La vittoria dell’Open Championship da parte di Chicco Molinari nasce da un lavoro di equipe: il calore della famiglia, un guru del green, il mental coach e lo stratega
Non vende sogni, ma solide realt¨¤. Francesco Molinari ¨¨ cos¨¬, pochi fronzoli, tanto lavoro, impegno, dedizione, sacrificio. A 35 anni, l’ex promessa di Torino ¨¨ diventato CM7. Chicco Molinari 7, come i titoli conquistati in carriera. La settima meraviglia ¨¨ arrivata domenica, con la conquista dell’Open Championship, il Major pi¨´ antico e prestigioso. Se una prima volta doveva esserci per l’Italia, non poteva che essere Chicco a portarla, senza mai farsi notare troppo. Un trionfo discreto, con quel pugnetto alzato dopo il birdie alla 18, senza esagerare nei festeggiamenti, in perfetto stile Molinari. Un successo storico, leggendario, che proietta il golf italiano in una nuova dimensione. Per arrivare fin lass¨´, nell’Olimpo dei vincitori Major, la strada ¨¨ partita da lontano. I primi colpi da bambino al Golf Torino insieme al fratello Edoardo, una costante ricerca della perfezione. Oggi i cardini del suo team ?tecnico? sono tre: Denis Pugh, il coach inglese che lo segue dal 2003, Dave Alred, il tecnico che cura anche la parte mentale, e Phil Kenyon, il guru del putt che ha dato il ritocco finale all’unica parte del gioco che Francesco ancora non gestiva alla perfezione. Ma la squadra comprende anche un cuore spagnolo, come il manager Guillen Gorka, e il caddie Pello Iguaran, da qualche anno al fianco dell’azzurro.
Francesco Molinari, 35 anni
LA FAMIGLIA —
Buona parte dei risultati di Francesco sono anche dovuti alla tranquillit¨¤ famigliare: la moglie Valentina ¨¨ un costante punto di riferimento dentro e fuori dal campo. Insieme si sono trasferiti dall’Italia a Londra dove vivono ancora adesso. Valentina c’¨¨ ma non si vede, una presenza discreta, l’anti-wag per eccellenza, mai appariscente, mai un atteggiamento sopra le righe. Dal loro decennale matrimonio sono nati due bambini: Tommaso ed Emma. Un mix perfetto insomma, che ha portato Francesco Molinari ad arrivare al perfetto punto di maturazione personale e professionale.
Primo Major per un italiano
PER LO SWING —
Denis Pugh ha commentato alla tv britannica la straordinaria evoluzione di Francesco. Dopo un inizio di stagione difficile, in due mesi tutte le difficolt¨¤ sono svanite e il gioco ha iniziato a scorrere fluido dai suoi bastoni. Da maggio a oggi sono arrivati tre titoli, uno pi¨´ importante dell’altro: Wentworth, Quicken Loans sul Pga e l’Open Championship a Carnoustie. ?Non stava giocando molto bene — ha detto Pugh dopo la gara — e ci siamo visti al Wisley per rivedere un po’ di cose. Abbiamo deciso di non cambiare routine, di lavorare come abbiamo sempre fatto ma con pi¨´ impegno e precisione. L’unica cosa da fare in questi casi ¨¨ lavorare duro, non abbattersi e andare avanti fino a che i risultati non arrivano?. Non c’era nulla di sbagliato nel gioco di Chicco, ma i risultati non arrivavano, e al Players Championship era addirittura uscito al taglio: ?La settimana successiva, a Wentworth si ¨¨ accesa la scintilla — ha spiegato ancora Pugh —. Francesco ¨¨ un giocatore in grado di ripetere lo stesso colpo alla perfezione se lo sente nelle mani?.
IL GURU —
Molinari ¨¨ sempre stato tra i migliori al mondo nel gioco dal tee, non per nulla si ¨¨ guadagnato il soprannome di ?Laser Frankie? per la precisione sui fairway. Gli mancava ancora qualcosa sui green. Dopo un periodo con Dave Stockton, Francesco si ¨¨ deciso a chiamare il nuovo guru del putting Phil Kenyon. E se tutti lo vogliono un motivo ci dovr¨¤ pur essere: ?Avevo bisogno di qualcosa di diverso — ha spiegato Chicco dopo Wentworth —, e con Phil l’ho trovato. Lui ha un approccio molto pi¨´ scientifico e tecnologico, quello di cui avevo bisogno. E infatti i risultati sono arrivati: se ti senti pi¨´ tranquillo sui green giochi pi¨´ sciolto e di sicuro i risultati arrivano?. Kenyon lavora con molti top player e ha sistemato le difficolt¨¤ di Rory McIlroy, Henrik Stenson e Justin Rose, dopo aver collaborato anche con Lee Westwood, Chris Wood, Andy Sullivan e Matthew Fitzpatrick. ?Phil lo ha aiutato molto — ha spiegato Pugh al Guardian —. Ora Francesco non butta pi¨´ via sui green tutti i colpi che aveva guadagnato piazzandosi bene dal tee. Gli serviva giusto questo, una sistematina al putt?.
PERFORMANCE COACH —
Prima del putt per¨° Francesco aveva iniziato a lavorare sulla ?performance? assumendo Dave Alred. Un tecnico-motivatore, per la precisione un performance coach, che aveva gi¨¤ aiutato Jonny Wilkinson, apertura dell’Inghilterra campione del mondo 2003. Alred ha scritto un libro, una ?bibbia? della performance dove d¨¤ consigli preziosi per trasformare lo stress in energia positiva sul campo. ?Non si tratta semplicemente di un mental coach — ha spiegato Francesco — mi segue anche in campo pratica, facciamo esercizi specifici che uniscono la parte tecnica a quella mentale e mi sta servendo molto?. E’ pi¨´ preciso Pugh: ?Se io sono un tipo molto rilassato, Alred ¨¨ esattamente il contrario. Dave tende a rendere le cose molto difficili in campo pratica, vuole che Francesco faccia colpi in situazioni di disagio. Non proprio come Gary Player che restava in un bunker fino a quando non riusciva a imbucare da l¨¬, ma qualcosa di molto simile. Non ¨¨ sempre stato facile, hanno dovuto lavorare molto insieme per trovare il giusto feeling, ma credo sia stato molto utile?.
Con il caddie Pello Iguaran
IL CADDIE —
Pello Iguar¨¤n ¨¨ il caddie, una figura fondamentale in campo, lo stratega: ?Io e Chicco abbiamo un ottimo rapporto — ha detto dopo il trionfo —, ¨¨ stato bellissimo abbracciarlo dopo quel birdie sul green della 18 e condividere la gioia del trionfo. Ognuno di noi ha un ruolo, siamo un team molto affiatato, una vera squadra?. La squadra di CM7.
Federica Cocchi
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