dietro le due MZ ufficiali bicilindriche 2 tempi disco rotante di Ernst Degner e Heinz Rosner e la Paton di un giovanissimo Mike Hailwood.?
vittorie e sfortuna
¡ª ?La musica cambia subito sul velocissimo tracciato di Spa Francorchamps dove al suo debutto, il biondino bergamasco Alberto Gandossi, porta la Ducati desmodromica sul podio pi¨´ alto, che centra anche la piazza d¡¯onore con Romolo Ferri. Ma la sfortuna torna a colpire al Nurburgring. Gandossi e lo svizzero Luigi Taveri sono costretti al ritiro, per guasto meccanico, gi¨¤ al secondo giro. E il bolognese Romolo Ferri vola via paurosamente in un curvone nel tentativo di superare il binomio della MV Agusta Ubbiali e Provini. Ma sul nuovo tracciato svedese di Hedemora la Ducati bissa il trionfo di Spa con Gandossi e Taveri e si riporta in corsa per il titolo. Dundrod, nell¡¯Ulster, chiude per¨° ogni speranza. Gandossi ¨¨ autore di uno straordinario inseguimento, passa a condurre, vola verso il traguardo oramai in solitario, quando sotto il diluvio, rimane vittima di una brutta caduta e lascia a Ubbiali gara e titolo. Monza riporta il sorriso nella Casa bolognese. E¡¯ l¡¯ultimo appuntamento dell¡¯anno. E per le moto di Borgo Panigale ¨¨ una cavalcata trionfale, addirittura storica con i suoi cinque piloti nei primi cinque posti: Spaggiari (gi¨¤ dominatore del campionato italiano), Gandossi, Villa, Chadwick e Taveri nell¡¯ordine. Il 1958 ¨¨ stato l¡¯anno pi¨´ importante per la monocilindrica Grand Prix dell¡¯Ing. Fabio Taglioni.Il motore, con una compressione di 10:1, toccava i 20 CV a oltre 13.000 giri consentendo una velocit¨¤ di punta superiore ai 180 km/h. La moto, oltre alla nuova carenatura a delfino, aveva nuovi telai rispetto ai prototipi del 1957 ¨C prima modificati solo nella triangolatura della zona posteriore e composti da tubi a sezione circolare o ellittica, poi trasformati a culla doppia continua inferiore ¨C e nuovi freni anteriori a ganasce sdoppiate con ampie e inedite prese d¡¯aria laterali.?
la mono desmo
¡ª ?La Ducati mono ¡°desmo¡± fu la migliore 125 del mondo nel 1958. Trionf¨° nel campionato italiano, esord¨¬ al TT con un secondo, un terzo e un quarto posto, seconda e quarta ad Assen, vinse alla grande a Spa (record sul giro di Gandossi a 159,422 di media), sfortunata al GP di Germania, prima in Svezia, e alla fine il gi¨¤ citato trionfo monzese. Sul velocissimo circuito italiano era impressionante sentire le staccate dei piloti della Ducati con i motori a 14 o 15.000 giri senza che nulla di grave accadesse ¡L¡¯anno dopo inizi¨° la discesa. La mono vinse ancora con Hailwood e dopo ancora (nel 1961) Farn¨¨ trionf¨° in Italia: Modena, Cesenatico, e soprattutto Imola dove moto blasonate come la MZ bicilindrica 2T di Degner e le Honda bicilindriche di Redman e Phillis furono sonoramente battute. Ducati, ne ha fatta di strada!
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