Sono passati quarant¡¯anni dall¡¯incidente che segn¨° per sempre la vita del pilota ticinese al GP degli Stati Uniti
Non parlava mai del suo incidente Clay Regazzoni: in cuor suo stare su quella sedia a rotelle era una condizione temporanea. Lo schianto di Long Beach al GP di Formula 1 degli Stati Uniti il 30 marzo di quarant¡¯anni fa, drammatico, violentissimo, Clay lo aveva vissuto come un episodio da mettere in conto nella carriera di un pilota, certo di poter riprendere a camminare. Avendo passato tanto tempo a fianco di Clay come sua navigatrice in rally storici, nemmeno nei frangenti pi¨´ ¡°faticosi¡± si comportava da disabile, indipendente e autonomo in tutto. Un esempio. Durante un trasferimento in nave da Genova a Palermo per partecipare al Giro di Sicilia con la sua Ferrari Daytona Clay si alzava appoggiandosi al parapetto: ¡°Faccio ginnastica, per tenere in allenamento le gambe¡± diceva. E se qualcuno si avvicinava stupito, lui scherzava: ¡°Non ¨¨ un miracolo, sto benissimo, ancora un po¡¯ di esercizio e poi apriamo le danze, non mi ha visto con la Carr¨¤ a ?Canzonissima? come ballavo bene il tango?¡±.