Dopo essere stato uno dei principali sponsor della necessit¨¤ di avere "pi¨´ team e meno gran premi", il presidente della Federazione adesso sposa le istanze di Liberty Media. E consiglia ad Andretti e General Motors di acquistare una delle dieci squadre attualmente in griglia
La pace tra Fia e Formula One Management, la struttura di propriet¨¤ di Liberty Media che organizza il Mondiale di Formula 1, inizia a produrre i primi effetti. Nel weekend di Montecarlo, Mohammed Ben Sulayem ha infatti quasi del tutto scaricato le pretese di Andretti-Cadillac, il team americano la cui domanda d¡¯ingresso era stata accolta e a lungo sponsorizzata dal presidente della Federazione, costituendo uno dei terreni di scontro con Liberty. In un¡¯intervista concessa a Reuters, il manager emiratino ¨¨ sembrato infatti cambiare idea sull¡¯entrata dell¡¯undicesima scuderia, pur avendo sostenuto fino a qualche mese fa che ¡°alla Formula 1 servono pi¨´ team e meno gare in calendario¡±.?
DIETROFRONT FIA
¡ª ?¡°Non ho dubbi che la Fom e Liberty Media ¨C ha spiegato Ben Sulayem ¨C sarebbero felici di vedere altre scuderie che rappresentano grandi costruttori di automobili. Per questo consiglierei ad Andretti di comprare una delle squadre esistenti e non di provare l¡¯ingresso come undicesimo team. Ho l¡¯impressione che ci siano realt¨¤ che hanno bisogno di una rinfrescata. Cos¡¯¨¨ meglio? Avere undici squadre o di averne dieci che per¨° sono tutte molto competitive? Credo ancora che dovremmo avere pi¨´ macchine in pista, ma devono essere i team giusti, non team qualsiasi. Non ¨¨ una questione di numeri ma di qualit¨¤ e, senza fare nomi, credo che ci siano squadre che al momento stiano soffrendo con le prestazioni e persino con la struttura organizzativa¡±.?
TEAM STATUNITENSE
¡ª ?Ben Sulayem ha poi ricordato come l¡¯arrivo di Andretti e Cadillac (marchio controllato dal colosso dell¡¯automobile Usa, General Motors) creerebbe ancora pi¨´ interesse negli Stati Uniti. Discorso che peraltro sarebbe valido anche se Andretti ricevesse finalmente l¡¯ok ¨C per il momento negato da Liberty Media almeno fino al 2028 ¨C per entrare come undicesima scuderia: ¡°La questione ¨¨ che dobbiamo avere le squadre pi¨´ forti e non perdere l¡¯opportunit¨¤ di avere un costruttore come General Motors con una propria power unit in F1. Immaginate che impatto avrebbe una cosa del genere. Abbiamo tre gare negli Stati Uniti e un grande numero di appassionati, ma non un vero team statunitense (in realt¨¤ lo ¨¨ la Haas, ma non rappresenta un costruttore di automobili, ndr). Sono felice di avere la Ford dal 2026 ma immagino cosa sarebbe avere GM e dei piloti americani¡±.?
cifra D'INGRESSO
¡ª ?Il numero uno di Place de la Concorde ha poi anche parlato dell¡¯aumento della clausola anti-diluizione per l¡¯ingresso di nuove scuderie nel paddock, che potrebbe essere portata dagli attuali 200 ad almeno 600 milioni. Si tratta, cio¨¨, di una somma che ogni nuovo team dovrebbe pagare per compensare le perdite in termini di introiti da parte degli altri dieci concorrenti: ¡°Su questo dovremo trovare un compromesso. 200 milioni di dollari sono troppo pochi? Credo che 600 sia qualcosa di adeguato al mercato attuale¡±. ? per¨° vero che la maggior parte dei team attualmente in griglia hanno un valore di mercato che supera il miliardo di dollari, e che quindi (almeno in teoria) potrebbe essere comunque pi¨´ conveniente pagare la clausola e sperare nell¡¯ok delle altre squadre piuttosto che provare ad acquistarne una gi¨¤ esistente.
PACE FIA-LIBERTY
¡ª ?Non ¨¨ infine mancato un commento sulla pace tra la Fia e Liberty Media, comunicata pochi giorni fa?attraverso una nota congiunta. Un¡¯accordo per collaborare nella progettazione del futuro del Mondiale che mette fine a un paio di anni in cui la relazione tra le due entit¨¤ che governano la Formula 1 ¨¨ stata tutt¡¯altro che rilassata: ¡°? una cosa positiva, non puoi sempre dover risolvere problemi non necessari. Abbiamo entrambi capito che bisogna andare avanti e che l¡¯unico modo per farlo ¨¨ avere pi¨´ chiarezza nei nostri rapporti. Siamo sulla stessa barca a prescindere ed entrambi vogliamo che il business sia sostenibile. Dobbiamo mettere da parte le questioni e lavorare per trovare le soluzioni che ci servono¡±.
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