Un giro sotto par. Incredibile. Un ritorno cos¨¬ lo immaginava solo lui. Quando gli chiedevano se poteva vincere il Masters e lui rispondeva: “I do”. Posso farcela. Eccolo, finalmente davanti agli occhi di tutti, il mito Tiger Woods, al rientro dopo 14 mesi dall’incidente d’auto in cui ha rischiato di perdere la gamba destra, un macello che lo ha costretto a mesi di carrozzella e poi di stampelle. Eccolo in mezzo alla gente che sente quasi un bisogno fisico di urlare il suo nome: “Tiger! Tigeeeer, Tiiiigeeeer”. E lui avanti, senza guardare nessuno, concentrato, determinato, imperturbabile. Maglietta lilla e pantaloni neri. Eccolo alternare drive potenti a colpi impossibili da sotto gli alberi. Recuperi miracolosi. Putt precisi e approcci di velluto. Eccolo il nuovo Tiger Woods, il dio sofferente e zoppicante. Ogni passo una fitta di dolore. Riecco il re del golf. Tornato a mostrarsi ai suoi tifosi al Masters, il torneo pi¨´ bello che c’¨¨, quello che lui ha gi¨¤ vinto cinque volte, quello che incorona solo i migliori.
AUGUSTA MASTERS
Augusta Masters, Tiger Woods ¨¨ tornato: "Sono stato bene". E chiude il primo giro a -1
Tiger, a 14 mesi dall’incidente in cui ha rischiato di perdere la gamba destra, fa un ottimo primo giro
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Chi entra per la prima volta all’Augusta National, il club che dal 1934 ¨¨ la casa del Masters, ¨¨ travolto dalla bellezza del posto e non pu¨° fare a meno di notare che il campo ¨¨ un continuo saliscendi, una sensazione che la tv non riesce a rendere pienamente. Questo bosco di Augusta, in Georgia, non ha nemmeno un centimetro pianeggiante. La buca 1, per esempio, in televisione sembra un lungo e piatto corridoio tra gli alberi. Invece parte in discesa e poi torna verso l’alto in una salita che taglia il fiato. Sono le 10.34 quando Tiger colpisce un drive perfetto, appena verso destra, e poi comincia a camminare. Ogni passo un saltello. La gamba destra, quella ferita, che accelera per non sopportare troppo peso, la schiena che si gira impercettibilmente ogni volta per evitare la fitta di dolore. Chi lo guarda pensa: Tiger non arriva in fondo a questa buca, figuriamoci se riesce a farne 18. Invece ce l’ha fatta: ha finito il giro e lo ha fatto anche molto bene. Un colpo sotto il par. In alto con i migliori. Nel posto che ¨¨ sempre stato suo. “Mi sono sentito bene. ? stato bellissimo”. E alla fine aveva anche voglia di scherzare: "Che cosa far¨° nelle prossime ore? Beh, mi aspetta tanto ghiaccio da mettere sulla gamba".
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