“Siete davvero della Gazzetta...”. Al telefono la voce di Rapha?l G¨¦miniani ¨¨ squillante e sorpresa. Ma lo sbandamento dura un attimo. Poi apre il libro dei ricordi: si potrebbe andare avanti per ore senza stancarsi di ascoltare questo signore di 95 anni che fino a qualche stagione fa viveva ancora da solo (meglio: in compagnia di un gatto) e guidava la macchina. Adesso se ne sta tranquillo in una casa di riposo a Perignat sur Arrier, pochi chilometri da Clermont Ferrand, nell’Alvernia. E non si perde una gara di ciclismo, lui che ¨¨ la pi¨´ vecchia maglia rosa (indossata nel 1955) vivente. Lui che nel 1959 era con Fausto Coppi in quel maledetto tour in Africa. Lui che si salv¨° dalla malaria grazie al chinino mentre l’amico Fausto, “curato” con gli antibiotici, scivolava verso la morte. Lui che ¨¨ stato un forte corridore (sul podio di Tour e Vuelta, quarto al Giro) e poi direttore sportivo di Jacques Anquetil ed Eddy Merckx.
L'INTERVISTA
Geminiani: "Io, innamorato della maglia rosa. E piango ancora per l'amico Coppi"
Geminiani: "Io, innamorato della maglia rosa. E piango ancora p2r l’amico Coppi"Il francese, 95 anni, l’ha indossata nel 1955. ? l’icona di un simbolo: “Giro meglio del Tour”
Geminiani, oggi parte il Giro...
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“Lo so bene. Mi ricordi da quale citt¨¤... Ah, Torino. Bella, ci sono stato diverse volte. L’Italia ¨¨ nel mio cuore, i miei venivano dalla Romagna. Quindi ¨¨ un piacere parlare con voi”.
Lei ¨¨ la maglia rosa vivente pi¨´ vecchia.
“Porta male dirlo, faccio gli scongiuri...”.
Che ricordi ha del Giro?
“Bellissimi, l’ho corso 5 volte. Nel 1955 potevo vincerlo, ma quel diavolo di Torriani aveva altre idee”.
Ci racconti.
“Beh, alla penultima tappa in maglia rosa c’era Nencini, io secondo. Pi¨´ dietro Magni e Coppi. L’idea che un francese trionfasse atterriva il patron Torriani e architett¨° uno stratagemma per cambiare le sorti della gara: dissemin¨° la strada di pietre appuntite. Le mise in salita e in discesa. Avvert¨¬ del percolo Magni e Coppi che utilizzarono gomme rinforzate. Cos¨¬, Nencini buc¨° diverse volte, io un paio. Fiorenzo e Fausto andarono in fuga e il Giro lo vinse il primo. Io chiusi quarto”.
Con Coppi eravate pi¨´ che amici...
(La voce s’incrina) “Era come un fratello. Potevano salvarlo, ma quel medico italiano era una testa dura. Avevo sentito Fausto al telefono prima di Natale, non stavamo benissimo entrambi. Dopo un paio di giorni fin¨¬ in coma. I medici faticarono a capire la causa, ma uno di loro ebbe l’intuizione giusta: fece analizzare il mio sangue all’istituto Pasteur di Parigi. “? malaria”. Sentenziarono. E mi diedero il chinino. Intanto dall’Italia arrivarono le prime notizie di Coppi ricoverato. Mia moglie intu¨¬ il pericolo, chiam¨° l’ospedale, rintracci¨° il dottore e gli spieg¨° tutto. “Grazie, ma pensate ai vostri pazienti, noi ci occupiamo dei nostri. Coppi ha una infezione ai polmoni”, rispose. Riemersi dal coma il 5 gennaio, dopo una settimana tornai a casa. E scopr¨¬ che il mio grande amico era gi¨¤ sotto terra. Provo dolore ancora oggi: Fausto era il pi¨´ grande ciclista”.
Lei ¨¨ stato maglia rosa e maglia gialla, ma poi si ¨¨ dovuto accontentare di prestigiosi piazzamenti e della classifica scalatori.
“Ho sbagliato generazione, dovevo nascere dopo. Comunque mi sono tolto lo stesso delle belle soddisfazioni”.
Il rimpianto pi¨´ grande?
“Al Giro del 1955 insieme col Tour del 1958: persi da Gaul e Vito Favero solo a cronometro”.
Strano, il lussemburghese ¨¨ passato alla storia per le sue doti in salita.
“Era fortissimo anche contro il tempo, altroch¨¦. Certo, tra gli scalatori forse ¨¨ stato il pi¨´ forte che abbia mai visto. Di poco superiore pure a Coppi e Bartali. Aveva una pedalata molto agile, una frequenza altissima che riusciva a tenere per diversi chilometri. Forte come lui forse solo il vostro Pantani”.
Il Giro ¨¨ sempre ricco di salite.
“Meno male, sono l’essenza del ciclismo. E poi le Dolomiti sono le pi¨´ belle del mondo. Ma sa che le dico: secondo me il Giro ¨¨ pi¨´ affascinante del Tour, di sicuro ¨¨ organizzato meglio, senza quei lunghi trasferimenti giornalieri per cambiare citt¨¤”.
La crono di Torino assegner¨¤ la prima maglia rosa. Favoriti Ganna e Remi Cavagna, nato proprio a Clermont-Ferrand.
“Lo conosco bene: ¨¨ il campione francese a crono. Se prende la maglia gli do un consiglio: ne conservi una per ricordo. Non deve fare come me...”.
Che cosa ¨¨ successo?
“Le ho regalate tutte: tifosi, amici e colleghi. Ora me ne pento. Anzi, perch¨¦ voi della Gazzetta non me ne spedite una qui dove sto. Poi faccio... come si dice... s¨¬, un selfie col telefonino. Sarebbe un bel regalo: sa, il prossimo 12 giugno faccio 96 anni...”.
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