Il 28enne americano, trionfatore anche nel 2017, ¨¨ il 7¡ã giocatore in 118 edizioni a difendere il titolo. Per Molinari ultimo giro in 73 (292, 75 72 72 73) con tre birdie e sei bogey: 25¡ã posto finale
Jena Sims. Afp
Aveva conquistato la cima del tabellone al sabato, Brooks Koepka, uno dei pochi a tamponare i danni di una giornata infausta per quasi tutto il gruppone dei favoriti. E che le cose si stessero mettendo al meglio, se n’¨¨ accorto domenica poco dopo la partenza: tre birdie nelle prime cinque buche (“Iniziare cos¨¬ ti d¨¤ una grande fiducia”, ammetter¨¤ subito dopo il trionfo). Poi altri due birdie, ma anche tre bogey. L’ultimo, alla buca 18, il pi¨´ dolce di tutti, perch¨¦ ¨¨ quello che gli garantisce comunque la vittoria con cui bissa il titolo dell’anno passato: 281 (+1, 75 66 72 68), lo score finale. Anzi, deve attendere che Finau non faccia birdie alla 17 per esserne certo: scaramanzia a parte, un piccolo dettaglio che non lo preoccupa. Non pu¨° lasciarsi andare a esultanze, ma in cuor suo sa di avercela fatta e abbraccia con compostezza il pap¨¤ a cui ¨¨ legatissimo, l’amico d’infanzia e la fidanzata, l’attrice Jena Sims.
Gruppo di famiglia per il vincitore, con i trofeo, la fidanzata e i genitori. Afp
doppietta —
E’ un successo che gli rid¨¤ fiducia dopo un infortunio al polso che lo ha tenuto fuori quasi tre mesi fra il principio di gennaio e la fine di aprile con la dolorosa rinuncia al Masters. Aveva ricominciato il 26 aprile con il Zurich Classic senza riuscire a passare il taglio. Ma aveva ritrovato in fretta il suo gioco, al Fort Worth Invitational dove si era piazzato al 2¡ã posto. Ora, qui, nel torneo forse pi¨´ difficile abbatte un po’ di tab¨´ che duravano da troppo tempo. Per esempio, diventa il 7¡ã uomo capace di difendere il titolo, evento che non accadeva da quasi trent’anni, da quando Curtis Strange conquist¨° lo Us Open nel 1988 e nel 1989. Un’impresa, perch¨¦ neppure giganti come Tiger Woods o Jack Nicklaus ci erano riusciti. Il raddoppio a Shinnecock Hills avviene in modo completamente differente rispetto all’edizione scorsa. Allora aveva dominato con un punteggio di -16 e un vantaggio di quattro colpi sulla concorrenza, qui ha dovuto soffrire. Dopo le prime 18 buche era indietro di sei lunghezze dal leader e amico Dustin Johnson. Era stato il secondo giro, con un 66, a rimetterlo in corsa. Ed era arrivato al comando con +3 solo sabato, appunto, insieme ad altri tre colleghi. Il suo score di +1, insomma over par, non ¨¨ proprio una rarit¨¤ nello Us Open, tradizionalmente uno dei Major pi¨´ duri. Nel 2013 Justin Rose aveva vinto a Merion con lo stesso score di +1 e l’anno prima aveva fatto altrettanto (+1) Webb Simpson a San Francisco.
polisportivo —
Koepka, fissato per il fitness, si era fatto le ossa giocando per molti anni in Europa e viaggiando in posti anche remoti, pur di fare esperienza. E avrebbe potuto essere una star nel baseball e nel basket, come il suo prozio che ha vinto due volte le World Series con Pittsburgh e St. Louis e ha fatto parte del quintetto di un colosso della pallacanestro universitaria come Duke. Ma era il golf la sua vera passione. Ora diventa il 5¡ã di sempre a vincere almeno due Us Open entro i 30 anni, prima volta da Tiger Woods.
Dice che ancora non riesce a rendersi conto di quanto sia speciale fare il back-to-back, ma spiega che “il colpo chiave ¨¨ stato un bogey alla 11, dove pensavo gi¨¤ a una mezza catastrofe. E comunque alcuni par salvati valgono quasi pi¨´ dei birdie. In questi quattro giorni siamo stati testati molto duramente”.
Koepka, storica doppietta
fleetwood in 63 —
Alle spalle gli arriva Tommy Fleetwood, che finisce il suo giro un’ora abbondante prima di lui. Infatti aveva cominciato l’ultimo round da un +9 che pareva metterlo fuori gioco. Invece l’inglese con i capelli lunghi e scompigliati realizza una rimonta pazzesca, con un giro da sogno da -7 (63), che lo mette a +2 totale. Trascorre l’attesa a guardare la televisione e a scaldarsi al campo pratica, tante volte ce la facesse almeno ad andare al playoff. Ma non accadr¨¤. Si toglie, per¨°, la soddisfazione di eguagliare il primato per il giro pi¨´ basso dello Us Open (63, appunto), riuscito ad appena altri 5 giocatori, e lo score pi¨´ basso dell’ultimo round, ottenuto solo da Johnny Miller nel 1973.
terzo il n¡ã1 —
Niente da fare per il ¡ã1 del mondo, Dustin Johnson, che con un birdie alla 18 conquista il terzo posto a +3. Ma questo torneo rester¨¤ celebre per le difficolt¨¤ del campo, accentuate da un posizionamento delle bandiere troppo estremo da parte degli organizzatori, che porter¨¤ il presidente dell’Usga anche a giustificarsi con un minimo di imbarazzo. Se la cava bene Francesco Molinari che chiude il suo torneo con un 73 +3, frutto di 4 bogey nello spazio di 7 buche (fra la 4 e la 10). Rimedia con tre birdie e chiude con due bogey alla 17 e alla 18. Un torneo con uno score totale di 292 (+12): 21 bogey e un doppio bogey. Ma gli errori per chi aveva inanellato fra Wentworth e gli Open d’Italia 85 buche consecutive senza neppure un errore, non devono ingannare: questo era un campo complicatissimo che ha fatto molte vittime illustri gi¨¤ al taglio e anche dopo.
Dice Francesco: “Rimane un po’ di amaro in bocca per questi due bogey finali. Alla 18 avevo tirato un buon colpo sul green, ma mi ¨¨ tornato indietro di 40 metri”. Aggiunge: “Non ho giocato al top delle mie possibilit¨¤, per¨° su un campo cos¨¬ difficile, non ¨¨ semplice darsi un voto. Oggi ho sbagliato tre o quattro putt da un metro e mezzo o due metri, che comunque avrebbero cambiato poco nel bilancio del torneo”. Chiude: “Adesso mi prendo una settimana di pausa a casa a Londra in cui mi allener¨°. E poi dovr¨° decidere se giocare a Parigi o a Washington”. Ora il torinese ¨¨ al 15¡ã posto nel world ranking, a un passo dal suo miglior piazzamento (14¡ã), ¨¨ sceso dal primo al terzo nella money list europea (p. 2.344.947), superato da Patrick Reed (p. 2.785.884) e da Tomy Fleetwood (p. 2.467.471) e al quarto in quella che conduce alla Ryder Cup, alle spalle di Tyrrell Hatton, Justin Rose e di Fleetwood, ma posizione valida per andare a Parigi (28-30 settembre) con il team europeo.
Massimo Lopes Pegna
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