Dopo il primo giro leader il numero 1 al mondo con -1. Molinari a +5: “E’ un campo che punisce pure i buoni colpi: oggi ha vinto il campo”. McIlroy +10. Woods +8
NEW YORK Non ci sono dubbi su chi sia il leader dopo il primo round: Shinnecock Hills. Perch¨¦ nessuno, a parte quattro giocatori, ¨¨ riuscito a domarlo e scendere sotto il par. Qualcuno a denti stretti ha detto che gli organizzatori sono stati un po’ sadici nel settaggio delle bandiere. Che il campo fosse uno tosto si sapeva. Alla vigilia concordavano pi¨´ o meno tutti: fairway stretti, anche se non strettissimi, un rough alto e fitto e soprattutto dei green ondulati, che costituiscono un rompicapo di complicata risoluzione. Inoltre c’era il vento, che soffiava impetuoso direttamente dall’Oceano Atlantico a meno di tre chilometri in linea d’aria. Il risultato ¨¨ sotto gli occhi di tutti: una specie di mattanza, che ha fatto cadaveri eccellenti. Praticamente gi¨¤ fuori da una possibile vittoria, a meno di miracoli, ci sono sei dei primi dieci giocatori del ranking mondiale e molti altri ex campioni di Major.
ECATOMBE - Il peggiore dei Big ¨¨ stato Rory McIlroy: +10. Il suo score pi¨´ brutto nel primo round di un torneo dello Slam. Una disfatta cadenzata nelle prime nove (per lui dalla 10 alla 18) con 4 bogey e due doppi bogey. Pi¨´ un bogey e un altro doppio nelle back nine (senza un solo birdie). A ruota gli ¨¨ finito Jason Day, che alla partenza era uno dei grandi favoriti: +9. Anche la sua sequenza ¨¨ da incubo: 8 bogey e un doppio bogey, con un birdie. Poi l’elenco delle vittime illustri prosegue con Jordan Spieth, ad appena 24 anni gi¨¤ 3 Major nel curriculum, con +8. Stesso punteggio del fenomeno spagnolo Jon Rahm. Pessimo pure il tedesco Martin Kaimer (+13) e Adam Scott (+8), cos¨¬ come il veterano Phil Mickelson, che sperava di diventare il pi¨´ anziano a trionfare qui dopo aver sfiorato il successo per sei volte. E male anche Tiger Woods con +8, che a tratti ha giocato pure bene, ma che ha iniziato con un triplo bogey e un bogey nelle prime due buche.
Francesco Molinari AFP
LEADER E CHICCO - Ma non tutti, naturalmente, sono stati inghiottiti dalla mediocrit¨¤. Al comando con -1 (69) c’¨¨ il numero uno del mondo e vincitore domenica scorsa del St. Jude Classic, Dustin Johnson. In sua compagnia ci sono l’inglese Ian Poulter, e gli americani Scott Piercy e Russell Henley, gli unici a essere in rosso, sotto il par. Ora Johnson - anche se chi ha conquistato il torneo che precede lo Us Open non lo ha mai vinto nella storia delle 117 edizioni passate -, ¨¨ di colpo il favorito. “Qui devi concentrarti su ogni singolo colpo. E’ stata una giornata davvero difficile”, ha detto stravolto al termine del suo giro. Alle loro spalle dopo Jason Dufner in even par, tutti gli altri sono sopra il par. Francesco Molinari, a differenza di molti, aveva cominciato nel migliore dei modi: con un birdie non semplice alla 2. Che per breve tempo lo aveva issato in cima al tabellone. Ma se nelle prime nove aveva limitato i danni con due bogey, nelle back nine ne aveva totalizzati altri 5 in nove buche e un birdie. Il suo +5 di giornata lo mette al 46¡ã posto, e, in caso di una limatina agli errori, sicuramente avr¨¤ delle chance di risalire la china. L’italiano aveva qualche rammarico: “E’ stata dura la fuori: green segnati, il vento e un settaggio delle bandiere estremo. Lo score non ¨¨ fantastico, ma ho giocato bene. Avrei potuto raccattare qualcosa in pi¨´, perch¨¦ non ho commesso errori particolari. Bastavano due bogey in meno e la mia posizione sarebbe stata molto interessante. E’ un campo che punisce pure i buoni colpi: oggi ha vinto Shinnecock”.
Massimo Lopes Pegna
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