Tsitsipas sapeva bene che si trovava davanti a un incrocio importante, denso di significati e di analogie col precedente passaggio di testimone fra Sampras e Federer, a Wimbledon 2001, sapeva di avere la medesima classifica del giovane Roger che bussava alla porta dei grandi (n¡ã15), di aver toccato entrambe solo gli ottavi Slam fino al momento dell’incrocio-chiave, di aver firmato appena un titolo Atp, e sempre sul veloce indoor (Milano, Roger, Stoccolma, Stepanos), e di essere diverso. Come un vero campione.