Le vittorie, la vita, i vestiti: 25 anni fa moriva Payne Stewart, l'uomo che color¨° il golf
Nulla in Payne Stewart ¨¨ mai stato scontato, insignificante o scialbo. Non la sua vita o il suo talento nel golf. Non il modo in cui si vestiva. Non la passione che lĄŻha sempre accompagnato o lĄŻallegra esuberanza che metteva in ogni swing. Non le sue esultanze dopo un putt imbucato o i festeggiamenti per una vittoria. Nemmeno la sua morte, nemmeno quella ¨¨ stata banale. Era salito su un piccolo jet privato in Florida, a Orlando, dove aveva appena giocato un torneo, per andare a Houston dove era atteso per il Tour Championship. Ma non ci sarebbe mai arrivato. Era il 25 ottobre 1999, 25 anni fa, il suo aereo perse la pressurizzazione e vol¨° cieco e senza vita a bordo per quasi quattro ore, guidato solo dal pilota automatico, prima di cadere vicino a una fattoria nelle campagne del South Dakota. Morirono tutti, quattro passeggeri e i due piloti. I controllori di volo, non riuscendo a mettersi in contatto con nessuno, senza comunicazioni, lanciarono un allarme aereo nazionale, furono mandati due F-16 per scoprire i motivi del silenzio e i caccia militari accompagnarono a lungo il piccolo jet con i piloti che potevano solo vedere i finestrini che erano diventati scuri senza scorgere segni di vita all'interno. Il primo ministro canadese firm¨° un ordine per abbattere lĄŻaereo nel caso avesse sconfinato, la CNN e altre televisioni organizzarono in fretta e furia delle lunghe dirette, si sparse la voce che in volo poteva esserci un golfista famoso, si parl¨° di Tiger Woods, poi di altri. Alla fine si seppe che era Stewart che appena quattro mesi prima aveva vinto lo Us Open a Pinehurst, il terzo major della sua carriera. Un incidente assurdo, una storia pazzesca, una tragedia terribile. Quando dopo quattro ore di volo lĄŻaereo cadde perch¨Ś era finita la benzina ovviamente non ci fu nemmeno unĄŻesplosione perch¨Ś non cĄŻera pi¨´ nulla che potesse incendiarsi. Solo sei vite finite nel nulla per un piccolo guasto meccanico che tolse lĄŻossigeno dalla cabina. Oltre a Stewart c'erano iil suo agente Robert Fraley, Bruce Borland, architetto della Jack Nicklaus Golf Design Company e Van Ardan, presidente dell'agenzia di management sportivo Leader Enterprises.